A pochi passi da piazza San Pietro, nel cortile di Palazzo della Rovere a Roma, è riemerso il Teatro di Nerone nell’antica sede dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme risalente al I secolo d.C. La scoperta, avvenuta durante i lavori di scavo iniziati nel 2020 dagli archeologi della Soprintendenza, conferma l’esistenza di una struttura che finora era stata documentata solo dagli scritti di Plinio, Svetonio e Tacito.
Attualmente è visibile la parte sinistra della cavea a emiciclo e la scenae frons caratterizzata da cornici e colonne in marmi pregiati, dipinte e intagliate, decorazioni a stucco e foglia d’oro, e alcuni locali utilizzati per deporre costumi e oggetti di scena.
Tra le centinaia di oggetti di straordinaria importanza storica e artistica ancora da catalogare vi sono sculture in marmo, elementi decorativi e un rarissimo capitello in alabastro a cui si aggiungono utensili in osso lavorato, in ceramica e coppe in vetro colorato.
Nel teatro che l’imperatore amante dei fasti e del lusso sfrenato usava come palcoscenico per esibirsi davanti ai suoi cortigiani, sono stati ritrovati anche reperti di epoca medievale stratificati nel tempo che arricchiscono e ampliano le conoscenze storiche e topografiche della città. Le numerose matrici per realizzare i rosari, le brocche in ceramica e le insegne dei pellegrini, testimoniano come questo luogo si sia trasformato successivamente in un’area manifatturiera dedicata alle attività di pellegrinaggio dirette verso la tomba di San Pietro, dove un tempo sorgeva la Schola Saxonum, una struttura di accoglienza per i pellegrini provenienti dall’Europa settentrionale.
La Soprintendenza di Roma ha reso noto che, al termine dei lavori di ricerca, gli scavi varranno ricoperti per garantire una conservazione ottimale fino a quando verrà individuato il modo più appropriato per valorizzarli. Gli oggetti ritrovati saranno invece catalogati ed esposti nello spazio museale di Palazzo della Rovere.