Novara (poco più di 104 mila) è il capoluogo della provincia più orientale del Piemonte, adagiata fra i fiumi Sesia e Ticino, nel cuore di una pianura circondata da risaie, vicina al Lago Maggiore e al Lago d’Orta.
Novara appare oggi una città molto bella, riservata e allegra a un tempo. Forse questo equilibrio è il frutto di una saggezza raggiunta dopo secoli e secoli travagliati, di occupazioni: Visconti e Sforza, Austriaci, Savoia, Francesi e Spagnoli, tutti ad avvicendarsi come in un cruento balletto. Di questa lunga storia restano gli eleganti edifici, un centro storico che sembra un salotto ottocentesco, un paradiso per lo shopping, dominato dalla cupola di San Gaudenzio, capolavoro di Alessandro Antonelli. Ma non solo: da oltre trent’anni è una delle capitali sportive italiane grazie al Rink Hockey, con una squadra tra le più vincenti d’Italia (32 scudetti).
Ora Novara fa un passo avanti puntando sul binomio “sport e turismo”, come si è visto nei recenti “Word Skate Games”, dove l’Italia ha conquistato il bronzo. Alla 46a edizione del Campionato del Mondo 2024 di hockey su pista (ritornato alla città dopo 40 anni) hanno partecipato oltre 66 squadre provenienti da 29 Paesi diversi, con il Papa Igor affollato da 3.500 spettatori e 20.000 persone arrivate per i Giochi. Celebrati anche il centenario della storia hockeista novarese e quello della Federazione Internazionale Sport a Rotelle, in attesa del 2025 quando Novara sarà Capitale Europea dello Sport 2025.

C’è stato naturalmente un forte impatto positivo sull’indotto turistico della zona, con stime che indicano guadagni di 1,6 milioni di euro. “È stato importante in questi anni puntare sugli eventi sportivi – ha sottolineato Marina Chiarelli, assessora a Turismo, Cultura, Sport della Regione Piemonte. – Nel 2022, con un investimento di 6,5 milioni di euro, abbiamo avuto ricadute sul territorio per ben 49,19 milioni di euro. In pratica, ogni euro investito ha prodotto un ritorno di 7,5 volte maggiore. E vogliamo continuare su questa strada”.
“Un’opportunità straordinaria – ha dichiarato il vicesindaco e assessore allo Sport, Ivan De Grandis – per far conoscere la nostra città e le sue eccellenze, come la filiera agroalimentare, sostenuta dal grande lavoro di Coldiretti, che promuove i prodotti tipici del territorio e valorizza la tradizione enogastronomica novarese, rafforzando il legame tra sport, cultura e tradizione alimentare”.
“Una bellissima città, dal blasone storico, incastonata in un territorio ricco di bellezze naturali e monumentali, per di più dotata di impianti sportivi di assoluto livello – ha concluso il presidente del Comitato Organizzatore Daniele Andretta. – È questa la Novara che il Comitato Organizzatore ha voluto presentare e promuovere alle decine di migliaia di atleti dirigenti tecnici e tifosi provenienti da 5 continenti nell’occasione di questi “World Skate Games”.

Scalare la cupola di san Gaudenzio
Visitare Novara significa avere tante belle sorprese. A cominciare dal monumento-simbolo della città, la cinquecentesca Basilica di San Gaudenzio, che custodisce il corpo del Santo patrono, con la cupola opera dell’architetto Alessandro Antonelli (lo stesso che disegnò la Mole Antonelliana a Torino). Il primo progetto è del 1841, ma i lavori iniziarono 3 anni dopo e terminarono, a causa di eventi e controversie, nel 1878, quando fu issata sulla cima la statua del Cristo Salvatore alta quasi 5 metri, in bronzo ricoperto da lamine d’oro. Oggi in vetta alla cupola c’è una copia in vetroresina e l’originale è all’interno della basilica.
I ritardi non furono del tutto negativi perché permisero all’Antonelli di innalzare la cupola rispetto al progetto originario e portarla a ben 121 metri. Un’esperienza da fare è salire all’interno, fino alla sommità della guglia, percorrendo ripide scale in muratura ma in tutta sicurezza, con elmetto e imbrago. Arrivati in cima si può ammira re un impagabile panorama sulla città fino alle Alpi.
Il centro storico è raccolto e lo si visita bene e con calma, ammirando gli eleganti palazzi e le belle piazze come Piazza delle Erbe – o Piazza Cesare Battisti – con i suoi edifici antichi coi portici e come l’attigua Piazza della Repubblica dalla quale si arriva al Duomo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta con il vicino bellissimo Battistero. Vicinissimo c’è il Broletto, uno dei luoghi più suggestivi, un complesso medioevale costituito da quattro strutture attorno a un cortile centrale: il Palazzo medioevale dell’Arengo, il Palazzo del Podestà, il Palazzo dei Paratici e il Palazzo dei Referendari.


Arona, salire nel “Sancarlone”
Lasciamo Novara per visitare alcuni dei suoi territori limitrofi, come Arona, a 40 km, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore dove si affaccia Piazza del Popolo, meta della movida dei weekend. Storico feudo dei Borromeo, qui nacque il 2 ottobre 1538 San Carlo Borromeo, che diventò Arcivescovo di Milano. Arona conserva molte tracce della nobile famiglia, compresi i resti della Rocca Borromea, col suo bel parco che regala un’impagabile vista sulla città, sul Castello di Angera e sul Lago Maggiore.
Arona è famosa anche per il “Sancarlone”, la statua del santo alta 35,10 metri, la seconda più alta al mondo dopo quella della Libertà ispirata proprio al colosso aronese. Progettata da Giovan Battista Crespi, fu terminata nel 1698 e ha un’anima in pietra, mattoni e ferro, rivestita da lastre di rame e unite con chiodi e tiranti. Si può salire all’interno per arrivare alla testa per ammirare il lago attraverso il naso, le orecchie e le vesti dell’Arcivescovo di Milano.
San Giulio e l’isola delle monache
Ancora una meta vicina (36 km) e un altro lago, quello d’Orta, dove dalla bella Orta San Giulio, “Bandiera Arancione” TCI e tra i “Borghi più Belli d’Italia”, si raggiunge in pochi minuti di motoscafo l’isola di San Giulio. L’isola, piccolissima, è abitata solo da 70 monache benedettine di clausura famose anche oltre i confini nazionali per il loro lavoro come restauratrici di arazzi. Vi sono begli edifici, ma praticamente disabitati: appartengono alle monache che vi ospitano a richiesta persone che cercano un ritiro spirituale o a privati che non vi abitano in pianta stabile perché non vi sono negozi, si accede solo con il motoscafo e nei mesi invernali si può restare isolati.
Da vedere la Basilica di San Giulio, che ha un fascino speciale e tante leggende legate alla storia del santo che fece edificare ben cento chiese. Questa fu l’ultima, nata come cappella nel 390 e nel corso dei secoli ricostruita, amplificata e abbellita con preziosi affreschi di varie epoche. Uno ritrae San Giulio alle prese con i draghi. La storia, che vuol simboleggiare la vittoria del cristianesimo sugli idoli pagani, narra che chiese di essere portato sull’isola, ma non trovò nessuno disposto a farlo perché si diceva che ci vivessero le bestie feroci. Così distese sulle acque il suo mantello e lo usò come un battello, a bordo del quale arrivò dall’altra parte e sconfisse i mostri.


Notti sul lago e antichi sapori
Se si vuol dormire bordo lago, l’Hotel Giardinetto, 3 stelle S. di Pettenasco, propone eleganti camere affacciate sul Lago d’Orta e un bel ristorante con specialità locali, menù di carne e di pesce. Da provare il pesce di lago, marinato con gli agrumi come il salmerino, o delicatamente fritto. La gastronomia del novarese è una sinfonia di sapori antichi e spesso forti, come il “salam d’la duja”, che prende il nome del recipiente di terracotta, doja, dove viene conservato sotto grasso; il “Fidighin”, una morbida mortadella di fegato cruda; e il riso. Un classico è il risotto al gorgonzola, un’altra eccellenza del territorio. Sapori che si ritrovano al Broletto, dove al “Broletto Food&Drink” si gustano aperitivi o pranzi; alla Rocca di Angera “La Corte della Rocchetta” ideale per un aperitivo vista lago con cocktail o vini locali, accompagnati da salumi, pizze, focacce.
Se piace il riso, re del territorio, si possono visitare numerose aziende. Come a Vespolate la “Cascina Fornace”, dove scoprire il ciclo completo della produzione di riso, dalla risaia alle fasi di lavorazione, fino ai preziosi sacchetti con diverse varietà. Ci sono quelle per il classico risotto o riso all’onda, il Venere, per insalata, per paella, per minestre, fino al riso integrale da cuocere per 35 minuti.


Infine, i vini. I più particolari sono quelli di Ghemme, anche per il luogo di produzione. Qua, come in altri borghi piemontesi, troviamo il “ricetto”, un quartiere fortificato che qui è simile a un castello, dove venivano conservate delle scorte alimentari ai tempi delle guerre fra Guelfi e Ghibellini. In alcune di queste case del 1350, si conserva il vino della Cantina Rovellotti, che propone visite guidate e degustazioni per conoscere Nebbiolo, Vespolina, Bonarda, Morenico, Passito.
Insomma anche in cucina il novarese rivela belle sorprese, proponendo le eccellenze del territorio con attenzione alla qualità, al rispetto dell’ambiente, alla tradizione e al gusto.
Info: visitpiemonte.com, terrerealtopiemonte.it , turismonovara.it, distrettolaghi.it.