Trump rinvia per la terza volta il bando a TikTok
Trump ha deciso di rinviare per la terza volta l’entrata in vigore della legge bipartisan che di fatto vieterebbe TikTok negli Stati Uniti, in assenza di uno scorporo dalla società madre cinese ByteDance. Lo ha annunciato ieri la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, precisando che un nuovo ordine esecutivo sarà firmato entro la settimana per posticipare di ulteriori 90 giorni l’applicazione del provvedimento.
L’ ICE rischia il default
L’agenzia federale incaricata degli arresti e delle espulsioni di immigrati irregolari, l’ICE, è a rischio esaurimento fondi entro luglio, con Trump che brucia fondi per sostenere la sua feroce stretta anti-immigrazione. L’ICE ha sforato il budget di oltre 1 miliardo di dollari con ancora più di tre mesi alla fine dell’anno fiscale. Il ritmo di 3.000 arresti al giorno, imposto dalla Casa Bianca, ha portato i centri di detenzione oltre i 41.000 posti disponibili, mentre il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) cerca spazio anche all’estero. Secondo il senatore Chris Murphy (democratico del Connecticut), “il DHS di Trump spende come un marinaio ubriaco”.
Quasi 70.000 in lista per la “Trump Card”, il permesso di residenza a 5 milioni di dollari
Oltre 68.000 persone da tutto il mondo si sono già registrate per la nuova Trump Card, un programma di visti promosso dal segretario al Commercio Howard Lutnick che concede la residenza legale negli Stati Uniti in cambio di un investimento minimo di 5 milioni di dollari. Il sito ufficiale, trumpcard.gov, lanciato la scorsa settimana, presenta la carta – dorata, con l’effigie di Trump, la Statua della Libertà e un’aquila – come uno strumento di accesso esclusivo. L’obiettivo dichiarato è raccogliere fino a 1 trilione di dollari per il Tesoro, sostituendo il programma EB‑5, che attualmente richiede investimenti minimi inferiori e ha un tetto annuo molto più basso.
Mentre cresce il rischio guerra con l’Iran, Trump si arrabbia per la parata
Mentre le tensioni in Medio Oriente si fanno sempre più acute e Washington valuta opzioni militari contro l’Iran, Trump ha trovato il tempo per sfogare la sua rabbia sul segretario alla Difesa Pete Hegseth per il fiasco della parada militare del weekend. Secondo il biografo Michael Wolff, Trump voleva una dimostrazione di forza “minacciosa” per celebrare il 250° anniversario dell’Esercito (che coincideva con il suo 79° compleanno), ma si è ritrovato con soldati che sorridevano e salutavano, e neanche marciavano al passo.Il commander-in-chief si è concentrato sul fatto che i suoi soldati “si stavano divertendo troppo” durante la sfilata, che ha registrato una partecipazione deludente. La Casa Bianca ha respinto le rivelazioni definendo Wolff “un bugiardo”.
Risoluzioni bipartisan per bloccare un attacco all’Iran senza autorizzazione
Un gruppo bipartisan di parlamentari ha presentato risoluzioni per impedire a Donald Trump di ordinare attacchi militari contro l’Iran senza l’approvazione del Congresso. Sia alla Camera che al Senato il testo delle risoluzioni richiede una dichiarazione di guerra formale o un’autorizzazione esplicita prima di qualsiasi uso offensivo della forza. Trump, intanto, ha avvertito Teheran che qualsiasi attacco contro le forze statunitensi sarà seguito da una rappresaglia “a un livello mai visto prima”.
Altri 2.000 soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles
Il Dipartimento della Difesa ha annunciato l’invio di altri 2.000 militari della Guardia Nazionale nell’area di Los Angeles, portando a oltre 6.800 il numero totale di truppe schierate nella metropoli nell’ambito della campagna federale contro l’immigrazione irregolare. Le truppe, affiancate da 700 Marine già presenti, stanno completando addestramenti sulla gestione delle folle e l’uso della forza. Ma l’opposizione locale denuncia l’effetto incendiario della militarizzazione, specie in una città simbolo della diversità americana.
Trump prepara l’abolizione della FEMA
La segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem ha incaricato la FEMA, la Protezione Civile, di redigere una nota su come abolire se stessa e creare un’organizzazione di risposta alle catastrofi radicalmente più piccola e con un nuovo marchio. Il documento propone di eliminare gli aiuti per disastri minori, tagliare l’assistenza abitativa a lungo termine, chiudere il programma federale di assicurazione contro le inondazioni, e trasferire gran parte della gestione delle catastrofi a stati e governi locali. Ex funzionari dell’agenzia avvertono: la riforma potrebbe lasciare milioni di americani senza protezione, proprio mentre i disastri climatici aumentano.