A Napoli, San Gennaro ha un tesoro che va protetto. Il Covid-19 ha avuto una forte ricaduta su tanti settori ma in particolar modo su quello della cultura, che risulta essere tra i più penalizzati.
Il 13 giugno scorso il Museo del Tesoro di San Gennaro ha riaperto le sue porte dopo mesi di lockdown. La ripartenza è stata ed è molto dura, manca la materia prima: il turismo. Di questi tempi la città pullulava di turisti stranieri che nonostante il caldo attendevano con educazione la fila pur di visitare musei, opere d’arte e d’architettura.
Oggi non è più così, passeggiando per via Duomo l’unico rumore che si può udire è quello dei propri passi. Una volta era tutto diverso: negozi pieni, persone in strada, bambini che giocavano. La prima stoccata è arrivata dalla Ztl che ha chiuso la strada al traffico cittadino ma, l’enorme flusso turistico permetteva di riempire comunque la piazza del Duomo, i bar e i ristoranti. Si avverte proprio una sensazione di abbandono, desolazione: sembra uno scenario post-guerra o forse è realmente così, visto che alcuni hanno definito la pandemia “una terza guerra mondiale”.
Paolo Jorio dirige il Museo del Tesoro di San Gennaro dal 2003 con passione e anche questa volta con coraggio è sicuro di uscirne, ma non è facile. Non ci sono turisti e i napoletani, legatissimi a San Gennaro, in questa difficile fase economica hanno molte difficoltà e la cultura non diventa la priorità. Per il momento il Museo resterà aperto soltanto nei weekend, le prenotazioni, online o telefoniche, sono obbligatorie e bisogna rispettare tutte le norme di sicurezza anti-Covid.
Sembra lontano il 19 settembre, festa del patrono di Napoli, ma in altri periodi la macchina organizzativa sarebbe stata già avviata da un bel po’. “Chissà se si farà la festa – ci ha detto Jorio – per il momento resteremo aperti soltanto nei fine settimana e poi speriamo che la situazione migliori”.
Quello di San Gennaro è un evento noto in tutto il mondo, in particolar modo negli States dove napoletani emigrati e non solo hanno mantenuto ben saldo l’attaccamento alle proprie origini e tradizioni, celebrandolo con il San Gennaro Day. “Bisogna essere uniti – ha concluso Jorio – i napoletani lasciavano San Gennaro e approdando in America venivano accolti dalla statua della libertà, dobbiamo coltivare assolutamente questo legame”.