Bossi è sempre Bossi – tuona una pasionaria leghista – non si può toccare. E’ il nostro mito".I leghisti mi ricordano quella miaconoscente cornuta che non voleva riconoscere di esserlo per non perdere l’alto concetto che aveva di se stessa e i vantaggi economici e sociali che le derivavano dall’essere "la moglie di…" il quale l’umiliava in pubblico senza ritegno.
La famiglia Bossi ha preso tutti i suoi elettori per i fondelli. C’è gente che si accontenta di andare a traino anche di un bandito pur di vivere di luce riflessa: "il popolo di Bossi" ossia il servo di Bossi, perché l’ha servito finora come un padreterno. Questo non ha condotto il suo popolo da nessuna parte, a parte esser lui andato al governo, dove ha solo mangiato a sbaffo e contribuito al declino del nostro Paese.
Orgoglio padano? Ma quale orgoglio? E’ motivo d’orgoglio esser stati fottuti ed essere considerati dei corrotti? Se uno ha un minimo di orgoglio non resta in una banda di impostori e evita d’ora in poi di farsi vedere in un tale ambiente. L’orgoglio è cosciente fierezza di una determinata appartenenza o di un proprio merito; invece questa è boria, cioè esagerata valutazione della Lega che viene considerata superiore in tutto e per tutto. Quindi appartenere alla Lega è motivo di vanto. Certo, perché la Lega è padrona di una massa di gente che ha bisogno di "nuove regole" – come ha sostenuto Maroni – per vivere. Ma non ci sono già quelle dello Stato? Se fossero state seguite, nessuno si sarebbe sognato di rubare nelle casse leghiste. Il popolo padano farebbe meglio a non parlare di orgoglio leghista che c’è solo da vergognarsi di essere un leghista, oggi come ieri. Ma che gente è quella che ha potuto prendere sul serio un millantatore come Bossi con tutte quelle sue carnevalate pseudo-celtiche?
Il problema principale è l’ignoranza: si è perso perfino il significato del termine "orgoglio", oltre al suo effettivo valore. Una persona ignorante non ha personalità: non sa, di conseguenza non è capace di giudicare con un proprio metro di giudizio e sposa quello altrui, perché non si è formata uno spirito critico. E’ manovrabile.
Non ci vuole una gran cultura però, basterebbe aver seguito con profitto la scuola dell’obbligo; purtroppo chi votava Umberto Bossi era ignorante quanto Renzo Bossi che andava a scuola per fare ricreazione. Tutti figli del padreterno, appunto, che inspiegabilmente non sapeva e non vedeva… nemmeno il figlio sfrecciare in Porsche o gli operai ristrutturargli la casa con i soldi dei contribuenti… Forse si era ormai convinto di fare miracoli.
Gli dei li hanno sempre creati gli uomini sublimando i primi re morti. Per avere un punto di riferimento morale. Farlo quando il capo è ancora vivo è un atto puerile, un riconoscimento della propria inferiorità e insicurezza. I capi vanno sostenuti, non adorati e, quando sbagliano, vanno deposti. Soprattutto quando sono considerati malati e incapaci di intendere e di volere.
Ma le pecore non possono prendere il posto del pastore, così, per mantenere in vita il culto bossiano, si sono individuati tre o quattro capri espiatori. Di più, egli stesso ha dichiarato: "E’ una specie di complotto. Belsito con gli investimenti a Cipro, dove investe la mafia, ci ha fatto finire nelle mani di tutti i servizi segreti del mondo. Dovevo mandare i figli a studiare all’estero, lontano da una stampa di regime, come ha fatto Berlusconi, era l’unico modo per salvarli… La canaglia giornalistica è prezzolata, abituata a scrivere il falso…" E Maroni: "Dobbiamo rimanere tutti uniti per vincere la nostra battaglia finale, per realizzare il nostro progetto egemonico: l’indipendenza della Padania".
Ma come si fa a bersi queste stupidaggini? E poi ci meravigliammo che c’era gente che credeva nei poteri persuasivi della maga Vanna Marchi… Idea: i triumviri leghisti potrebbero rivolgersi a lei per salvare capri e cavolate.