Dopo il taglio degli alberi di Piazza Politeama per fare posto a un’improbabile Tram cittadino, dopo la chiusura al traffico di Corso Vittorio Emanuele per fare spazio al percorso arabo-normanno targato Unesco, l’amministrazione comunale di Palermo mette a segno un altro colpo: lo sgombero di uno spazio culturale che tanti artisti della città avevano ricavato là dove un tempo andava in scena la Fiera del Mediterraneo. Nell’area cittadina ai piedi di Monte Pellegrino – dove per decenni la Sicilia, ogni anno, a maggio, organizzava la Fiera del Mediterraneo – gruppi di giovani artisti avevano dato vita al Teatro Mediterraneo Occupato. Iniziativa culturale importante in un Comune – Palermo – che ormai, per fare ‘cassa’, utilizza il marchio Teatro Massimo per i recital di Teresa Mannino, attrice brava, per carità, ma che, forse, con la grande musica non dovrebbe avere molto a che spartire. Ma tutto fa brodo in una Palermo dalla cultura tanto al chilo, da celebrare negli spazi del Teatro di Verdura, sede estiva del Teatro Massimo, sintesi architettonica-massonica, quest’ultimo, della Palermo a cavallo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900.
In una città che vive d’immagine, venduta sempre come piena ma quasi sempre vuota, sulle ceneri di una Fiera del Mediterraneo portata alla bancarotta, era germogliata un’originale iniziativa teatrale. Vuotate le ‘casse’ della Fiera del Mediterraneo (per riempire le tasche dei governanti, o presunti tali, del centrodestra siciliano, rara accozzaglia di ‘predoni’ matricolati e ‘fumati’, almeno per ciò che riguarda Palermo e dintorni), lo spazio, dopo anni di abbandono, è rinato grazie a iniziative culturali. Ma queste attività, a quanto pare, debbono aver fatto ‘ombra’ agl’intellettuali che, a Palermo, per antonomasia, sono gli esponenti del centrosinistra, personaggi sempre pronti a esibire, con le chiacchiere, i libri che non hanno mai letto.
Così Teatro Mediterraneo Occupato è stato chiuso dalla Polizia municipale della città. Cioè dal Comune retto da Leoluca Orlando. Cioè da un’amministrazione comunale di centrosinistra che ha mostrato il proprio volto militare e poliziesco. Con un blitz il sindaco e gli uomini e le donne in divisa hanno ‘ripulito’ la Fiera del Mediterraneo, riconsegnandola al silenzio che a Palermo, di solito, precede l’oblìo. Per ironia della sorte, lo sgombero del Teatro Mediterraneo Occupato (TMO) è arrivato a meno di 24 ore dal successo di Massa e Potere #2, prima produzione ufficiale del TMO per la regia di Claudio Collovà, spettacolo che ha registrato il tutto esaurito nello scenario del Festival delle Orestiadi di Gibellina. E’ evidente che a Palermo, dove ormai le attività culturali fanno praticamente ridere, si debbono essere presi d’invidia e avranno detto: “Ma come, a noi che siamo gl’intellettuali non ci caca nessuno, e questi se ne vanno a Gibellina a mietere applausi. Giammai!”. Da qui lo sgombero del Teatro.
A Palermo ci sono delle regole non scritte che vanno rispettate. Al centrodestra interessano i soldi e i ‘Paradisi artificiali’ (per i quali, per l’appunto, ci vogliono i soldi). Ai galli cedroni del centrosinistra panormita, specie se di marca orlandiana, non bisogna mai negare il ‘primato’ culturale, o presunto tale. Se qualcuno, nelle attività culturali, fa meglio dell’attuale amministrazione comunale, zact!, scattano le reazioni con la precisione di equazioni chimiche. Insomma, il successo del TMO non è stato ‘digerito’ dagli intellettuali del Comune di Palermo.
“Un successo – dicono i promotori del TMO – che è il frutto di un anno e mezzo di autogestione di uno spazio, riaperto alla città e alla partecipazione dei cittadini, delle associazioni e dei collettivi, nello scenario della Fiera abbandonata o riattivata malamente e senza prospettiva, e che ha visti impegnati 24 attori professionisti provenienti da tutta Italia ed i reparti tecnici nati in co-working nel teatro. Un successo scomodo, perché ancora una volta riafferma l’incapacità di questa amministrazione (firmataria, insieme al sindaco Leoluca Orlando dell’ordinanza di sgombero) nel comprendere il valore di un’esperienza di gestione come quella del Teatro Mediterraneo Occupato”.
Invidia in purezza, come certi Neri d’Avola siciliani che in estate si bevono un po’ rinfrescati. Niente uvaggi per i vini (cioè niente vini fatti con più varietà di uva). E niente ‘uvaggi culturali’ a Palermo: solo minestroni riscaldati dagli assessori e dagli intellettuali vicini al sindaco Orlando. Ma gli ‘sgomberati’ insistono: “Una presenza spinosa, quella del Teatro Mediterraneo Occupato all’interno della Fiera, perché fa da specchio al fallimento in materia culturale dell’amministrazione sia con i Cantieri della Zisa al solito stallo, sia con un Festino che inizia nel peggiore dei modi possibili, tra polemiche e ritardi”.
Messi malamente alla porta, i protagonisti del TMO si tolgono due ‘sassoloni’: i Cantieri culturali alla Zisa e il Festino. I Cantieri hanno visto la luce nell’ex area industriale e artigianale della città ai tempi della Belle Epoque, con i mobili Ducrot (primi del ‘900); area poi abbandonata per alcuni decenni per diventare teatro dei disastri industriali della Regione siciliana ‘imprenditrice’ (o quasi) negli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo passato; una zona ancora rilanciata dalle amministrazioni comunali di Orlando degli anni ’90, rinata, per l’appunto, come area culturale della città quando le ‘casse’ del Comune di Palermo erano piene di soldi. E oggi? Un mezzo disastro, un cimitero di elefanti. Quanto al Festino di Santa Rosalia, patrona di Palermo, quest’anno è stato organizzato all’insegna del caos, tra bandi zoppicanti e sostituzioni all’ultimo minuto. Confusione per mascherare la mancanza di risorse finanziarie.
Ma il tema caldo rimane lo spazio della Fiera che il Comune si è ripreso. Per fare che? Duro il commento di Turi Pirrone, protagonista del Teatro Mediterraneo Occupato che sul quotidiano on line Blog Sicilia, a proposito della Fiera del Mediterraneo, dice: “Un patrimonio cittadino lasciato all’abbandono e che solo grazie all’esperienza totalmente autogestita del TMO ha rimesso a disposizione di tutti i cittadini spazi culturali e artistici e ha riportato all’attenzione la stato di abbandono della Fiera del Mediterraneo. Quest’ultima , come tantissimi altri spazi nella nostra città risulta essere immagine di una amministrazione miope e guidata dagli interessi speculativi di privati”.
Su facebook il già citato Claudio Collovà (nella foto destra), attore e registra apprezzato, si cimenta in un lungo post: “Come si dovrebbe vivere. Perché la città si è fatta straniera è il titolo di un bellissimo libro di Heinrich Böll, premio nobel della letteratura nel 1972, tra i più noti e popolari romanzieri tedeschi del dopoguerra. E’ un titolo che oggi risuona forte e vigoroso nella nostra città. Una città espropriata da una piccola oligarchia al potere, armata di sigilli e con una piccola schiera di saldatori al seguito. Giudici ignoranti, arroccati nelle stanze chiuse del potere, che a nome della collettività con arroganza e decisionismo, mostrano i pugni, attivi come è stato attivo nei periodi bui di questa nazione il Potere. Sarà un caso, ma all’indomani di Massa e Potere # 2, primo spettacolo prodotto e ospitato, protetto con amore e professionalità, come dimostra l’enorme successo alle Orestiadi di Gibellina, tutto suona come una miserabile beffa. Bene, avete saldato il ferro delle porte, apposte le vostre dichiarazioni di sfratto, spinto fuori persone e materiali custoditi, consegnato all’oblio un luogo che era già parte dell’immenso patrimonio morente di questa città e lo avete fatto senza conoscere, senza discutere, senza immaginare altro al di là delle vostre povere convinzioni da perbenisti. Il Potere al potere. Complimenti vivissimi, caro sindaco, che nel mezzo dei casini da risolvere in questa città che ha ingenuamente avuto fiducia in te, non trovi meglio da fare che mandare via da un luogo liberato dalle macerie e dall’immondizia fisica e spirituale, degli artisti che dici di amare e proteggere. Vergogna! Non una parola è stata spesa per difendere l’unico luogo autogestito di questa città, non assegnato in delibere serali il 31 di dicembre di un anno qualsiasi, mai una visita è stata fatta per capire e imparare a vedere al di là del proprio naso. Complimenti davvero, ora vi sentirete in pace, voi assessori di sinistra, chiusi nelle dimore a parlare tra di voi, mentre centinaia di persone affollano serenamente ubriachi le strade del centro storico, infangate e affogate nell’alcol. Eppure ogni città europea ha luoghi autogestiti, autofinanziati, liberi dalle delibere consociative, liberi dalle imposizioni, dalle raccomandazioni, dalle amicizie malate e dall’appartenenza che a parole dici di avere sempre voluto combattere. Sai qual è la mia impressione? Che è proprio sull’appartenenza che il tuo Potere fonda la sua irascibile presunzione di sapere come fare. Pochi intelligenti contro una massa di deficienti. Questa città non ha nulla di libero, è tutta controllata, piena di eleganza volgare. Voi tutti sapete come fare! Il TMO non è stato produttivo? Falso! Non ha dato libera accoglienza a tutti gli artisti che lo chiedessero? Falso! Non ha creato lavoro? Falso. Nessun indotto? Falso. La verità è che ciò che è stato produttivo, non corrisponde alla vostra idea di produzione, la vostra idea di legalità è lontana anni luce dalla illegalità diffusa che proteggete e che sopportate con noncuranza. Eppure, caro sindaco, ricordo bene le tue parole durante l’occupazione del Teatro Garibaldi, anche quello un bene comune, parole che confermavano (ma era il periodo pre-elettorale) la possibilità che un centro autogestito potesse vivere e continuare a vivere come un isola felice, in un mare di regole, burocrazia, imposizioni, quelle sì, illegali. Non ho parole, ho solo la speranza che prima o poi andiate via. E ci liberiate dalla vostra scienza e sapienza. E complimenti davvero per la riapertura delle Fiera, vero polo e centro di produzione internazionale. Per due settimane abbiamo convissuto con la prepotente musica da discoteca e tra il puzzo del cibo chimico, in viali deserti. Se quella è la strada che indicate, io preferisco guardare altrove”.
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Alberto Mangano, sinistra: “Lo sgombero dei locali della Fiera occupati dal TMO – dice Mangano – appare un’operazione inutile e dannosa, in quanto non restituisce al bene sgomberato alcuna funzione economica e/o sociale, esponendolo in più al rischio di atti vandalici di cui l'Amministrazione, e quindi la città tutta, è oggetto in continuazione. Se qualche componente della Giunta pretendeva che si ristabilisse la legalità prima di avviare qualunque discorso sulle possibili forme di gestione di un bene pubblico abbandonato, adesso dovrà dimostrare di esserne capace.
Questo atto sembra essere l'unico prodotto di un’amministrazione prigioniera della mancanza di idee su come si possa realmente avviare un processo di cambiamento civile e democratico che punti sulla partecipazione attiva dei suoi cittadini. Sono sicuro che il Consiglio comunale, per parte sua, sarà in grado di produrre quei cambiamenti ai regolamenti che possano permettere forme di economia del bene comune in alternativa ai meccanismi speculativi del mercato”.
Più centrata la dichiarazione di Filippo Occhipinti, consigliere comunale di Italia dei valori: “L’occupazione abusiva – dice – non può mai essere considerata giusta, ma gli spazi comuni inutilizzati sono totalmente abbandonati al vandalismo e all’incuria: se questo deve essere il destino anche del Teatro del Mediterraneo alla Fiera, allora sarebbe stato meglio attendere fino alla decisione del consiglio comunale sul regolamento dei beni comuni. Chiederemo al sindaco di affidare in via temporanea la struttura agli stessi che sono stati sgomberati, facendo pagare magari una indennità di occupazione e dando loro la responsabilità della struttura. Ancora una volta questa giunta si segnala per la sua scarsa sensibilità sociale. Orlando intervenga in prima persona per trovare una soluzione”.
Seconda puntata/ continua
ps
Ci stavamo dimenticando di Rifondazione comunista. Parla Vincenzo Fumetta, segretario di questo partito a Palermo. "Purtroppo – dice Fumetta – in questa operazione siamo stati lasciati soli dalle altre forze politiche e dai consiglieri comunali che pur in questi mesi hanno lavorato e contribuito, insieme al collettivo del TMO, alla creazione della bozza del regolamento. Nell'incontro pubblico dello scorso 17 giugno alla Fonderia, che ha presentato alla città la bozza di regolamento, erano presenti diversi consiglieri comunali e i capigruppo dei due principali gruppi in consiglio comunale di maggioranza e di opposizione. In quella sede c'è stato un impegno pubblico a creare un tavolo partecipativo insieme all'amministrazione comunale per arrivare nel più breve tempo possibile all'approvazione del regolamento in Consiglio comunale. Bene, ora è il momento di agire con un'azione concreta, occorre evitare un'inutile tensione verso chi ha contribuito a far rivivere uno spazio, la Fiera del Mediterraneo, quando questa era totalmente abbandonata. Adesso è una questione politica – conclude Fumetta – occorre che chi ha detto in questi mesi di appoggiare il TMO e il loro progetto, faccia un passo e chieda pubblicamente di sospendere l'atto che prevede l'uscita degli artisti dal teatro in attesa dell'approvazione del regolamento comunale. Rifondazione Comunista Palermo questo passo l'ha fatto ma è stata l'unica forza politica".
Ma Fumetta lo sa che l'assessore comunale Giusto Catania fa parte di Rifondazione comunista? O anche l'assessore Catania, quello che chiude le strade cittadine nel nome della salubrità dell'aria, senza dare, però, ai cittadini alternative razionali, ha lasciato solo il suo partito? Oppure questa storia è una recita che riguarda anche il Teatro Mediterraneo Occupato? Chi è che ci dice che Rifondazione comunista non si sia venduto anche il TMO insieme con tutti gli artisti?
E' il momento di agire, dice Fumetta. I grillini, ad esempio, stanno agendo, E si sono schierati con gli artisti del TMO. La stessa cosa avrebbe dovuto fare Rifondazione comunista, chiedendo le dimissioni dell'assessore Catania. Ma non l'ha fatto, continuando a fare parte di un'amministrazione comunale 'appaltista' e taglia-alberi. Forse perché, anche per questo partito, le poltrone sono più importanti dei princìpi. Ma, a questo punto, perché Rifondazione, a cominciare dal segretario di Palermo, non confluisce nel PD? Tanto tra 'poltronisti' si dovrebbero intendere…