Riccardo Prosperi, in arte Simafra, è giovane artista fiorentino di fama internazionale, riconoscibile per le sue tele astratte, a tratti realistiche, in grado di rapire immancabilmente lo sguardo di chiunque si soffermi davanti a un suo lavoro. Forme e colori conquistano l’attenzione ma è il loro movimento a condurci in una silenziosa danza interiore; la materia e i suoi volumi ci risvegliano dal torpore del pregiudizio.
Nelle sue opere si riscontrano la forza e la freschezza dell’animo giovanile, con le sue inquietudini e i suoi dilemmi; i sogni non ancora infranti. L’entusiasmo della vita che egli stesso sta vivendo. C’è profumo di libertà; ma anche di guerra e di pace; di amore e di morte. C’è poesia: un’impalpabile poesia accarezza le immagini che realizza, concedendo ai paesaggi e alle forme una rara intensità.
Ideali e valori indissolubili sembrano sorvolare le sue Terre ferme e i suoi Atolli: se osserviamo bene, una speranza dalle ali grandi e forti, volteggia invisibile nei cieli impastati di azzurro (o tempestosi di oscurità), sopra paesaggi vivi (o morti) che abitano l’intero pianeta e se stesso. Ed è qui che, immortali come solo la gioventù sa essere, crescono rigogliosissimi alberi, i cui frutti esplodono in altrettanti lussureggianti colori, sopra rami carichi di entusiasmo e gioia di vita. M’incanta l’esplosione di sensualità ed eleganza di Oro in Fiore (in foto). La sua prosperità è un inno alla vita e a una bellezza che tutti saremmo tenuti a cogliere durante il nostro viaggio.

Nondimeno nella tela il Giardino dei Sensi (in foto) si sprigiona una sensualità diversa, rappresentata con maggiore raffinatezza e imprevedibilità; forse appare in un’accezione più matura, meno impulsiva e superficiale, mentre lo sfondo nero, predominando, detta un forte rigore a tutta l’opera; l’energia sulla quale la stessa è costruita – insieme ai suoi contrasti vivaci – si avverte al primo sguardo e cattura l’attenzione dell‘osservatore.

Anche in Profumo si avverte un certo rigore, pur se in una forma più intangibile, nella quale la sensualità assume un aspetto nuovamente diverso e si presenta più vorticosa e sicura, quasi fosse l’andamento di una donna adulta, consapevole, padrona del suo corpo e dei suoi sguardi, in grado di travolgere indistintamente chiunque incroci il suo passo.
Simafra non solo sente scorrere la bellezza del flusso del divenire della vita, ma sa cogliere la magia dell’esistenza: prende e restituisce ciò che la vita gli offre, proiettando quella stessa consapevolezza dentro le sue opere. Questa la sua grande virtù. Ed è artista autentico perché, parimenti, non teme l’incontro con i lati oscuri che interfaccia via via. Non evita il dolore, ma neanche riesce a lasciarsene sopraffare completamente: nelle tele più cupe e oltraggiose non si odono urla. Nulla si dilania. Forse avvertiamo un tintinnio silenzioso dietro colori scuriti ed eclissati.
Proprio come nelle visioni selvagge e a tratti drammatiche del ciclo Lapponia (2018), nelle quali paesaggi innevati e solitari lasciano affiorare, e si confondono, con lo spettro della desolazione interiore o dei misteri inaccessibili che ci portiamo dentro.

Nascosti tra le pieghe delle incomprensioni di un passato ancora da districare, un futuro che non conosciamo o un presente diverso da quello che desideriamo, ormai soffocato dagli irrisolti della vita, quelli che non osiamo sfiorare, incapaci di guardare oltre i limiti che noi stessi, un tempo, ci siamo posti (Lapland Series # 7;Foresta Nera, in foto). Ma proprio a quella solitudine universale, Simafra accosta la bellezza della natura nella sua forma più maestosa e imponente, la stessa che ci fa sentire impotenti e insignificanti; una natura che spesso non sappiamo riconoscere o,peggio, evitiamo, troppo irriverente nel porci davanti agli occhi la nostra verità.

Restano i suoi segni e i suoi tratti essenziali, meravigliosamente sporchi e il gesto artistico brutale, nel quale tutti gli elementi – la pastosità dei materiali, gli schizzi, le colature, l’apparente assenza di cromatismi – sono legati in un’armonia suggestiva,alla stregua di una “involontaria” perfezione in grado di esaltare la personale capacità dell’autore di proiettare il suo vissuto e il suo gusto estetico in una combinazione straordinaria e di rara e originale bellezza.
In questo modo Simafra gestisce il buio della vita – dei suoi misteri e delle sue visioni inesplorate – conservando sempre la raffinatezza del tratto, valorizzando l’Eleganza del nero (in foto).

O la prepotenza dei rossi (Vulcano; Rosso Sara, in foto). Più che nelle scelte cromatiche, si emancipa dentro la libertà delle forme e della materialità degli elementi che usa. Tantomeno, le sue tele nere lasciano via di scampo: come un foulard di seta pura, sfiorano e riscaldano, forse ci commuovono alla stregua di una poesia di Prévert; e la sua autenticità si sente a pelle: perché quella seta è pura e non contiene elementi sintetici che sviliscono il pregio e la qualità delle opere che realizza.

***
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Di origini fiorentine, Riccardo Prosperi, in arte Simafra, inizia a dipingere nel 2000, lavorando per una famosa bottega fiorentina di restauratori e contemporaneamente studiando con il maestro e professore Ottavio Troiano (scenografo, costumista, artista installatore e noto collaboratore del settore pubblico; attualmente residente tra Firenze e Berlino). A partire dal 2004 partecipa ai primi concorsi e collettive in Toscana e nel giro di pochi anni inizia ad esporre in Italia e all’estero. Tra il 2008 e il 2010 soggiorna a Parigi e successivamente in Germania, collaborando al contempo con numerose gallerie: nel 2009 lavora con la galleria Ken’s Art di Firenze, l’anno successivo con la GalerieGolkar di Bonn e con la Infantellina Contemporary di Berlino.
Nel 2011 torna a Firenze, dove espone presso Le Murate e presso la Galleria Il Bisonte.Nel 2012 partecipa ad Art Arsenal, la biennale internazionale di Kiev e fonda, a Firenze, La Bottega Moderna, spazio culturale indipendente e atelier dell’artista. Il 2013 lo vede spesso impegnato a Londra: qui partecipa prima alla collettiva Odds&Sods presso la galleria Art Moor House e, successivamente, espone presso la galleria Cadogan Contemporary.
Nel 2014, infine, inizia a collaborare con la galleria Virginie Barrou Planquart di Parigi. Nel marzo dello stesso anno, la galleria parigina ospita la sua prima mostra personale; con la stessa partecipa a numerose fiere in Europa. Nel mese di maggio dello stesso anno presenta, all’interno di Palazzo Panichi a Pietrasanta, il suo progetto Le Quattro Stagioni, quattro tele di dimensioni monumentali (esposte successivamente anche a Firenze, nel prestigioso contesto di palazzo Gianfigliazzi-Bonaparte).

A dicembre 2015 alcune sue opere vengono scelte dalla Maddox Gallery di Mayfair, di Londra, per partecipare alla collettiva Art Fusion, con cui la galleria inaugura la sua attività. Dal 2016 collabora stabilmente con la Maddox Gallery di Londra, con la quale partecipa alla Houston Art Fair, e la Galleria Russo di Roma-Istanbul. Nello stesso anno prende parte alla collettiva Erranti Erotici Eretici, organizzata dalla Fondazione Vacchi presso il Castello di Grottia Siena e, torna, al contempo, ad esporre a Pietrasanta, presso la Ex-Marmi, che ospita in agosto la sua personale Humus.
Sempre nel 2016 lavora alla sua prima installazione site-specific, intitolata Autostima ed esposta all’interno della collettiva Ecosistemi presso la Fondazione Biagiotti Progetto Arte di Firenze.Il 2017 di Simafra si apre con Eden, prima personale dell’artista a Londra, ospitata a Gennaio dalla Maddox Gallery. La stessa galleria lo inserisce, successivamente, nella collettiva Modern Masters.
Sempre con la Maddox Gallery partecipa, poi, ad Art Across Borders, fiera internazionale del Bahrain, mentre la Galleria Russo lo introduce tra gli artisti ospitati nel proprio stand per Arte Fiera, a Bologna. A maggio dello stesso anno presenta, presso la Galleria Russo di Roma, una nuova serie di opere raccolte nella mostra personale intitolata Aequilibrium. Nel gennaio 2018, insieme alla Galleria Russo, Simafra partecipa ad Arte Fiera a Bologna, dove presenta un’opera inedita.