“Non escludo la possibilità di aprire uno stabilimento di produzione qui negli Stati Uniti”, ha commentato Andrea Zavaglia, presidente di Golfera USA. Per il momento però “vogliamo mantenere l’integrità del Made in Italy nei nostri prodotti e trasmettere questa unicità al pubblico americano”. Così la famiglia ha lasciato le colline emiliane-romagnole per qualche giorno per partecipare al 2025 Summer Fancy Food, la fiera dell’agroalimentare più importante degli USA.
Che cosa significa partecipare al Fancy Food?
“Partecipiamo al Fancy Food di New York da quando abbiamo aperto una società in America, 7-8 anni fa. Le prime volte sono state abbastanza difficili perché non eravamo ancora conosciuti. Oggi abbiamo annoverati tanti clienti e venire è diventata un’occasione quasi istituzionale, un appuntamento irrinunciabile. È il momento per me che non sono sempre qui di incontrare gli americani. Poi, come in tutte le fiere, ci sono edizioni dove c’è più attività, altre dove ce n’è meno, ma rimane comunque un punto di riferimento”.
Rispetto al contesto storico attuale, come vi posizionate?
“Io sono ottimista. In generale, mi sembra di percepire che c’è tanta attesa e per gli imprenditori non è il massimo. Però sono anche convinto che il settore agroalimentare italiano negli Stati Uniti abbia qualcosa che va al di là delle contingenze attuali. Mi auguro che si trovi un accordo. Se fosse un dazio del 10% da assorbire, si potrebbe dire che, in un qualche modo, è già entrato nella mente anche delle persone. Se invece ci fosse un ulteriore aggravamento, creerebbe delle difficoltà. Credo che ci sia tanto tanta voglia di prodotti italiani di qualità. Lavorando bene io sono fiducioso”.

Qual è il vostro approccio al pubblico americano?
“Lavorare bene per noi che siamo prima di tutto produttori vuol dire selezionare le materie prime, che sono sempre più difficili da reperire così come le vogliamo, e avere il controllo di tutta la filiera riproduttiva interna. Quest’anno abbiamo introdotto una nuova macchina HPP che è molto più potente e con cui riusciamo a fare tutto in casa, anche l’affettatura del prodotto destinato agli Stati Uniti. poi cerchiamo di seguire il mercato interno in termini di prodotto sulle richieste che hanno. Gli articoli che arrivano sono già senza conservanti aggiunti. Proviamo a curare ogni dettaglio di quello che è la nostra missione produttiva. Inoltre, nella nostra sede americani, la squadra funziona: abbiamo collaboratori molto validi che stanno portando avanti bene il nome dell’azienda, sviluppano le vendite”.
Il successo di un’azienda italiana dipende dall’educazione del cliente americano?
“No, credo che in questo momento sia l’esperienza di consumo a fare la differenza. Tutti i valori che possiamo aggiungere o togliere prima o poi diventeranno valori che interesseranno i consumatori finali. La prima cosa da fare è lavorare un prodotto buono, che possa dare soddisfazione al palato”.

Il vostro prodotto di punta è il salume, ma avete anche delle vaschette già pronte.
“In quanto salumificio siamo particolari perché anche negli Stati Uniti il nostro prodotto di punta è la Golfetta, un salame fatto con i tagli dei prosciutti DOP che è molto apprezzato. Questo viene lavorato in provincia di Ravenna, dove si trova tutta la produzione della salumeria. A Parma produciamo solo il prosciutto di Parma. In ultimo abbiamo aggiunto insieme alle vaschette anche i piatti pronti (nello stabilimento di Rimini), senza conservanti aggiunti e trattati in altra pressione che hanno oltre 90 giorni di periodo di conservazione”.
L’obiettivo finale?
“Arrivare alla grande distribuzione. Queste vaschette nascono per la GDO, ma al momento stiamo vendendo molto di più nel tradizionale”.