Nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, attorniato da vette spettacolari – le Tre Cime di Lavaredo, la Croda dei Toni, i Cadini e il Corno del Doge solo per citarne alcune – Auronzo di Cadore (Belluno) invita alla vacanza slow. Non è la montagna delle grandi catene alberghiere, dei sentieri affollati, dei grandi numeri, ma un paradiso naturale per una vacanza che rigenera grandi e piccini.
Questo paese di 3.200 abitanti, lungo circa 8 km, si adagia lungo la sponda sinistra del Lago di Santa Caterina, dove si può fare il bagno (in riva al lago c’è la piscina di Auronzo), divertirsi in pedalò e in canoa e nei dintorni ci sono tanti parchi giochi. Tra i quali spicca il Fun Bob di Monte Agudo (dal paese ci si arriva a piedi): la rotaia parte la 1.361 metri – ci si arriva in seggiovia-, il percorso è di 3 km lungo quelle che d’inverno sono le piste da sci. Il dislivello di 505 metri permette di raggiungere, in totale sicurezza, la velocità massima di 45 km orari.
I bambini fino agli 8 anni devono essere accompagnati da un adulto. All’arrivo del Fun Bob si trova il Tre Cime Adventure Park, con ben 43 piattaforme e 5 percorsi aerei a diversa altezza, per le varie fasce d’età a partire dai 3 anni.

Da Misurina alle Tre cime di Lavaredo
Auronzo dista una mezz’ora d’auto dal Lago di Misurina, che da solo merita una gita e lo si può raggiungere anche con la pista ciclabile di oltre 30 km. Da Misurina inizia la strada (a pedaggio) per le Tre Cime di Lavaredo, lunga 6 km, che porta al Rifugio Auronzo, da dove si dipartono i sentieri per chi vuole compiere il giro delle Tre Cime, ma anche soltanto percorrerne un tratto.
I sentieri sono comodi, si incontra la chiesetta dedicata a Maria Ausiliatrice, poi si arriva alla forcella con le famose vette a troneggiare sopra di noi, conquistate per la prima volta il 21 agosto 1869 dal viennese Paul Grohmann. Oggi ci sono molte vie alpinistiche di diversi gradi per scalare le Tre Cime, e i sentieri che si dipartono dai tre rifugi – Locatelli, Auronzo, Lavaredo – sono adatti a tutti, per i più sportivi c’è l’escursione che dal Rifugio Auronzo porta al Rifugio Locatelli con una ferrata in vetta al Monte Paterno.
Il Monte Piana
Ma altre emozioni ci attendono. Poco più a nord di Misurina, con servizio di jeep navetta si arriva al Monte Piana, un museo a celo aperto che narra della Prima Guerra Mondiale, con le trincee a ricordare come in questo luogo, con una corona di montagne incantevoli intorno (le Tre Cime di Lavaredo, Paterno, Cristallo, Cadini di Misurina), si estese un fronte di 9.700 km. per una guerra iniziata nel 1915 e finita nel 1917 con la rotta di Caporetto, e con la morte di 14mila giovani.

Affreschi e mulini
Ma questa terra non è solo montagne, è anche cultura. Così a Vigo di Cadore si scopre un gioiello, la Chiesetta di Sant’Orsola, del 1.345 con affreschi di scuola giottesca e un altare ligneo del ‘500, costruita per volontà di Ainardo da Vigo, allora podestà del Cadore, che narra la leggenda del martirio di Sant’Orsola e delle sue compagne. Da vedere, nella vicina Lozzo di Cadore, la “Roggia dei Mulini” lungo il Rio Rin, dove sono visibili diversi opifici utilizzati un tempo come mulini, fucine e segherie.
Somadia, il bosco magico
Infine, per una giornata in relax, ecco 16 minuti d’auto da Auronzo la Riserva Naturale Orientata di Somadida, un’area protetta che si estende per oltre 1.600 ettari dalla località Palus San Marco, lungo il torrente Ansiei, alle Cime delle Marmarole.
Ci sono percorsi di trekking o per bici, c’è un piccolo museo naturalistico e una baita adibita a Biblioteca del Bosco, il tutto è sotto la giurisdizione dei Carabinieri Biodiversità di Vittorio Veneto e Palus San Marco. Da questa foresta provenivano i pennoni per le vele e gli alberi per le navi della Repubblica di Venezia, ed è visibile la ricostruzione di un “raso”, la zattera veneziana lunga 38 metri e larga circa 5, composta dai tronchi impiegati per le alberature delle navi da guerra della Serenissima, che veniva condotto da una ventina di zattieri lungo il fiume Piave fino all’Arsenale di Venezia.

In tavola
Dalle malghe ai ristoranti, si mangia benissimo. Formaggi di malga e speck non mancano negli antipasti, i casunzei ripieni di patate e barbabietola e ricotta sono indimenticabili, e la cacciagione si trova nei ragù e nei secondi, insieme a polenta e funghi. Poi lo strudel conclude pranzi e cene. Un panorama unico e prodotti locali sono il vanto di Malga Maraia (su malghemaraiapopena.it le info su come arrivare) gestita dalla Cooperativa Agricola Auronzo Val d’Ansei, un edificio del 1696 recentemente restaurato. Ad Auronzo, la Stadiera (Via Reane, 36,) all’interno ha un’elegante atmosfera tradizionale, e serve raffinati piatti locali.
Dormire
“La Nuova Montanina”, 3 stelle in posizione centrale, recentemente restaurato, offre ambienti e camere confortevoli, buona cucina e una colazione con ottime torte fatte in casa.