Ma perché ostinarsi a fare dell’Italia la repubblica delle banane se per una decina di milioni di euro se ne può comprare una vera e propria? Con le sue belle piantagioni e chilometri di spiagge dove poter distendere comodamente al sole tutti i parlamentari? Ovviamente non gratis. Ma pensate quanto frutterà alla Lega l’aver investito in Tanzania i rimborsi elettorali. Ha sicuramente già delle prenotazioni per il prossimo Capodanno: Fini, Rutelli, Casini, Schifani?…e certamente verranno anche Scajola e Patroni Griffi: tanto per non guardare costantemente il Colosseo dalle finestre dei loro appartamentini dal valore di un milione di euro. Suggerisco uno slogan pubblicitario a Belsito: "Non sarà il Colosseo, ma vedrete i leoni e vi sentirete dei Watussi". Tutti negli anni ’60 facevano i Watussi, anche perché di extracomunitari non si vedeva neanche l’ombra benché si cercasse di scrutare l’orizzonte ballando con la mano sulla fronte: era il massimo della trasgressione e del divertimento ballare l’Hully-Gully.
"Noi siamo i Watussi, gli altissimi negri, ogni tre passi facciamo sei metri?… Alle giraffe guardiamo negli occhi, agli elefanti parliamo negli orecchi?…" Bossi e Berlusconi si sono parlati a quattr’occhi e devono aver fatto due conti: io ti do i voti per Cosentino, tu mi dai un po’ di ‘schei’ (soldi) per la prossima campagna elettorale. Perché la Panzania (Padania + Tanzania) deve aver prosciugato le casse della Padania, che sta appunto in Italia, ha i suoi sostenitori-investitori, ma non tutti interessati al sole dell’Equatore. Il colmo per un leghista? Trasferirsi in Tanzania a lavorare come un negro per finanziare la prossima campagna elettorale del trota (il pallido figlio di Bossi).
Chiarisco che Belsito non è il nome del resort, almeno per ora, ma il cognome del tesoriere della Lega, il quale fa Francesco di nome ed è l’ideatore di questo investimento, oltre che di un altro a Cipro (l’isola dove è nata Afrodite la dea dell’amore, è l’ideale per le vacanze leghiste estive). Con gli investimenti turistici in un bel sito non si perde mai. Infine con il rimanente dei fondi del finanziamento pubblico, un milione di euro, sono state acquistate corone norvegesi (in Norvegia c’è il petrolio, quindi è meglio esserci). "Noi investiamo con concretezza – ha dichiarato Belsito – e scegliamo le cose migliori".
Prima di Belsito la Lega ha avuto Balocchi: anche qui un nome, un destino. All’inizio del 2000 il tesoriere si è trastullato ad investire 10 miliardi di lire leghiste in Croazia, con i quali è stata deturpata Punta Salvore, nella regione istriana, spianando un faldone di roccia a picco sul mare per posizionarci miriadi di orride casette ‘Padania style’.
Il villaggio è stato subito chiamato "il paradiso di Bossi", ma la società che lo aveva costruito è stata inquisita per finanziamenti illegali nel 2003 e Bossi nel 2004 ha rischiato di andare al creatore, quindi l’affaire è rimasto nel limbo e comunque gli ‘schei’ sono andati perduti. Per fortuna o fatalità – come dicono i veneti – il Cavaliere ha sempre soccorso il Senatùr.
Ma questa volta il prezzo pagato è per il popolo padano troppo alto e si sta ribellando sul web e sul quotidiano La Padania, chiedendo a gran voce che Bossi abdichi a favore di Maroni. Infatti il voto dei deputati leghisti ha evitato l’arresto a Nicola Cosentino, deputato e coordinatore campano del Pdl, cognato di capi della camorra, inseguito da un’ordinanza di cattura dal 2007 per falso, riciclaggio, violazione della normativa bancaria con l’aggravante di aver favorito il clan dei Casalesi, associazione camorristica.
"Il Parlamento – ha tuonato Di Pietro – per fini ignobili, immorali ha voluto garantire l’impunità a Cosentino".
Devo dire che, quando giovedì sera ho aperto la tv, mi sono venuti letteralmente i brividi: la casta ha salvato ancora una volta un politico, dimostrando che è diverso da un cittadino comune.