La 74esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è finalmente entrata nel vivo: dopo i preparativi dei giorni scorsi, i leader mondiali si sono presentati al Climate Action Summit di lunedì mattina e hanno esposto i loro piani ambiziosi per contrastare il cambiamento climatico.
La conferenza al Palazzo di Vetro è stata il culmine di una settimana di dibattiti, proteste di piazza e incontri tra giovani attivisti. Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha dato il via ai lavori con un messaggio chiaro: “Il biglietto di ingresso per questo Vertice non è un bel discorso ma azioni concrete. […] C’è un costo per qualunque cosa, ma il costo maggiore è non fare nulla”. Di fronte alle delegazioni di 193 paesi, Guterres ha aggiunto di non voler essere complice e ha esortato i governi ad “allacciare le scarpe da corsa per vincere la gara del cambiamento climatico”, perché “non è troppo tardi e possiamo riuscirci”.

Non è la prima volta che il segretario generale si esprime con parole forti a sostegno degli ambientalisti. Accanto a lui, sul palco, Greta Thunberg si è rivolta ai leader con toni ancora più accorati, gli occhi colmi di lacrime di rabbia, ripetendo prima di ogni frase: “How dare you?” (Come vi permettete?). Dalle fila della stampa e del pubblico tanti applausi alla sedicenne svedese, che aveva annunciato la presenza al Summit già sabato. “Vi staremo a guardare”, ha esordito Greta. “Ma come vi permettete? Dovrei essere a scuola, non qui, ma voi avete rubato il mio sogno”, ha continuato, accusando i politici di non essere ancora maturi abbastanza e di girare lo sguardo dall’altra parte mentre tanti soffrono le conseguenze del riscaldamento globale. “Non capite, perché mi rifiuto di pensare che possiate essere così malvagi… Non vi perdoneremo, non ve la faremo passare liscia”, ha concluso prima di lasciare la scena ai rappresentanti degli Stati membri.
È stata quindi la volta di capi di stato e di governo, sindaci, imprenditori ed esperti. A personalità del calibro di Angela Merkel, Emmanuel Macron, Bill Gates e Michael Bloomberg è toccato dare risposta alle questioni sollevate dai giovani e alle loro richieste.
Sebastián Piñera, il Presidente del Chile, ha annunciato la creazione del “Climate Ambition Alliance”, per riunire i paesi che sono già pronti all’impegno di agire nel 2020, lavorando per raggiungere l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050. Questo gruppo comprende 65 paesi, 10 regioni, 102 città, 93 imprese e 12 investitori.
Tra i banchi delle rappresentanze si è sentita la mancanza del presidente americano Donald Trump, che non si è risparmiato una breve passerella tra gli ospiti prima di recarsi alla conferenza sulla libertà di religione in concomitanza.

Sponsorizzato dagli Stati Uniti, il programma di un evento alternativo è stato il chiaro messaggio dell’amministrazione americana: Trump non ha né intenzione di partecipare alla battaglia per salvare il pianeta, né interesse ad ascoltare le proposte degli altri per rallentare il declino.
L’intervento del Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte al Climate Action Summit è previsto per il pomeriggio e analizzeremo la posizione italiana con un servizio a parte.