Ha aperto meno di un mese fa a Padova il Museo della Natura e dell’Uomo, realizzato dall’Università del Bo, con quattro collezioni riunite in un’unica sede museale, la più grande d’Europa per quanto riguarda le università. Dieci anni di fase progettuale, due anni e mezzo di lavori effettivi e la completa ristrutturazione, costata 18 milioni di euro, di un edificio del ‘500, Palazzo Cavalli, situato proprio di fronte ai Giardini dell’Arena e alla Cappella degli Scrovegni, il museo nasce dalla fusione delle raccolte naturalistiche costruite per secoli da studiosi ed esploratori dell’Università di Padova, a fini di ricerca e didattica, integrate da alcuni pezzi importanti frutto di scambi con altri musei internazionali.
Emozionante vedere la tigre dai denti a sciabola, unico esemplare nel suo genere in Italia e fra i pochi presenti nei musei europei, un fossile che risale al Pleistocene Superiore e proviene dal sito di Rancho La Brea in California (Usa), uno tra i più importanti giacimenti fossiliferi al mondo. Interessanti le sale dedicate ai reperti trovati in uno dei più grandi siti fossili del Paese, Bolca, e stupefacente al piano terra la sala delle palme, con decine di esemplari fossili provenienti dal sito veronese.

Questo museo non è solo un luogo espositivo ma interattivo. Entrando in una sala circolare, un videowall scandisce il calore della terra, un tavolo dinamico riporta in tre dimensioni ogni cima delle montagne del nord Italia in rapporto con la pianura padana. Premendo uno dei pulsanti a lato si scopre quanti ghiacciai c’erano 30mila anni fa e quanti adesso e, con il riscaldamento del pianeta, quando il mare risalirà verso Milano.

L’allestimento, articolato in 38 sale, per complessivi 3.800 metri quadrati, più una sala per le mostre temporanee, riunisce in un unico percorso espositivo i preesistenti Musei universitari di Mineralogia, Geologia e Paleontologia, Antropologia e Zoologia, integrandoli in una narrazione coerente, arricchita da un affascinante apparato grafico, testuale e multimediale, a raccontare una storia planetaria dai suoi esordi, più di quattro miliardi di anni fa, fino ai giorni nostri. Sono oltre 4mila i pezzi esposti, quasi 200mila quelli custoditi in deposito.
A noi è piaciuto molto girare per le sale rinfrescate nel pomeriggio rovente di una domenica di luglio, e la sezione dedicata alle creature degli abissi marini ci ha riportato per un attimo nella celebre sala analoga e più grande della balena al museo di Storia Naturale di New York.
