Con l’intento di condividere un messaggio pieno di calore e affetto, Charica Daughtery è stata scelta come protagonista del mese presso l’associazione Black Wall Street Gallery.
Madre di tre figli, Charica (pronunciato Sha-ri-sa) è una donna dal grande talento mediatico, la quale costruisce dialoghi visivi attraverso calde pennellate su tela, raffiguranti donne forti e coraggiose. Nata e cresciuta nel bel mezzo della regione del Bible Belt, precisamente a Tulsa (nello Stato dell’Oklahoma), Charica ha iniziato ad affacciarsi al mondo dell’arte sotto la guida Margaret Aycock nel 2003. Nel corso degli anni, si è specializzata nella ritrattistica e ha focalizzato tutte le sue energie su unico grande soggetto, che l’ha portata fino a farsi un nome nella Grande Mela: la donna.

La donna, come fonte d’ispirazione per le sue opere, è una figura tanto fisica quanto metafisica. E’ un’identità che accomuna culture, punti di vista, e interpretazioni di ogni genere. Charica, di fede cristiana evangelica, si sente onorata di condividere questa sua visione femminista in una città libera e moderna come New York.
“Sono una donna molto felice e grata. La mia arte è il riflesso del mio stesso percorso attraverso la vita, che spesso coincide con il percorso emotivo e spirituale, subentrando quello dell’essere donna”.

Come tante persone, americane e non, che vivono a New York, Charica è felice di poter vivere ed esplorare una metropoli così unica e speciale come New York. Inoltre, si sente onorata di aver preso parte a questo progetto presso la Black Wall Street Gallery.
“Non ho passato tantissimo tempo qui a New York, ma sarà sicuramente un’impronta importante impressa nella mia memoria. L’idea che sia una donna qui a rappresentare il concetto di libertà, la Statua della Libertà, penso che sia l’incarnazione perfetta per la donna, noi donne”.
La mostra, presso 14 Wooster St. (Manhattan), è aperta fino al 7 novembre. Intitolata “Beloved”, la serie di quadri di Charica rappresenta la storia di diverse donne situate in tempi e luoghi lontani, con tratti ellenistici ed elementi biblici da Primo Testamento, che parlano d’amore, forza, e autostima. Ogni tela infatti ha come titolo il termine “Beloved”, un inno all’amore verso se stessi.
“Ho imparato che l’attenzione delle persone è breve, quindi voglio che loro vedano e capiscano fin da subito il messaggio di ognuna delle donne che ho pitturato. Voglio che sappiano che anche loro sono “beloved” (amati), tanto quanto i soggetti. Voglio che le persone abbiano un buon feeling mentre guardano i miei quadri. C’è tanta ostilità nel mondo. Voglio che le persone sentano una fiamma d’amore ed accoglienza”.