Centomila euro più, centomila meno, 57 alti funzionari dello Stato sono tutti sul mezzo milione di euro di retribuzione annua. Col decreto Salva-Italia i loro stipendi non dovrebbero superare i 294 mila, la paga del primo presidente della Cassazione. Vedremo cosa partorirà, a fine mese, la commissione congiunta Affari Costituzionali e Lavoro e quanti santi in parlamento avranno i papaveri di Stato… Dal provvedimento restano esclusi i dirigenti degli enti locali, come Regioni, Province e Comuni, che detengono una propria competenza… a regalare soldi pubblici. Vedesi la Sicilia, ma non solo. La capo segreteria, un’impiegata per intenderci, del sindaco di Trieste, all’apice del virtuoso Nord Est, percepisce 115 mila euro l’anno. Chissà che competenze avrà…? Gli enti territoriali avrebbero calato però del 10 per cento la flotta di auto blu – che sacrificio! – che sono sempre 10 mila e insieme ai veicoli grigi (di servizio) fanno 64 mila, risparmiando 300 mila euro – che bravi! In un Paese come l’Italia, dove gli stipendi della gente comune sono tra i più bassi d’Europa e quelli dei manager pubblici i più alti, l’amministratore delegato delle Poste ‘svuota’ le casse dello Stato di 1 milione e 500 mila euro l’anno. Poi c’è un tale a capo dell’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa, che incassa 835 euro l’anno: avrebbe “il compito di accrescere la competitività del Paese, specie del Mezzogiorno”. Ma deve essere una missione davvero segreta perché finora non ha reso pubblici gli eclatanti risultati raggiunti…
Abbiamo centinaia di manager pubblici pagati oltre i 300 mila euro e non tutti danno i risultati che gli verrebbero richiesti da un’azienda privata.
Nel frattempo si è preteso di saper quanto dichiarano i componenti del governo e si è scoperto che sono tutti ricchissimi. Ma se pagano le tasse (4 milioni versa la guardasigilli Paola Severino) e non sono mantenuti da noi, saranno fatti loro? Non si capisce come possano essere al contempo: sobri, austeri e ricchi. Un’eccezione che conferma la regola, che finora è stata la cultura (si fa per dire) berlusconiana, dove si faceva a gara a chi era il più smodato, licenzioso e pigliatutto. Tanto per usare termini forbiti. Ovvio che Berlusconi parli di ‘ingrati’ e preferisca lasciare almeno per 2 anni il governo a Monti. Sa benissimo che con tali ceffi alle elezioni non porterebbe a casa neanche il 23 per cento dei sondaggi attuali. Intanto sta cercando di comprarsi le liste civiche (sorte proprio per contrastare i partiti) e rifarsi una verginità. Ma sarà più facile che siano le liste a perderla, la verginità: chi va con lo zoppo impara a zoppicare…
Però il Cavaliere ancora una volta ha dimostrato di essere uomo di mondo e di non perdersi in inutili elucubrazioni: Monti è di destra, di sinistra o di centro? Perché lui ha sempre urlato contro i comunisti ma li ha sempre portati a corte, come Gengis Khan, mentre i politici di sinistra hanno sempre fatto gli esami del sangue perfino alle segretarie, prima di assumerle, dimostrandosi dei veri razzisti appena trovavano un filo di sangue blu. Bersani ha detto al governo che il sì del Pd non sarebbe stato scontato, la Fornero gli ha risposto che il governo andrà avanti comunque; insomma un bello smacco, che dimostra quanto contino i partiti. Meno di zero. Siamo tutti stufi marci, perfino i giornalisti di partito. Monti è a destra, a sinistra, al centro. E meno male. Perché se Bersani pensa di mandare a casa il governo Monti sfiduciandolo, si prende la responsabilità del fallimento del Paese. Dopodiché potremo avere solo Silvio imperatore d’Italia. Caro Bersani, chi troppo vuole nulla stringe: si accontenti di aver ricevuto in ostaggio i poveri tassisti, neanche fossero gli evasori più perniciosi del Paese.
Grazie a voi politici senza arte né parte “quel che resta del tricolore è: italiani al verde, notti in bianco, conti in rosso” (trovato sul web).