Un nuovo documentario su Pavarotti, in onda in Italia sul TG1 la sera di Natale, e a seguire in inglese su Rai Italia per il pubblico del resto del mondo. Il giornalista Leonardo Metalli ha lavorato su documenti inediti e interviste con colleghi familiari e amici di briscola per ricostruire un ritratto del grande cantante d’opera presentato come esclusivo. Un progetto ambizioso dal momento che su Pavarotti è stato detto e scritto molto e già il regista Ron Howard nel 2019 ha fatto su di lui un documentario con immagini nuove, come il viaggio del cantante a Pechino fra onde di biciclette nel 1986 e dietro le quinte curiosi. Ma Metalli ha potuto scavare nei meandri polverosi degli archivi Rai e ne ha tirato fuori reperti storici, ha montato i primi incontri dei Tre Tenori, e cioè Pavarotti, Domingo e Carreras, in preparazione del concerto di Caracalla a Roma, che avrebbe cambiato per sempre la storia della lirica, ha mostrato Pavarotti che canta sotto la doccia e Pavarotti che riempie gli stadi come una rock star da 100milioni di dischi venduti.

Titolato “Voglio vivere così….e felice canto” racconta un uomo che la vita l’ha vissuta appieno. Di Modena, origini modeste, padre panettiere, madre operaia in una tabaccheria, Pavarotti arriva nel 1972 nel teatro più importante al mondo, il Metropolitan, conquista gli americani, poi il resto del mondo. Ma il successo, che gonfia via via il suo ego, internamente lo divora: ha paura di entrare in scena perché teme di non essere all’altezza di se stesso, mangia la pasta prima di ogni spettacolo perché è convinto che quello gli dia la forza. Divora la vita, accumula successo, soldi, donne, la prima moglie Adua, la seconda Nicoletta, e una serie di avventure, travolge il pubblico dei teatri, conquista gli stadi, ma nel farlo abbandona l’arte pura. Comincia a cancellare gli impegni presi con i teatri, i teatri cominciano ad abbandonarlo, ma lui è già su un altro percorso. Duetta con Celine Dion, e Zucchero, i suoi amici sono Bono Vox, Sting, Tony Renis, continua a girare il mondo e affascinare le platee.
Metalli ha raccontato i suoi 30 anni di vita in America, e a Washington ha ricevuto dalla NIAF, la National Italian American Foundation, un premio postumo per l’artista che sarà esposto nella casa museo di Modena dove il cantante ha vissuto fino alla fine nel 2007.

Ma quella di Pavarotti è una fine relativa se si pensa che ancora negli Stati Uniti è una superstar inarrivabile al livello di Enrico Caruso e John Mc Cormack. La sua voce, inconfondibile, gli ha fatto vincere 5 Grammys, lo ha fatto nominare per 15, ha vinto 2 Guinness world records, è stato applaudito per 67 minuti consecutivi a Berlino nel 1988 dopo la sua interpretazione di Nemorino nell’Elisir d’Amore, ha venduto insieme a Domingo e Carreras per il loro concerto del 1990, il numero record di 10milioni e mezzo di albums. Questa estate una stella con il suo nome è stata inserita nella Hollywood Walk of fame fra gli artisti più famosi del mondo. Il 26 gennaio i colleghi superstar Domingo e Carreras eseguiranno al Tokyo Garden Theatre un concerto in suo onore. Pavarotti continua a vivere, e a cantare felice per noi.
Discussion about this post