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UNGA77: Linda Thomas-Greenfield annuncia le strategie degli USA

Un rinnovato impegno per la difesa dei principi della Carta ONU e anche per la riforma del Consiglio di Sicurezza. Poi ha risposto anche alla domanda sulla Libia

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
UNGA77: Linda Thomas-Greenfield annuncia le strategie degli USA

L'ambasciatrice degli USA Linda Thomas-Greenfield durante la conferenza stampa all'ONU (Foto VNY)

Time: 3 mins read

L’Ambasciatrice USA alle Nazioni Unite Linda Thomas Greenfield ha tenuto una conferenza stampa al Palazzo di Vetro in cui ha indicato i maggiori temi che gli Stati Uniti vedono al centro dei lavori della 77esima Assemblea Generale che la prossima settimana vedrà la partecipazione dei leader mondiali a New York.

L’ambasciatrice ha esordito riprendendo le parole pronunciate in un recente discorso a San Francisco, e cioè che “Le Nazioni Unite oggi soffrono una crisi di fiducia e questa crisi è stata provocata dall’invasione della Russia in Ucraina”. Mentre il mondo si confrontava col “cambiamento climatico, nel mezzo di una pandemia e di una crisi di sicurezza alimentare… un paese membro permanente del Consiglio di Sicurezza invadeva un paese vicino. La Russia ha violato la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, calpestando i diritti umani, e perseguendo la guerra aperta invece che una pace negoziata. Un membro permanente del Consiglio di Sicurezza ha colpito al cuore la Carta delle Nazioni Unite. Quindi questa guerra è un test sui principi fondamentali su cui le Nazioni Unite sono state fondate, ma la nostra risposta non sarà quella di abbandonare i principi su cui questa organizzazione è stata fondata, ma ci impegneremo il doppio per un mondo pacifico e più vicino ai nostri principi di sovranità, integrità territoriale, pace e sicurezza. Per questo la prossima settimana sarà così critica”.

Per l’ambasciatrice Thomas-Greenfield, questo “è il momento di difendere le Nazioni Unite e dimostrare al mondo che possono ancora occuparsi delle più urgenti sfide globali”.  Queste grandi sfide sono: “Occuparsi della fame e della insicurezza alimentare (828 milioni di persone vanno a letto affamate ogni sera!), occuparsi della insicurezza sulla salute, sostenere la Carta dell’ONU e modellare il futuro delle Nazioni Unite”.

Quando si è passati alle domande, a chi le chiedeva se l’invasione dell’Ucraina sarà sempre al centro delle discussioni, l’ambasciatrice ha detto “no, non sempre”. E quando un’altra giornalista le ha fatto notare che la risposta appariva “sorprendente”, lei ha indicato che ci saranno anche altri temi importanti in discussione.

Quando è stata la volta della nostra domanda, le abbiamo chiesto della Libia, e cioè se a dieci anni dalla morte dell’ambasciatore USA Christopher Stevens a Bengasi, gli Stati Uniti abbiamo intenzione di impegnarsi meglio per la stabilizzazione del paese. E poi, apprezzando i “mea culpa” del suo discorso di San Francisco in cui ha ammesso come gli USA in passato non abbiano sempre rispettato la Carta Onu, le abbiamo fatto notare che da Samarkanda, anche il presidente cinese Xi in un discorso impegna la Cina a rispettare e difendere la Carta Onu. Ecco, come cercheranno gli USA di rendere credibili le promesse di voler rispettare e difendere sempre i principi della Carta Onu, quando tra due anni ci potrebbe essere un’altra amministrazione alla Casa Bianca con idee ben diverse?

L’ambasciatrice USA Linda Thomas-Greenfield

L’ambasciatrice ha replicato: “Diamo il benvenuto all’impegno cinese di difendere la Carta Onu. Gli Stati Uniti sono sempre stati impegnati nel difendere la UN Charter. E anche se quattro anni fa quell’impegno appariva difficile e non era così fortemente promosso, comunque era supportato da molti americani, NGOs, governi statali, e continueremo a spingerlo avanti. Ma il nostro obiettivo è farlo bene ora, scolpire questi impegni sulla pietra, per andare avanti e far sì che questa organizzazione, di cui facciamo parte, che ci rappresenta, continui a funzionare. Non c’è niente di meglio delle Nazioni Unite. Non sono perfette, l ripeto sempre, ma sono quelle che abbiamo. Noi siamo uno stato membro, e ci sono tanti altri stati membri che continueranno questo sforzo con noi oggi, come anche tra cinque anni”.

Quando il portavoce è passato ad altre domande, abbiamo insistito: e della Libia? Ci dice qualcosa?

“Noi siamo assolutamente impegnati sulla Libia. Abbiamo una ambasciata con l’ambasciatore Norland. Noi abbiamo molto appoggiato quello che l’ONU sta facendo in Libia, incluso spingere le Nazioni Unite ad annunciare il nuovo inviato speciale.  Noi continueremo a lavorare con i nostri partner per trovare soluzioni per andare avanti. Il nostro impegno non è mai mancato in Libia”.

Nella presentazione, l’ambasciatrice aveva anche parlato dell’impegno americano per una riforma del Consiglio di Sicurezza. Quando le è stato chiesto quali fossero le prossime mosse USA, soprattutto su una riforma che allargasse i seggi permanenti alla Germania, Giappone, India, e come avrebbe convinto la Cina e la Russia ad accettarla, Thomas-Greenfield ha detto che il presidente Biden dirà qualcosa in più a riguardo nel suo discorso e che il Segretario di Stato Blinken la prossima settimana sarà coinvolto in incontri per prendere degli impegni su come gli USA vogliono spingere il processo di riforma avanti.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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