Martedì l’America va alle urne per scegliere chi, tra Barack Obama e Mitt Romney, governerà il Paese nei prossimi quattro anni. Per America Oggi Obama merita di essere rieletto. La nostra scelta non è influenzata soltanto dalla personalità e dai meriti (o demeriti) di ciascuno dei candidati, ma da ciò che crediamo debba essere il futuro della politica degli Stati Uniti e della considerazione che il Paese debba avere tra le nazioni industrializzate.
Quando, nel gennaio del 2009 Obama si è insediato alla Casa Bianca, il Paese era sprofondato nella più grave crisi economica dai tempi della Depressione del 1929. Il tutto conseguenza della cupidigia di Wall Street e dell’assenza di regole nel settore finanziario. Alcuni colossi come Lehman Brothers erano falliti, altre grandi banche erano sull’orlo della bancarotta, così come l’industria dell’auto. La disoccupazione cresceva in modo esponenziale mese dopo mese.
Obama ha adottato una serie di misure di sostegno che hanno contribuito a salvare gli istituti di credito e le case automobilistiche e conseguentemente milioni di posti di lavoro. Contemporaneamente l’Amministrazione ha spinto per l’approvazione di regole che impediscano che la cosidetta "finanza creativa" possa provocare nuove crisi del genere in futuro.
Altro merito di Obama è stata l’approvazione della riforma sanitaria. Una riforma a metà – per noi che la guardiamo con un "occhio europeo" e la raffrontiamo con i sistemi sanitari dei Paesi del Vecchio Continente – ma pur sempre un passo avanti che consente a 50 milioni di cittadini senza copertura di potersi assicurare indipendentemente dal fatto che abbiano malattie preesistenti.
Certo, non tutte le promesse di Obama sono state mantenute, ma bisogna dare atto al presidente che negli ultimi due anni la "valanga Tea Party", che ha portato alla conquista della maggioranza alla Camera da parte del Partito Repubblicano, ha di fatto paralizzato i lavori parlamentari.
Mitt Romney è sicuramente un imprenditore di successo, ha guadagnato centinaia di milioni e li ha fatti guadagnare a tanti altri. Ma è un esperto della finanza, non un capitano d’industria. Un John Pierpont Morgan, non un Henry Ford. E poi, una nazione non è un’azienda. Negli Stati Uniti ci sono oltre 300 milioni di uomini e donne, ciascuno di loro ha aspirazioni, esigenze e necessità ai quali uno Stato moderno deve dare risposte, opportunità ma anche servizi e sicurezza.
Servizi e sicurezza che un governo non può demandare ai privati, come Romney e i suoi compagni di partito propongono.
*Pubblicato anche su America Oggi