“Pinocchio” e il fascino della disobbedienza, e l’amore paterno, e le trappole della vita. Molti i temi su cui filosofeggiare del capolavoro di Collodi che ha incantato piccoli e grandi fin dalla sua comparsa a puntate sul “Giornale per i Bambini” dal 1881 al 1883. Tradotto in 240 lingue “Pinocchio” è entrato nell’immaginario globale e ha avuto una ventina di riduzioni cinematografiche, la più famosa quella di Disney del 1940. Ma è negli ultimi anni che la fantasia dei registi si è particolarmente esercitata sul soggetto e dal 2019 ad oggi sono 4 le versioni di Pinocchio per il grande schermo: quella italiana di Garrone con Benigni, quella animata russa “Pinocchio: a true story”, quella americana di Robert Zemeckis con Tom Hanks e ora quella del regista, autore, produttore messicano Guillermo Del Toro.
Uscito al cinema il 24 novembre, il “Pinocchio” del premio Oscar 2018 per “La Forma dell’acqua”, arriva ora su Netflix. Contemporaneamente il MOMA di New York dedica a regista e film una mostra aperta al pubblico dall’11 dicembre fino al 15 aprile. “Guillermo del Toro: Crafting Pinocchio” mostrerà il processo creativo di questo progetto, dando ai visitatori l’impressione di trovarsi dentro i set del film, con disegni, prop di scena, pupazzi oltre che esempi dei test di movimento per la resa finale delle immagini. Vi sarà anche una retrospettiva dei film di Del Toro, dal primo “Cronos” (1986), a “The Devil’s Backbone” (2001), “Pan’s Labyrinth” (2006), “Titans of the Pacific” (2013), “La forma dell’acqua” (2017), e “Alley of Lost Souls” (2021).
Guillermo Del Toro, che ha iniziato la sua carriera proprio nell’animazione, pensa a questo film da 15 anni. “Pinocchio, insieme a Frankestein, ha definito la mia infanzia – ha detto – Il capolavoro di Collodi mi faceva capire meglio il rapporto con mio padre, altrimenti per me oscuro. Nel tempo ho capito che Pinocchio era la storia perfetta per parlare di quanto noi umani siamo fragili e abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Volevo quindi raccontare questa storia, che ho sempre amato, ma volevo farlo in modo nuovo e quando Mark [Gustafson] se ne e’ uscito con l’idea della stop-motion animation ho capito che eravamo pronti. In questo “Pinocchio” ci sono delle battute che riassumono il senso della vita come io la intendo. Sono arrivato a capire che il pensiero totalitario e l’iper-conformismo sono soffocanti, la disobbedienza di Pinocchio quindi, oggi non solo e’ rilevante, ma è urgente. Ogni versione di “Pinocchio”, compresa quella originale di Collodi – ha proseguito – sottolinea l’importanza dell’obbedienza e del dire la verità, il mio invece tratta la disobbedienza come un fattore di crescita. Penso che la disobbedienza sia il primo passo del cammino verso la coscienza di sé.”

Scritto dallo stesso Del Toro con Patrick McHale, il film e’ ambientato negli anni ’30 nell’Italia fascista e il regime non è solo un elemento di background ma parte integrante della storia. La propaganda è ovunque con manifesti aggressivi nelle chiese nelle strade nelle piazze. E del Toro, Gustafson, McHale, e Robbins nella loro versione della storia sottolineano l’importanza dell’educazione, democrazia etica e senso della comunità per contrastare un regime.
Le voci nella versione originale inglese sono di Ewan McGregor (il grillo parlante), David Bradley (Geppetto), Gregory Mann (Pinocchio), Ron Perlman (Mangiafuoco) e ancora: Cate Blanchett, John Turturro, Tilda Swinton e Christoph Waltz tra i tanti.
Il film è realizzato con la stop motion animation una tecnica artigianale, tutta meccanica, (pupazzi e modellini manipolati fotogramma per fotogramma) ed è una co-produzione internazionale realizzata tra Portland, Oregon (dove si trova la compagnia di animazione ShadowMachine), Londra e Guadalajara, Messico. Il film ha ricevuto recensioni positive e Netflix intende presentarlo agli Oscar per la categoria di miglior film, categoria nella quale sono stati presentati finora solo tre film di animazione: “Beauty and the Beast” nel 1991, “Up” nel 2009 e “Toy Story” nel 2010. Sarebbe bello se a distanza di 142 anni dalla sua creazione il burattino di legno diventasse una statuetta d’oro.