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September 19, 2016
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Renzi al vertice sui profughi: un fantasma si aggira per l’ONU

Al vertice delle Nazioni Unite su profughi e migranti il premier italiano non si è visto. Perché?

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
matteo renzi clinton

Matteo Renzi ospite dell'ex presidente Bill Clinton per l'annuale Clinton Initiative (Foto Palazzo Chigi/T.Barchielli)

Time: 4 mins read

Per lo storico summit su rifugiati e migranti, al Palazzo di Vetro si attendeva Matteo Renzi per scatenare lo “spirito critico” dell’Italia sull’Europa, accusata ora dal capo del governo italiano di essere un fantasma, di non aver una politica sulla grande questione delle masse migratorie etc etc. Ma invece, lo spettro visto aggirarsi per tutto la giornata al vertice dell’ONU alla fine ha preso le sembianze del premier italiano: un fantasma che nessuno ha visto.

Da quello che sappiamo o abbiamo visto, al Palazzo di Vetro Matteo Renzi non ha messo piede lunedì, anche se ai giornalisti era stato distribuito un calendario in cui il premier italiano era atteso per tre importanti appuntamenti: il discorso da tenere in assemblea plenaria per il vertice su rifugiati e migranti; una conferenza sempre sul tema che doveva presiedere con il presidente messicano Enrique Pena Nieto. E poi un incontro con il Segretario Generale Ban Ki-moon. Tutti appuntamenti cancellati. Per alcuni di questi, i giornalisti hanno saputo solo pochi minuti prima, mentre magari attendevano un intervento del premier italiano.   

Eppure la giornata a New York Renzi l’aveva iniziata proprio sul tema del vertice, convocando i giornalisti all’Hotel Michelangelo (dopo esser stato alla Columbia University con Renzo Piano per ammirare il nuovo lavoro dell’architetto) e annunciando: “Se l’Europa continua così noi dovremo organizzarci in modo autonomo sull’immigrazione: questo è l’unico elemento di novità di Bratislava dove si sono fatte tante parole ma non siamo stati in grado di dire parole chiare sul tema africano”. E ancora: “Ecco perché, con un eufemismo, non l’abbiamo presa benissimo. Juncker dice tante cose belle ma non vediamo i fatti. È un problema dell’Europa. L’Italia farà da sola, è in grado. Ma questo è un problema per l’UE:.

matteo renzi renzo piano
Matteo Renzi con Renzo Piano alla Columbia University (Foto Palazzo Chigi/T. Barchielli)

I giornali on line in Italia titolavano che queste erano dichiarazioni che Renzi avevo reso durante il vertice all’ONU, ma in realtà il premier le aveva fatte ai giornalisti inviati da Roma, nel suo albergo prima di andare all’appuntamento con la Clinton Global Initiative. Sarà poi questa apparizione nella conferenza organizzata dalla Fondazione dell’ex presidente  marito della candidata Hillary Clinton alla presidenza degli Stati Uniti, a far “ufficialmente” cadere l’appuntamento all’ONU col discorso per lo “storico” vertice. Invece si presenta il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che con un inglese sicuramente migliore, dirà al mondo quanto importante sia la questione emigrazione per l’Italia che non può continuare a far  tutto da sola…

Ma perché Renzi non arriva neanche alle tre per partecipare alla conferenza con il presidente del Messico sul “Global Compact delle migrazioni” che sarebbe il cavallo di battaglia del premier italiano? Quale altro impellente appuntamento era arrivato intanto? E poi, ancora, cosa succede per fargli cancellare anche l’incontro con Ban Ki-moon, mentre c’erano già i fotografi pronti dalle 4:30 per lo scatto che sarebbe dovuto avvenire alle 5? (Abbiamo chiesto all’ONU, e ci è stato detto che la diplomazia italiana aveva cancellato l’incontro la mattina, ma ai giornalisti è stato detto soltanto al pomeriggio inoltrato. Perché?)

Il mistero è durato: ma dove è Renzi? Forse ad un incontro segreto con il presidente Barack Obama che ha chiesto l’aiuto dell’Italia per come prevenire il terrorismo islamista in casa? O forse per farsi aiutare dagli americani per liberare i due tecnici italiani appena rapiti in Libia?

Chissà.  Ad un certo punto, da altri giornalisti giunge la notizia che aveva visto Amal Clooney (si la bella, intelligente e famosa moglie di George) con Nadia Murad sulla questione dei yazidi. Caspita! Un appuntamento con Amal, ma perché fuori dal Palazzo di Vetro? E perché tanto lungo da far saltare incontri così importanti per il peso dell’Italia sulla questione dei profughi e degli emigrati? Possibile?

Mentre scriviamo non sappiamo ancora perché Renzi non sia venuto alle Nazioni Unite per la giornata dedicata al tema che lui definisce un imperativo e per cui ha tirato le orecchie a Merkel e il resto dell’UE. Si certo, domani ci sarà un altro vertice sul tema profughi e migranti, ma questa volta si tratta di quello “ristretto” organizzato dagli USA con alcuni paesi (non l’Italia che partecipa ma non è organizzatrice). Insomma un evento che serve solo a Obama e che non abbiamo ancora capito perchè avviene a 24 ore da quello dove tutti avrebbero dovuto essere. Occasione persa quella di Renzi lunedì, che ha sminuito il messaggio che l’Italia sulla soluzione per i migranti si meriterebbe un ruolo guida. Invece sappiamo che tra tutti gli appuntamenti saltati lunedì, non è stato cancellato quello della sera per i Global Citizen Awards all’Atlantic Council, ovviamente bel lontano dal Palazzo di Vetro…

Domani, martedì, Amal o non Amal, Matteo Renzi al Palazzo di Vetro ci sarà sicuro. Parla il Presidente Barack Obama infatti, e poi alla sera deve parlare anche lui in Assemblea Generale. Ma avevamo pensato che dopo tutto il frastuono di porte sbattute a Bratislava, ecco avremmo scommesso che Renzi tenesse a spiegare personalmente le ragioni dell’Italia su come affrontare la sfida migranti e rifugiati. Forse Renzi ha pensato che una foto con Ban Ki-moon non valesse quella con Amal Clooney?  Forse ci conviene smettere di pensare e non sorprenderci più.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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