"Tutto ok, stiamo bene, ma mando i miei via da Tokyo. I miss your pasta! Eiji".
Il mio amico e collega giapponese finalmente ha risposto agli email preoccupati. Mi ha scritto, per sdrammatizzare, che gli mancava un bel piatto di pasta. Poi, con ben altro tono, l’amico giornalista che era tomato a vivere in Giappone, in un altro messaggio mi scrive che "l’atmosfera a Tokyo, il nostro stato d’animo, mi sembra quella che ho sempre immaginato appartenesse solo ad un’altra generazione, quella che ha vissuto la Guerra e il totalitarismo". Giá, chissá come si sentivano nell’animo i giapponesi tra la prima esplosione a Hiroshima e quella successiva a Nagasaki.
Chi scrive non ha le competenze tecniche per dissertare sulle questioni dell’energia nucleare. Ma ho un metro di giudizio che, dopo quello che sta accadendo in Giappone ma anche in Nord Africa, riesco a riassumere con questa formula: l’insufficiente considerazione del calcolo di rischio é un crimine contro l’umanitá e va perseguito.
Fa parte delle faccende umane l’errore cosí come l’imprevisto, e devono essere messi nel conto prima di decidere di intraprendere una attivitá, qualunque essa sia. Allora se si decide per delle centrali nucleari in uno dei posti piú sisimici del pianeta, si deve essere sicuri al 100% non solo che quella centrale sia ben costruita, ma che sia la piú sicura e moderna al mondo. Invece, da quello che anche i soliti doumenti Wikileaks ci stanno rivelando, sembra che le centrali giapponesi in questioni fossero un gioco d’azzardo per quei governi del Giappone che alla fine hanno perso la scommessa. Ma la posta in gioco non erano solo i profitti, ma milioni di essere umani.
La stessa cosa possiamo dire della situazione in Libia: mancanza assoluta di considerare il calcolo di rischio. Attenzione, quello di cui stiamo parlando non é, come scrive adesso Gheddafi nelle lettere minacciose ad Obama e Sarkozy, che nell’intervento militare contro la Libia non si sia tenuto conto di quali potrebbero essere le conseguenze per il Mediterraneo e l’Europa. No, il crimine di mancato soppesamento del rischio calcolato, in questo caso é avvenuto qualche anno prima, nell’illudersi di poter "recuperare" un dittatore sanguinario che per anni aveva organizzato e provocato attentati terroristici in giro per il mondo. La strage del Pan Am a Lockerbie sará forse la piú conosciuta, ma ci sono altre stragi di cui Gheddafi puó essere legittimamente sospettato e che, per interessi alti, fu poi ritenuto troppo costoso tentare di provare che il mandante fosse venuto dalla Libia.
Bush, Blair e Berlusconi (ma anche Prodi-D’Alema), sono tra i maggiori responsabili di questo tentativo di normalizzare il "Mad Dog", come Reagan chiamava Gheddafi.
Pensateci, la Lega araba é stata prontissima ad innescare quella super risoluzione Onu per l’eliminazione di Gheddafi. Come mai? L’ambasciatore cinese presidente del Consiglio di Sicurezza Li Baodong in maniera cristallina ha detto giovedí: avremmo potuto imporre il veto invece di astenerci, ma la richiesta di intervento é arrivata dai paesi arabi…. La veritá é che tutti sapevano che Gheddafi fosse un rischio incalcolabile, e i primi a non dimenticarlo erano da sempre i suoi "fratelli" regimi arabi.
Ora come abbiamo fallito nel considerare il fattore rischio di mantenere centrali nucleari obslolete in Giappone, in Nord Africa ci ritroviamo nel baratro di un possible cataclisma (non ci resta che sperare che Gheddafi non abbia nascoste armi di diistruzione di massa…) perché dei leader occidentali accecati da lucrosi affari, hanno pensato che si potesse conviviverci mettendosi in "business" col matto.
In tempi dove si spara sui civili anche in Yemen, Bahrein, Costa d’Avorio e la responsabilitá di proteggere i diritti umani sta affermandosi come legge internazionale da applicare sempre, i paesi responsabili dovrebbero essere piú attenti nella scelta delle loro leadership. Nella responsabilitá di chi governa, deve essere chiaro il principio che non possiamo assumerci dei rischi quando non si puó porre rimedio se poi certi calcoli risultassero sbagliati, e farlo non equivale piú ad una mossa politica sbagliata, ma ad un crimine.
Ritrovarsi senza il controllo di centrali nucleari, o di un dittatore che sapevamo giá capace di tutto, poteva essere previsto e quindi anche evitato. Anche i responsabili di questi crimini dovrebbero essere individuati e puniti.