Dating. Così dicono qui, quando ci si frequenta con qualcuno. A cui segue poi, tutto un cerimoniale di regole, che è impossibile comprendere, anzi, che anche per chi vive qui da un po’, è difficile seguire, un po’ come nel rugby.
Se un uomo vi invita a cena, allora è un appuntamento, se paga lui allora probabilmente si aspetta di venire a casa vostra subito dopo, se si divide il conto, non c’è storia, non lo vedrete probabilmente mai più. Se dormite a casa sua, potrebbe sentirsi oppresso, se dorme lui a casa vostra invece, potreste trovarvelo davanti alla porta il giorno dopo e comunque lo fareste sentire troppo a suo agio. E allora cosa fare? Le opzioni sono due. Prendere un taxi nel cuore della notte per tornare a casa propria, o rimanere fregandosene delle conseguenze. Ed evitare così la famosa “walk of shame,” o camminata della vergogna, che ha messo in imbarazzo probabilmente mezzo mondo, e non solo a New York.
A NY c’è una tendenza di fondo. Molte donne abbandonano o buttano nel dimenticatoio la loro femminilità, per comportarsi come gli uomini. Questo, accade molto spesso per disperazione. Disperazione di non aver trovato l’uomo giusto, trovandosi a 30 o magari 40 anni, con una brillante carriera, ma nessuno con cui condividere i piaceri della vita. Vedo continuamente, donne belle e intelligenti essere mollate da uomini poco attraenti e con poco cervello. Donne straordinarie, famose, in carriera, perdersi perché un uomo non risponde alle loro chiamate o messaggi. Vivere qui fa dimenticare spesso che bisogna farsi desiderare, le bellezze del corteggiamento, del sentirsi speciali per qualcuno. Ed invece la dura realtà è che c’è chi viene lasciato tramite messaggi, al telefono e nel peggiore dei casi via facebook ed email.
New York è piena di gente sola. La vedi in fila a fare la spesa ogni giorno, nei locali, dopo il lavoro, i singles, a casa nessuno li aspetta. Alcuni di loro lo fanno per scelta, e a questi va fatto tanto di cappello, perché riescono a godersi il bello dell’essere soli e indipendenti.
Passiamo dunque a quello che interessa di più a tutti, ma specialmente a noi donne, l’amore. Essere in cerca dell’amore non è facile, ovunque. In America e soprattutto a NYC, hanno cercato di facilitare le cose ai single creando applicazioni e siti d’incontri, –match.com il più gettonato, christianmingle.com se si è selettivi nelle credenze religiose- . Ma non era vero che non esistono regole in amore? Forse ci siamo sempre sbagliati, ed invece esistono eccome. Una di quelle più utilizzate dalle donne che vivono qui è ad esempio il Play Hard to Get, per essere eleganti, il farsi desiderare dagli uomini. Trovandoci in una giungla del sesso, dell’amore e della etnicità sperare di trovare qualcuno che sia monogamo a NYC è quasi più difficile che ricompaiano i dinosauri.
Ad ogni modo, questa regola sembra in parte funzionare. Due autrici Sherrie Schneider ed Ellen Fein diventate ufficialmente le guru delle donne in America, hanno dedicato addirittura un libro alla faccenda, “Not Your Mother’s Rules: The New Secrets for Dating” – “Non le regole di vostra madre: i nuovi segreti della frequentazione”-.
Nel libro, le scrittrici consigliano alle donne di farsi desiderare di più, specialmente quando si tratta dei social network. Prima regola: mai contattare tramite facebook, email o messaggi di testo, un uomo che si vuol frequentare. Inoltre ragazze, udite udite, non dovremmo mai essere noi a prendere l’iniziativa, nè nella vita reale né sui siti di incontri.
“Se un uomo è interessato a voi, vi contatterà. Lasciate che vengano loro da voi” scrive la Fein nel libro. Una volta che li avrete in pugno scrivono le autrici, “ignorateli, almeno per un po’”. Altra regola ferrea, che però trovo molto utile, visto che viviamo tutti col cellulare in mano, è “mai rispondergli dopo un nano-secondo, ma lasciate che cresca un po’ di mistero” come suggerisce giustamente la Fein. Il prossimo step quindi, è il controllarsi nel farsi sentire. Mai essere ossessive, mai sparire per giornate intere, mai farsi sentire frettolosamente. Le due autrici dedicano un intero capitolo a come e quando farlo, dando addirittura consigli a seconda dell’età. Le giovani donne, hanno un limite massimo di 30 minuti per rispondere ad un messaggio o richiamare. Le più “attempate” invece, dovrebbero aspettare addirittura 4 ore, o comunque il più a lungo possibile prima di farsi sentire. Per quanto riguarda il sesso telefonico poi, non ne parliamo. “Non farei sesso virtuale con nessuno a meno che non abbia un anello al dito” ha dichiarato la Fein “non mandate sexy email, foto o messaggi, perchè non li riavrete indietro nel caso vi lasciate”.
Non dovremmo mai inviare email dopo mezzanotte, scrivere sul profilo facebook di un uomo che ci interessa o provare a richiedere l’amicizia a suoi amici o familiari. “Alcune ragazze vanno ossessivamente sulla pagina facebook del ragazzo che gli piace, e la studiano come se fosse il Talmud! Questo non aiuta” dice la Fein. Ma soprattutto nel caso di facebook mai contattarli continuamente, facendo insomma quasi del cyberstalking, soprattutto nel caso in cui non ci risponda. Detto questo, ho pensato che se le due autrici hanno ragione, io sono rovinata. Ho fatto nell’ordine tutte queste cose, uso compulsivo di facebook compreso. Dovremo dunque seguire questi suggerimenti, oppure no?
Mi piace pensare che l’amore sia in realtà una cosa molto semplice, che arriva proprio quando non lo cerchiamo e che nessuna regola vale in questo campo. Mi rendo anche conto però, che è più facile per tutti seguirle, far crescere la speranza che attraverso un sistema di comportamento si possa trovare la persona giusta. Speriamo ci sia speranza per noi quindi, che stiamo ancora aspettando.