Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Travel
July 10, 2016
in
Travel
July 10, 2016
0

L’ultima discesa: viaggio nell’Eden cubano

A bordo del Titanic da La Planta alla foce del Toa, stando attenti ai militari

Igor D'IndiabyIgor D'India
fiumi cuba

fiumi cuba

fiumi cuba

fiumi cuba

fiumi cuba

fiumi cuba

Time: 5 mins read

Dopo aver disceso il Rio Yumuri io e Simone eravamo carichissimi e pronti ad affrontare l’ultima tappa della nostra esplorazione dei fiumi di Cuba. Avevamo già fatto un buon rodaggio tra le rapide ed eravamo fiduciosi del fatto di poter contare su B, con la sua rete di collaboratori, per passare sulla strada militare che porta sul Toa.

Il nostro amico infatti si era informato bene e aveva trovato un contatto fidato a La Planta, un gruppetto di capanne a circa 15 chilometri a ovest della foce del Toa, in cui vivono solo campesinos abili nel costruire zattere di bambù, coltivare la terra con platani e cacao e pescare. Un luogo perfetto per preparare la discesa al riparo da occhi indiscreti e per ammirare un popolo in perfetta simbiosi con l’ambiente fluviale.

fiumi cubaIl giorno della partenza da Baracoa per il nostro blitz sul fiume, immaginato come una toccata e fuga di 24 pre, abbiamo caricato provviste e acqua su un’auto procurata da B, siamo andati a cercare delle “pagaie” in un magazzino appena fuori città (trovando solo mezzo remo da barca e un tavolaccio) e, secondo i piani, abbiamo imboccato la strada che costeggia il fiume.

Ci siamo quindi lasciati alle spalle la base militare e il ponte Neblina, il rudere dove eravamo stati bloccati dalla polizia durante il primo tentativo, alcune settimane prima. Nessun poliziotto in strada stavolta. Le possibilità di trovare dei militari sul percorso non erano tuttavia da sottovalutare.

A bordo del Titanic

Arrivati a La Planta, B. ci ha portato da un campesino, un omone alto e muscoloso da far paura, che era stato avvisato per tempo del nostro arrivo e aveva già tagliato una decina di grosse canne lunghe quasi otto metri. In poche ore siamo riusciti a metterle insieme con del cordame di scarsa qualità comprato a Baracoa, fino a dar loro l’aspetto di una zattera.

fiumi cuba

Dopo Penelope, la nostra nuova imbarcazione non poteva che chiamarsi Titanic, che forse non è un nome che porta bene, ma a noi piaceva…
Il nostro Titanic era davvero enorme, ma sembrava anche solido e stabile. Siamo partiti più o meno a mezzogiorno sulle acque del Toa, a volte placido a volte nervoso.
In tre, con due pagaie e un palo per governare l’imbarcazione, abbiamo faticato parecchio prima di capire come timonare (io), remare (Simone), spingere senza auto-impalarsi (B.).

Il paesaggio era semplicemente meraviglioso. La foresta era fitta e rigogliosa e in lontananza si poteva intuire la forma del bellissimo Junque, il promontorio che svetta sulla baia di Baracoa. “Nessuno straniero ha mai navigato su queste acque fino a oggi. Se riuscissimo ad arrivare a destinazione sarebbe un’impresa storica!” diceva B. quando, nei momenti di pausa tra un’ansa e un’altra, non poteva spingere con la pertica per via del fondale troppo profondo. Ma i cubani, si sa, hanno un senso dell’epica molto spiccato: senza nulla togliere alla nostra “prima” discesa, sapevamo che non avremmo potuto pretendere nessun riconoscimento. E, d’altra parte, non eravamo nemmeno lì per quello.

In alcuni tratti la corrente spingeva abbastanza ed era un piacere farsi portare a valle, in altri dovevamo massacrarci di fatica per guadagnare pochi metri. Dopo un paio d’ore eravamo riusciti a capire come evitare il cappottamento e anche i punti più difficili sembravano alla nostra portata. Le piene dei giorni precedenti avevano rovesciato tonnellate di noci di cocco sulle sponde e alcuni alberi, sradicati e puntati sul fondale, emergevano come lance dall’acqua. Bisognava quindi evitare di mettersi di traverso rispetto alla corrente per non finire addosso a un masso o a un tronco, rischiando di naufragare.

Locos sul Toa

fiumi cubaB. sembrava conoscere bene il Toa. Da ragazzo, armato solo di una retina e di una fiocina fatta in casa, pescava gamberi in apnea proprio in questo tratto finale del fiume; è la tradizionale pesca del “camaròn”. Io e Simone eravamo colpiti da quanto sembrasse “primitivo” lo scenario che stavamo attraversando. I pochissimi abitanti sulle sponde sembravano sbalorditi al nostro passaggio: alla domanda “Da dove arrivate?”, quando rispondevamo “La Planta”, la reazione era tipica di chi non si é mai spostato più di qualche metro dal proprio terreno “oh mi madre! Que locos!!!”.

Le loro facce mi ricordavano le smorfie di stupore e perplessità degli afgani che ci vedevano passare sulla Y10 tra le sterrate del canyon a ovest di Faizabad, durante il Mongol Rally. In questi “mondi paralleli”, abitati da popoli che ai nostri occhi sembrano vivere nel passato, c’é ancora un profondo legame tra l’uomo, il suo territorio e la natura. Questo spiega forse perché, nelle zone remote e povere del mondo, l’allontanarsi da casa è preso in considerazione per necessità di sopravvivenza, non certo come svago o per il desiderio di conoscere.

Abbiamo passato agilmente il tratto del ponte Neblina crollato, schivando un  pilone di cemento. Intorno a noi, solo colline ricoperte da fitta vegetazione. Niente avamposti né cartelli di avvertimento.

fiumi cubaMentre ci interrogavamo sull’esistenza di queste misteriose basi, la zattera ha colpito un masso semisommerso e si é piantata di prua sulla sponda del fiume, rimanendo pressata dalla corrente a poppa su una roccia. L’abbiamo disincagliata a colpi di machete, non senza fatica.

B. era abbastanza nervoso, perché sapeva che eravamo ormai in linea d’aria davanti ai militari e che era l’unico di noi che rischiava di passare guai seri. Ma per fortuna la base non era sulle sponde del fiume e abbiamo superato in fretta il tratto più esposto, pagaiando come matti. Se avessimo avuto anche un solo altro intoppo non saremmo mai arrivati entro sera al punto scelto da B. per passare la notte, rischiando di incappare in una ronda. Della base militare tanto temuta però neanche l’ombra.

Un Eden dal futuro incerto

fiumi cuba

Al calare della notte eravamo in un tratto in cui la corrente é quasi assente, a poco meno di due chilometri dalla foce, vicinissimi alla strada che porta a Baracoa. Eravamo fuori pericolo, perché eravamo rientrati nella “zona turistica” dove il governo autorizza anche le escursioni in barca. Il bivacco é stato perfetto. In amaca, sotto una tettoia di tronchi e foglie di palma, abbiamo ripreso le energie per il rush finale.

La mattina presto eravamo già alla foce del Toa, dove le onde dell’oceano si infrangono sulle infinite spiagge di sabbia nera.

Tecnicamente lo Yumuri ci aveva dato più problemi, ma il Toa ci aveva mostrato quanto può essere bello e selvaggio un fiume tropicale. É davvero un Eden! Ma quanto durerà? B. sognava ad alta voce, auspicando un turismo ricco e fiorente sul fiume. Forse i cubani saranno abbastanza maturi da non svendere le proprie ricchezze ambientali al turismo di massa, annebbiati dalla voglia di rivincita e di ritrovare una dignità economica. Ma sarà il tempo a dirlo. A noi rimane il privilegio di aver condiviso con voi questa storia, fatta di zattere e personaggi di altri tempi, in un mondo ancora fuori dai riflettori che – seppure per scelte geopolitiche più che culturali – conserva ancora il fascino di un racconto di Melville.


Sostieni la campagna di crowdfunding di The Raftmakers.

Share on FacebookShare on Twitter
Igor D'India

Igor D'India

Documentarista d'avventura, ho attraversato lo Yukon in canoa sulle tracce di Bonatti, ho pagaiato sulle acque del Mekong, ho percorso l'Italia in bicicletta e trascorso 700 ore nella Grotta del Pidocchio (Palermo, Monte Pellegrino), a trenta metri di profondità, in completa solitudine. Mi piace documentare la relazione uomo-fiume-clima con approccio old style. Ho attraversato alcuni grandi fiumi del mondo e adesso torno in Alaska.

DELLO STESSO AUTORE

Arte e Saggezza dell’Artico

Arte e Saggezza dell’Artico

byIgor D'India

Snook e la lince

byIgor D'India

A PROPOSITO DI...

Tags: ambienteavventuraCubaescursionismofiumirafting
Previous Post

Elezioni Segretario Generale dell’ONU: i magnifici dodici

Next Post

L’Equipe 84 e l’epoca d’oro del beat italiano

DELLO STESSO AUTORE

Un giro in slitta con Josh e i suoi cani

Un giro in slitta con Josh e i suoi cani

byIgor D'India
Storie dall’Artico: i portatori di messaggi

Storie dall’Artico: i portatori di messaggi

byIgor D'India

Latest News

Vladimir Putin e Xi Jinping sulla tomba del milite ignoto a Mosca

Vladimir Putin e Xi Jinping sulla tomba del milite ignoto a Mosca

byAskanews-LaVocediNewYork
Zelensky, ‘domani un vertice di leader europei in Ucraina’

Zelensky, ‘domani un vertice di leader europei in Ucraina’

byAnsa

New York

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

byDaniele Di Bartolomei
Agenti USA / Ansa

Spara a un corriere di Door Dash: arrestato funzionario di New York

byGrazia Abbate

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
equipe 84

L'Equipe 84 e l'epoca d'oro del beat italiano

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?