Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
May 29, 2020
in
Primo Piano
May 29, 2020
0

America col deja vu di rabbia anti razzista: Minneapolis brucia, Trump: spareremo

Dopo l'orrenda morte dell'afroamericano George Floyd per le brutali violenze della polizia, i protestanti appiccano il fuoco. Trump: "sindaco debole di sinistra"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
America col deja vu di rabbia anti razzista: Minneapolis brucia, Trump: spareremo

La stazione di polizia di Minneapolis incendiata dai manifestanti

Time: 5 mins read

Quello che sta accadendo a Minneapolis sembra un film dell’orrore già rivisto molte volte, con protagonisti i fantasmi di quella storia che continua a tormentare questo paese: accadde la stessa violenza più di mezzo secolo fa a Newark e altre città degli USA. Violenza che chiama violenza, senza via di scampo. Ancora una volta il razzismo è la scintilla che fa scoppiare i tumulti, la rabbia che si sfoga e che porta violenza e altra rabbia. Ma mezzo secolo fa non c’erano i cellulari a filmare e mostrare al mondo la bestialità del razzismo in divisa e le sue conseguenze…

A Minneapolis i manifestanti da due giorni protestano per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso dalla polizia, soffocato dal ginocchio di un agente conficcato sulla gola mentre implorava che non riusciva a respirare, immagini terribili che hanno fatto il giro del mondo. Ma come era ormai prevedibile, la protesta all’inizio pacifica, si è presto trasformata in rabbia e devastazione, anche perché, seppur gli agenti protagonisti della morte di Floyd fossero stati licenziati subito, allo stesso tempo non sono stati ancora incriminati. Questo nonostante il video mostri come Floyd muoia praticamente nelle loro mani, per le loro violenze, mentre implora per la sua vita, e nonostante la gente attorno filmasse la scena, nonostante questi video testimonianze, il fatto che l’incriminazione degli agenti ancora non sia arrivata ha scatenato ancora più rabbia tra i manifestanti.

Così ecco che è esplosa  la rabbia, con la folla di manifestanti che dopo aver assaltato e devastato alcuni centri commerciali di Minneapolis, ha alla fine anche occupato una stazione di polizia dandole alle fiamme e incendiando anche un negozio di alcolici.  La situazione è risultata molto pericolosa anche perché le autorità hanno detto che il fuoco avrebbe potuto far esplodere delle munizioni che ti trovano nella stazione di polizia.

Strade quindi con automobili devastate e lacrimogeni dappertutto mentre gli agenti hanno esploso proiettili di gomma contro i dimostranti.

Intanto il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey ha dichiarato lo stato d’emergenza,  chiedendo aiuto allo Stato, per riportare “l’ordine e la calma”. Già 500 soldati della guardia nazionale sarebbero in arrivo a Minneapolis per riportare l’ordine nelle strade e si teme che oltre ai danni materiali ora possa sgorgare altro sangue.

Quello che è esploso a Minneapolis, rischia di allargarsi a tutti gli Stati Uniti, come del resto accadde oltre 50 anni fa dopo i tumulti di Newark. Alcune persone sono state arrestate ieri sera a New York dopo che centinaia di manifestanti si erano ritrovati a Union Square a Manhattan,  per protestare l’assassinio di George Floyd ed esprimere la propria rabbia contro la violenza razzista della polizia nei confronti degli afroamericani. Ricordiamo che quello che è successo a Minneapolis, era successo sei anni fa a New York, quando a Staten Island dei poliziotti avevano strangolato l’afroamericano Eric Garner, che prima di morire aveva urlato, come Floyd, sempre ripreso dai cellulari, “non posso respirare, non posso respirare…”. Downtown Manhattan, nei pressi di City Hall, c’è stato un lancio di bottigliette e altri oggetti verso gli agenti. Poi sono seguiti alcuni arresti.

Proteste e scontri, anche se meno gravi, anche in molte altre città degli USA, tra cui Oakland e San Francisco, in California, a Denver, in Colorado.

Intanto c’è anche l’incognita di avere Trump alla Casa Bianca: già, non il presidente adatto alla situazione, dato che basterebbe un suo tweet per esasperare la situazione ulteriormente. E infatti il tweet di Trump non si è fatto attendere e mentre scriviamo queste note, il presidente USA ha lanciato le sue bombe nel web, come si poteva prevedere, aizzando gli animi invece di calmarli. Trump, ha scritto di “non poter restare a guardare mentre accade questo a una grande città americana come Minneapolis. Totale mancanza di leadership. O il molto debole sindaco radicale di sinistra, Jacob Frey, si da una mossa e fa tornare la città sotto controllo, o sarò io a mandare la guardia nazionale a sistemare tutto…”.

Il sindaco Frey, proprio allo stesso momento dell’arrivo dei tweet presidenziali, dichiarava in una conferenza stampa di aver dato lui l’ordine di far evacuare la stazione di polizia (vedi video sopra)  perché “tra il rischiare la vita delle persone o la sicurezza di un edificio, noi sceglieremo sempre di preservare la vita delle persone”. Trump, in un precedente tweet, aveva scritto anche di aver  già parlato con il governatore del Minnesota Tim Waltz “per dirgli che l’esercito è con lui fino in fondo”…  perché “quando iniziano i saccheggi, si inizia a sparare. Grazie!”. 

Altro che virus covid-19, il male più resistente e pericoloso dell’America che nessun vaccino potrebbe estirpare resta il razzismo. Una piaga secolare, con i suoi spettri che tornano a tormentare il futuro di questa nazione.

AGGIORNAMENTO

Dopo quel twitter della notte in cui il presidente Trump scriveva “si inizia a sparare, grazie!”, il social ha messo un avviso ai lettori sul contenuto, che per il suo linguaggio di istigazione alla violenza violava le sue regole, precisando che lo avrebbe lasciato comunque accessibile per ragioni di interesse nell’informazione del pubblico… Subito è arrivata la reazione di Trump, che ha ribattuto colpo su colpo, come potete vedere e leggere sotto. Trump ribadisce che “Twitter non fa nulla per tutte le bugie e la propaganda postata dalla Cina o dai radicali di sinistra del Partito Democratico. Hanno come obiettivo i Repubblicani, i conservatori e il Presidente degli Stati Uniti. La Sezione 230 dovrebbe essere revocata dal Congresso. Fino ad allora, lo regoleremo”. E così via… La guerra tra Trump e Twitter continua.

AGGIORNAMENTO 2

E intanto, come per rimarcare il clima di intolleranza che c’è negli USA anche nei confronti del Primo Emendamento e della libertà di stampa, un clima che il presidente Trump ha contribuito moltissimo a creare, ecco che arriva pure la notizia che una squadra di giornalisti della CNN che stava riprendendo a Minneapolis le manifestazioni di protesta e gli scontri è stata arrestata dalla polizia (dello Stato non della città). Nonostante il corrispondente Omar Jimenez, a quanto ha riferito la CNN, dicesse più volte ai poliziotti che lo stavano ammanettando che sarebbe bastato dirgli dove mettersi e si sarebbero subito spostati, il giornalista e la sua squadra di operatori sono stati tratti in arresto e per diverse ore. Sono stati rilasciati dalla polizia dello Stato del Minnesota solo dopo l’intervento del governatore, Tim Waltz, che ha fatto anche le scuse al presidente della CNN Jeff Zucker.

AGGIORNAMENTO 3

Venerdì, 3:30 pm, ora di NY. Derek Chauvin, il poliziotto che si vede nel video con il ginocchio sul collo di George Floyd, è stato arrestato con l’accusa di omicidio di terzo grado.

Share on FacebookShare on Twitter
Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

DELLO STESSO AUTORE

Addio, Francesco: il Papa che indicò chi poteva ancora salvare il mondo

Addio, Francesco: il Papa che indicò chi poteva ancora salvare il mondo

byStefano Vaccara
Timothy Snyder sui pericoli per la democrazia nell’epoca dell’“Oracolo” Trump

Timothy Snyder sui pericoli per la democrazia nell’epoca dell’“Oracolo” Trump

byStefano Vaccara

A PROPOSITO DI...

Tags: America bruciaAmerica razzistadiscriminazione razzialeDonald TrumpEric GarnerGeorge FloydMinneapolisMinneapolis bruciaNewarkRazzismo
Previous Post

Magistratura senza più veline? Il “Caso Palamara” e lo stupore degli ipocriti

Next Post

Il razzismo, l’America che se ne frega e quella che spera ancora nella giustizia

DELLO STESSO AUTORE

Il “Doge” di Guterres: l’ONU si prepara alla tempesta Trump

Il “Doge” di Guterres: l’ONU si prepara alla tempesta Trump

byStefano Vaccara
Nel 2025 le Nazioni Unite compiono 80 anni: speriamo che se la cavino

Nel 2025 le Nazioni Unite compiono 80 anni: speriamo che se la cavino

byStefano Vaccara

Latest News

Americani che atterrano in Cina denunciano di essere sottoposti a “test invasivi”

Americani che atterrano in Cina denunciano di essere sottoposti a “test invasivi”

byFederica Farina
Arizona, veterano dell’Iraq rischia la deportazione pur essendo in regola

Arizona, veterano dell’Iraq rischia la deportazione pur essendo in regola

byAnna Capelli

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Il razzismo, l’America che se ne frega e quella che spera ancora nella giustizia

Il razzismo, l'America che se ne frega e quella che spera ancora nella giustizia

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?