Largo ai giovani! E’ il tormentone italiano e, detto fatto, Berlusconi, che vuole sempre accontentare la gente, ha nominato Angelino Alfano, il ministro della Giustizia, segretario del Popolo della libertà. Ha quarant’anni ma sembra più vecchio di lui. Quanto ad empatia, di cui il Cavaliere è maestro, uno più antipatico non lo poteva trovare. Povero Berlusconi sta proprio andando in oca… senza le oche.
Ma come gli è venuto in mente di scegliere Alfano? Forse per ricompensarlo di aver stilato, appena nominato ministro a 37 anni, il vergognoso Lodo Alfano – la legge che sospendeva il processo penale a favore delle alte cariche dello Stato – dichiarata incostituzionale nell’ottobre 2009 dalla Corte costituzionale, che la modificò in legittimo impedimento, e su cui il popolo italiano é chiamato ad esprimersi nel referendum del 12 e 13 giugno.
Delle altre zucche coordinatrici – come chiamò Berlusconi i suoi aiutanti in campo dicendo di averli trasformati in principi – però il Nostro non si disfa e individua per loro (forse considerando che l’intelligenza è settoriale) compiti specifici. A Ignazio La Russa andrà la propaganda, a Denis Verdini l’organizzazione, a Sandro Bondi i valori e la filosofia del partito. Quest’ultimo sarà anche una brava persona, ma quanto a trasmettere qualcosa al Popolo della Libertà con quella vocina querula e quel pensiero non pensato, nutro forti dubbi. Denis Verdini, fondatore dei Responsabili, che hanno assicurato la tenuta del governo in cambio di poltrone, è indagato in concorso in corruzione per gli appalti sull’eolico in Sardegna… Mefistofele-La Russa è il più spigliato, simpatico sarebbe una parola grossa, e per far propaganda potrebbe rispolverare il repertorio canoro del Msi, tipo “Faccetta nera…”, magari risulterà prezioso a controllare le coste sicule.
Va beh, che Berlusconi delle oche ora può fare solo paté, ma sarà un bello choc visivo per il suo popolo libertario vedere in pool position questi 3 cavalieri nemmeno fossero prestanti come Lancillotto, Galvano e Tristano. Insomma, il Cavaliere ha perso le staffe ed è rotolato tra le zucche.
Ora che tutti gli danno addosso, Berlusconi mi fa quasi pena e passerei quasi quasi a difenderlo. Ha perso e gli italiani già sono tutti comunisti. Certo, non i comunisti di una volta, ma è la sinistra ad aver vinto le elezioni non l’ibrido Pd, che comunque festeggia perché i suoi militanti sotto il vestito hanno ancora la falce e il martello, con buona pace della componente cattolica, che, pur di occupare qualche sedia, ingoia ostie sconsacrate.
Il giorno prima di queste elezioni comunali, Berlusconi aveva invocato l’elettorato a votare contro i comunisti. Si è ritorto contro di lui, come un boomerang. Quando il potere agita le paure della gente, significa che sta diventando un potere impotente. I comunisti nessuno li vedeva, perché gli ex comunisti stanno tutti bene, sono tutti ricchi, non c’è uno disposto a dividere qualcosa di suo con qualcun altro. Ergo, la gente ha concluso che i comunisti non esistono. E ha votato questi ex, senza rendersi conto che con il suo voto ha fatto risorgere un’organizzazione partitica capillare, la quale ricomincerà a gestire il Paese in proprio.
I comunisti, in qualsiasi parte del centro-sinistra o della sinistra stiano, sentono ancora l’appartenenza comune, benché l’ideologia sociale si sia trasformata in tornaconto individuale. Hanno imparato che il business è business solo fra compagni. E’ di questo che aveva paura il Cavaliere, ma in politica parlare di soldi è tabù. Sono stati poi così bravi da lasciar andare in carcere tutti i fratelli del partito socialista con il disgregamento della prima repubblica e ad accoglierne adesso i derelitti in cambio di voti.
Per di più Vendola, Sinistra e Libertà, parla come neanche più un prete sa fare dal pulpito: bravissimo. Ora voglio vedere se riuscirà a fare qualcosa per gli operai pugliesi rimasti senza lavoro e costretti a lavorare in nero per gli imprenditori per cui prima lavoravano in bianco. Voglio vedere cosa farà il popolo del disfattista Grillo. Che proposte avranno Di Pietro, Bersani e tutta la sua claque. Il popolo italiano li ha votati perché si è sentito fregato dal governo di centro-destra, vedremo ora se sapranno lavorare per rimettere in sesto questo Paese… usassero pure la falce e il martello. Altrimenti, gli italiani non esiteranno ad usarli contro di loro.