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July 13, 2015
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La resa di Tsipras: dall’Europa dei popoli all’Europa degli strozzini

Carmelo RaffabyCarmelo Raffa
Time: 4 mins read

Europa: doveva essere dei Popoli e invece è diventata un’accozzaglia di speculatori. Nella mattinata di oggi e dopo giornate e nottate di trattative si è conclusa la vicenda problematica della Grecia. Il leader ellenico, Tsipras, ha promesso di impegnarsi affinché il Parlamento di Atene approvi in fretta e furia e nell’arco di tre giorni alcune riforme in materia di pensioni, fisco, accesso al mercato e interventi in materia di giustizia. Di converso scatterà il terzo programma di salvataggio che porterà nelle ‘casse’ greche, nell’arco di tre anni, un nuovo finanziamento  di 82 -86 miliardi di euro.

Il ‘rivoluzionario’ Alexis Tsipras quasi alla fine delle trattative, come atto dimostrativo estremo, si è tolto anche la giacca per chiedere a Merkel & Co. se volevano anche quella. Ciò dimostra che la Signora Angela Merkel è riuscita nell’intento di raschiare in fondo al barile greco.

Il premier italiano e leader del Partito Democratico, Matteo Renzi, dopo la conclusione della triste vicenda greca è apparso felice e contento ed ha affermato che: “Una chiusura sarebbe stata insensata dopo tutto il percorso fatto”. L’entusiasmo del capo del Governo italiano non corrisponde all’umore che si registra nel popolo greco che, a fronte di quest’intesa, dovrà, ancora una volta, sopportare pesanti e estremi sacrifici sull’onda di un’Europa unita (o quasi) nata male e cresciuta peggio.

Nei giorni scorsi abbiamo letto commenti sull’Europa da parte di una personalità che aveva contribuito assieme a Silvio Berlusconi a far partire la moneta unica “Euro”. Romano Prodi è apparso quasi pentito di com’è nato l’Euro e da dei consigli in merito alla mancata solidarietà europea nei confronti dei singoli Stati membri.

Un’altra personalità del mondo Euro e precisamente l’ex Presidente del Consiglio, Massimo D’Alema in un’intervista televisiva ha affermato che la maggior parte dei finanziamenti accordati fin qui alla Grecia sono andati a finire a rimpinguare le banche tedesche che “avevano approfittato della crisi ellenica per comprare i titoli greci lucrando un tasso annuo del 15%”.

Sarebbe questa l’Europa dei Popoli? Se Atene piange, Roma non ride, anche se notiamo ottimismo e il sorriso sulle labbra di Matteo Renzi. L’Italia ha già pagato molto sull’altare dell’Europa e gli italiani l’hanno fatto fin dall’inizio, perché non possiamo dimenticarci che quando è partita la moneta unica, primo gennaio 2002, contestualmente partiva un’ondata speculativa che faceva lievitare anche del 100% i prezzi sui prodotti.

Il nostro Paese è stato già sacrificato, quasi come la Grecia, per il forte debito pubblico preesistente all’Euro cresciuto a dismisura. Oggi l’Italia ha un debito pubblico pari a circa 2 mila e 200 miliardi di euro: 300 miliardi di euro in più rispetto a quando – era l’autunno del 2011 – si è insediato il governo Monti: la dimostrazione matematica che le politiche di austerità, imposte al nostro Paese dalla Troika, Unione Europea in testa, con pesanti tasse e imposte (valga per tutte l’Imu) non hanno ridotto, ma hanno fatto aumentare, contemporaneamente, povertà e debito pubblico. Insomma, visto che il nostro debito pubblico è sette volte quello greco, beh, Renzi farebbe bene a non ridere…  

Così torniamo a interrogarci: dov’è l’Europa dei Popoli? La Banca centrale Europea solo negli ultimi anni e con la guida di Mario Draghi ha dato un po’ di ossigeno al sistema economico, comprando in proprio una piccola parte dei titoli emessi dagli Stati deboli allo scopo di frenare ondate speculative. Col senno del dopo non sarebbe stato opportuno che fin dalla creazione di questa strana Europa si rinunziasse a egoismi e si partisse senza creare svantaggi a nazioni cosiddette deboli?

Eppure, stranamente, l’Europa, negli anni scorsi e in più riprese, ha concesso deroghe alla Germania: deroghe finalizzate alla completa integrazione tra la Germania Est e quella dell’Ovest. Ad Angela Merkel, che proviene dalla Germania ex povera dell’Est, piace il detto: “Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato, ha dato e scordiamoci il passato”?

No, cara signora Merkel così non si può continuare! Oggi è toccata alla Grecia e non possiamo dimenticarci che precedentemente tanti conti salati sono stati addebitati ai cittadini italiani e spagnoli e i tedeschi continuano a intascare.

Sì, purtroppo i tedeschi incassano anche ciò che non dovrebbero. In Italia esiste una legge che combatte l’usura. Provvedimenti che, magari, qualche volta, colpiscono persone sbagliate al posto dei veri responsabili. E se, come afferma Massimo D’Alema, le banche tedesche hanno lucrato un tasso del 15%, come si può definire tale operazione, se non forte usura, dal momento che le stesse banche utilizzano risorse monetarie della Banca Centrale Europea a un tasso dello 0,15%?

L’Europa dei Popoli non c’è, ma di converso subiamo quella del ‘Dio denaro’, della speculazione, dell’egoismo umano che continua fare male alla gente che soffre. S’inverta subito la rotta e se ciò non fosse possibile se ne prenda atto e si metta la parola fine a questa falsa “Nazione Europa”.

 

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Carmelo Raffa

Carmelo Raffa

Dopo una vita vissuta nel mondo bancario, nel Sindacato e in attività di carattere sociale, da alcuni anni mi diletto a scrivere note su Economia e Politica, con particolare attenzione per le problematiche che affliggono la Sicilia, dove vivo, e il Mezzogiorno d’Italia. A sessant'anni suonati continuo quasi quotidianamente a chiedermi in che modo posso contribuire per rendere più vivibile la mia terra? E poi… cosa si può fare per un mondo più giusto?

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