“La pace è una scelta. E il mondo si aspetta che questo Consiglio aiuti i Paesi a fare quella scelta”. Con questo appello accorato il Segretario Generale dell’ONU António Guterres ha aperto il dibattito ad alto livello del Consiglio di Sicurezza sul tema “Multilateralismo e risoluzione pacifica delle controversie”, tenutosi il 23 luglio sotto la presidenza di turno del Pakistan.
Nel suo intervento, Guterres ha denunciato “il disprezzo assoluto per il diritto internazionale” che si manifesta in molteplici teatri di guerra, dalla Striscia di Gaza all’Ucraina, dal Sahel al Sudan, fino ad Haiti e Myanmar. Le norme fondamentali del diritto internazionale, comprese quelle sui diritti umani, i rifugiati e il diritto umanitario, “vengono calpestate senza alcuna responsabilità”, ha detto.
Il Segretario Generale ha definito la situazione a Gaza un “horror show”: “la malnutrizione è alle stelle, la fame bussa a ogni porta, e stiamo assistendo all’ultimo respiro di un sistema umanitario fondato su principi umanitari”. Ha ricordato che strutture dell’ONU, tra cui quelle dell’Ufficio per i Servizi ai Progetti (UNOPS) e il magazzino principale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono state colpite nonostante le coordinate fossero state comunicate a tutte le parti in conflitto. “Questi locali, come tutti i siti civili, sono inviolabili e devono essere protetti in base al diritto umanitario internazionale – senza eccezioni”, ha ribadito.
A tre anni dalla firma dell’Iniziativa del Mar Nero con Russia e Ucraina, Guterres ha voluto anche sottolineare il valore della mediazione e del buon ufficio delle Nazioni Unite, che anche in tempi di guerra possono produrre risultati concreti per la sicurezza alimentare globale.
Ma il centro del suo messaggio è stato un altro: rinnovare il multilateralismo e rafforzare il ruolo del Consiglio di Sicurezza. “Questo Consiglio deve riflettere il mondo di oggi, non quello di 80 anni fa”, ha detto, invocando una riforma che lo renda più rappresentativo, inclusivo, trasparente ed efficace. Ha inoltre richiamato l’attenzione sull’Action 16 del “Pact for the Future”, adottato nel 2023, che invita gli Stati a ricorrere più sistematicamente agli strumenti pacifici previsti dal Capitolo VI della Carta delle Nazioni Unite, come mediazione, conciliazione, arbitrato e risoluzione giudiziaria.
Il dibattito è stato presieduto dal vice primo ministro e ministro degli Esteri pakistano Mohammad Ishaq Dar, che ha presentato una risoluzione – adottata all’unanimità – per rafforzare l’impegno degli Stati membri a utilizzare i meccanismi pacifici di risoluzione delle controversie. Dar ha denunciato la situazione in Palestina come “una catastrofe umanitaria di proporzioni storiche” e ha chiesto un cessate il fuoco immediato e incondizionato a Gaza.
Guterres ha anche rivolto un appello ai cinque membri permanenti del Consiglio – Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia – affinché superino le loro divisioni e collaborino per prevenire nuovi conflitti. “Anche durante la Guerra Fredda, il dialogo in questo Consiglio ha permesso missioni di pace e accesso umanitario e ha evitato una terza guerra mondiale”, ha ricordato.
Infine, ha lanciato un messaggio di speranza: “Mentre ci avviciniamo all’80° anniversario dell’ONU, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per lo spirito multilaterale di pace attraverso la diplomazia”.
Il dibattito del 23 luglio ha segnato uno dei momenti più alti della presidenza pakistana del Consiglio nel mese corrente, confermando il ritorno della diplomazia preventiva come pilastro fondamentale dell’architettura internazionale di pace e sicurezza.