Dopo avere aspettato per diversi giorni a Fort Yukon (Alaska), nella speranza che migliorasse il tempo, ho deciso di partire ugualmente per Old Crow, Canada, per il Gathering dei Gwitch'in. Era un'occasione unica per ascoltare la voce di questa tribù di nativi, durante un loro meeting interno. Tristemente, ho dovuto lasciare la mia canoa "Rossana" e accettare un passaggio in barca con un nativo di nome Snok. Il fiume Porcupine è bellissimo e selvaggio, ma il vento può renderlo pericoloso anche se si va in motoscafo. Ci sono volute circa dieci ore per arrivare a Old Crow da Fort Yukon, saltellando sulle onde e schivando secche e tronchi.
Ascoltando tutti i comizi, svoltisi all'interno di un' arena, ho notato che c'è molta preoccupazione da parte degli "elders", rispetto allo scarso interesse dei giovani a imparare tradizioni e usanze. È una cosa normale, a mio avviso, che gli anziani si lamentino della pigrizia dei giovani e viceversa. Sebbene questo sia comunque parzialmente vero, ho ascoltato diversi interventi, soprattutto di ragazze, che lasciano ben sperare. "Il potere non è avere un milione di dollari" ha detto Kiera "il potere è poter mangiare carne di caribou che non fa venire il cancro, bere l'acqua direttamente dal nostro fiume, poter pescare e vivere di quello che ci dona la terra! Noi sappiamo come farlo, non può insegnarcelo chi non vive qua. Abbiamo ancora il privilegio di poter ascoltare le storie degli "elders", farne tesoro e tramandarle! Questo è il potere! Così come la capacità di insegnare ai nostri figli di vivere soltanto di quello che ci serve e di condividere, ciò che è d'avanzo, con gli altri".
Un giovane padre, Ed, ha aggiunto: "Provo a insegnare alle mie bambine quello che ci tramandiamo ormai da trentamila anni: il rispetto del fiume e dei pesci, così come dell'alce e del caribou che sono la nostra prima fonte di sostentamento. Nessun altro può insegnarci come vivere nella nostra terra, se non i nostri padri. Ma io temo per il futuro dei Gwich'in, specie in Alaska. Potrebbero cambiare presto le cose, in peggio, e più che mai dovremo ricordarci chi siamo".
Le grosse multinazionali del petrolio e i cambiamenti climatici stanno costringendo i caribou a migrare usando rotte nuove e a volte impervie per gli stessi animali. È quindi più difficile cacciarli. Qualcuno, anche tra gli stessi nativi, lo fa però indiscriminatamente. È vietato uccidere le femmine di questa specie e, in generale, la regola è che qualunque animale venga cacciato, deve essere utilizzato al meglio. Tuttavia, non di rado, giungono cacciatori dai "lower 48s" (gli States a sud del Canada), o dall'Europa e tornano a casa con decine di teste di alce o caribou, come trofeo da appendere in salotto. Le licenze costano una discreta somma, ma permettono di "comprare" in toto l'animale e quindi poterne fare qualunque cosa, incluso abbandonare quintali di carne che potrebbero sfamare famiglie di nativi per settimane.
Neanche il clima è stato clemente ultimamente. L'inverno è stato breve e caldo, l'estate piovosa e fredda. Tra i nuovi problemi, a dire degli abitanti dei Northwest Territories, c'è il fatto che gli orsi polari si stiano spingendo sempre più a sud, per fame. Non potendo cacciare le foche, sfondando il ghiaccio con le possenti zampe, muovono verso sud camminando per settimane, e capita che si accoppino con i grizzly, dando vita a una razza mista piuttosto aggressiva. Questo comporta una minaccia per i villaggi e per i branchi di caribou.
È possibile che l'inquinamento indiscriminato del mondo cosiddetto civilizzato, stia indirettamente distruggendo i luoghi remoti della Terra, dove ancora domina la natura nel suo aspetto primordiale?
Presto nuove storie della vita on the road sulle strade canadesi…
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