Salve amici in America,
Siamo gli alunni delle classi VC e V D dell’Istituto Comprensivo Pablo Neruda di Roma e vi scriviamo per invitarvi a usare la nostra lingua, che, nonostante sia complessa, è pur sempre speciale.
Ci siamo chiesti come mai voi studiate l’italiano, forse per le vostre origini, vista la grande comunità italo-americana da quelle parti. Abbiamo scoperto, anche grazie alla Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, che l’italiano è la quarta lingua più studiata, dopo inglese, spagnolo e cinese. Grazie ai numerosi prestiti linguistici, oggi, numerose parole straniere sono diventate familiari e conosciute. Voi potete ordinare, ad esempio, un cappuccino seduti in un cafe in Bleecker Street, noi un cheeseburger in Via Casal del Marmo, usciti da scuola. Questo aiuta ma non basta. Serve impegno e studio, lessico e libri, esercizio e ascolto. Non è facile neanche per noi, a volte!
La lingua italiana è sempre stata la lingua dell’incontro e della comunicazione, tanto che quando non riusciamo a spiegarci usiamo il linguaggio dei gesti. È stato un italiano, Cristoforo Colombo, che, alla ricerca di nuovi territori, ha scoperto l’America e quel giorno ha cambiato la storia del mondo. Il vostro paese è stato meta di speranze e di sviluppo nel corso dei secoli per molti dei nostri antenati. L’uomo, del resto, è naturalmente migrante per cercare condizioni di vita migliori, anche se a volte sembriamo dimenticarlo.
Ma torniamo alla nostra lingua: molti studiosi la presentano come la lingua dell’amore anche perché le prime forme di scrittura in volgare italiano parlavano di questo, di “amor gentile”, di sentimenti puri, come ci ha descritto Dante, il nostro Sommo Poeta. È la lingua della musica lirica, delle arie di Puccini e Verdi, dalle melodie inconfondibili. È la lingua di Michelangelo, con accento spiccatamente fiorentino, il migliore a detta di tutti.
Non ci possiamo dimenticare della Bellezza, scritto con la lettera maiuscola, la Bellezza dei nostri paesaggi, dei nostri borghi medievali, dei tramonti di Roma, come ci mostra Sorrentino nei suoi film.
Oggi l’italiano viene ricordato per le tre F: Food, Fashion e Ferrari. Così si capisce subito come lo stile e il lusso, all’estero, siano associati al nostro piccolo paese.
Ma possiamo andare oltre, ci piacerebbe che la nostra lingua fosse un mezzo per incontrarci. Magari dopo una gita al Colosseo o agli Uffizi, con gli occhi pieni di bellezza, potremmo trovarci a tavola, per valutare a pieno i vostri processi linguistici. Tanto in Italia finisce sempre a “tarallucci e vino”!
Vi aspettiamo, studenti volenterosi di italiano!
I bambini e le bambine della VC e VD dell’Istituto Comprensivo Pablo Neruda di Roma