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Sicilian Rhapsody: video-web della Sicilia per viaggiatori che realizzano sogni

Intervista a Dario Ferrante, ideatore produttore della serie che si prefigge di attirare quel turismo che oltre alla qualità e bellezza cerca soprattutto emozioni

Laura BerciouxbyLaura Bercioux
Time: 4 mins read

Sicilian Rhapsody è la prima web series che racconta una Sicilia da sogno. Come? Immaginiamo un viaggio di lusso e fuori dalle regole del turismo abituale, immaginiamo che si possa pranzare davanti al Tempio di Selinunte così come fare un luxury picnic sulla vetta dell’Etna con una piccola orchestra a fare da sottofondo… ed ecco che l’isola diventa la vacanza dei sogni, che abbandona la “coppola”, i luoghi comuni e diventa meta di lusso e di un turismo di qualità. Come una principessa, la Sicilia in Sicilian Rhapsody si presenta agli occhi del viaggiatore come la più bella del reame che farà innamorare un turista particolare, un giornalista di viaggi che decide una sera in un pub inglese, di lasciare la nebbia di Londra e andare al caldo dell’isola del Mediterraneo che lascerà nella penna e nel cuore del viaggiatore un segno indelebile. Ne parliamo con Dario Ferrante, produttore e ideatore di Sicilian Rhapsody e CEO di AbsoluteSicilia.

Dario Ferrante (a destra) con il Console Generale di New York Francesco Genuardi

Come è nata questa idea?

“Cercavamo una idea per promuovere – utilizzando uno story-telling divertente e un metodo innovativo, quello appunto della serie web a puntate- la Sicilia inaspettata, inusuale, fuori dai circuiti battuti e tradizionali. L’idea aveva preso forma nella mia testa da tempo. Immaginavo perfettamente la storia, la forma, gli attori, i luoghi e le musiche. L’incontro con Riccardo Cannella di Cinnamon mi ha convinto che i tempi erano maturi. Abbiamo infatti pensato ad un road-movie originale, spiritoso e documentaristico. Le riprese sono durate quasi due mesi, a causa delle distanze e delle condizioni metereologiche non sempre clementi. Ma il risultato è stato superiore alle aspettative”.

Ha scelto un giornalista inglese che all’improvviso decide di visitare la Sicilia…

“La storia di Trevor, il personaggio maschile di Sicilian Rhapsody rispecchia abbastanza quella di Ashley, che lo interpreta. Come Ashley che, annoiato dalla vita piatta di Londra, si è innamorato degli slanci e dell’imperfezione di Palermo, decidendo di trasferirsi… anche Trevor decide di intraprendere un viaggio di scoperta, di ricerca, di trasformazione. L’idea del giornalista rispecchia anche il nostro vissuto quotidiano, dato che accogliamo molto spesso giornalisti stranieri desiderosi di scoprire e raccontare la Sicilia senza preconcetti”. 

La web series mostra una Sicilia poco stereotipata. Ci sarà un be-continued?

“Abbiamo appositamente evitato i “luoghi noti” e facilmente riconoscibili della nostra terra. Che è poi quello che facciamo quotidianamente: un lavoro incredibile di ricerca delle eccellenze, il loro “packaging” e la creazione di suggestioni, di sogni, che possano stupire ogni tipo di viaggiatore. Tutto quanto abbiamo cercato di mettere nella nostra web-series. Ci sarà una seconda stagione? Non lo so ancora. Ma comincio ad accarezzare l’idea”.

Quali sono le difficoltà per un turismo di qualità?

“Come molte regioni del Sud, le carenze infrastrutturali evidenti rendono spesso difficili gli spostamenti. In aggiunta all’esiguità di strutture ricettive di altissimo livello e alla mancanza di una comunicazione mirata.  Ma devo ammettere che stiamo facendo grandi passi avanti. In ogni caso, la nostra presenza aiuto proprio ad evitare ogni problema a quel viaggiatore parecchio esigente che non transige sulla qualità e sulla unicità delle esperienze esclusive”. 

Facciamo un po’ di gossip. Lei si occupa di turisti particolari: dalle star del cinema a capi di industria quali sono le richieste più particolari?

“Abbiamo spesso richieste “inusuali”, dal cliente che vola in jet privato fino alla Sicilia solamente per mangiare un buon piatto di pasta al pomodoro fatto ad arte a chi chiede di organizzare il compleanno in un luogo inaccessibile (da li è nata l’idea di un luxury picnic sulla vetta dell’Etna con una piccola orchestra a fare da sottofondo live). Ci sono poi richieste apparentemente assurde, ma che dobbiamo (avendo bandito dal nostro vocabolario la frase “non si può fare”) assolutamente realizzare. Ma, in linea di massima, la maggior parte delle richieste sono poco “eccessive” o “stravaganti”, trattandosi di viaggiatori evoluti desiderosi di vivere esperienze uniche in luoghi carichi di storia, di odori, di sapori. Viaggiatori che non transigono – in quanto a qualità e cura dei dettagli – e che ti mettono in mano la loro cosa più preziosa, il tempo, aspettandosi di vivere momenti unici ed emozioni irripetibili. E confesso che l’altissima reputazione guadagnata sul tempo e il continuo passaparola tra i clienti, è quello che ci rende più orgogliosi”. 

La Sicilia potrebbe vivere di turismo… potrebbe…

“Faccio questo lavoro da tanto tempo. In pratica, da sempre. Sono cresciuto con il mantra della Sicilia ”California d’Europa”, della necessità di “destagionalizzare” e del “potremmo vivere di solo turismo”. Ormai vivo gli slogan con leggerezza e preferisco la cultura del fare che quella del dire. Siamo purtroppo lontani dal potere vivere di turismo. E la cosa mi fa tanta rabbia. L’industria più ricca al mondo, quella che potrebbe realmente cambiare le sorti della nostra terra viene assunta a taumaturgia ad ogni tornata elettorale. Ma poi, puntualmente, disattesa. Trascorro buona parte della mia vita viaggiando. Ed ho abbastanza esperienza per capire come potremmo facilmente diventare una delle prime destinazioni turistiche al mondo. Ammetto che, le buone performances turistiche dalla Sicilia degli ultimi 3 anni fanno ben sperare. Ma fino a quando non si capirà che questo è un settore ad alta specializzazione, sul quale bisogna investire, dubito che riusciremo a fare il grande salto”.

Per finire, la Sicilia in un appunto di viaggio…

“Una splendida concentrazione di emozioni e contraddizioni, una perfetta imperfezione. Un’isola che schiude la sua bellezza solo a chi sa osservarla con cuore puro e scevro da pregiudizi”.   

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Laura Bercioux

Laura Bercioux

Il giornalismo è la mia passione dove vale la pena “consumare le suole delle scarpe”. Credo nella libertà di stampa e in un giornalismo indipendente. Il teatro e il cinema come la televisione fanno parte della mia vita professionale. Senza il teatro non sarei andata da nessuna parte. Essere giornalisti significa avere un occhio sul mondo, sui fatti e le persone. Amo Napoli e New York, le due città dove mi sento a casa. Il mio motto: Libera come il vento!

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