L’accordo è arrivato: i ministri delle finanze del G7 introdurranno un tetto massimo di prezzo per il petrolio greggio e i prodotti petroliferi di origine russa.
La tariffa massima iniziale sarà stabilito sulla base di una serie di input tecnici e il livello dei prezzi sarà rivisitato, se necessario. “Miriamo ad allineare l’attuazione con la tempistica delle misure correlate all’interno del sesto pacchetto di sanzioni della Ue”, hanno scritto i ministri in una nota congiunta.
Il tetto sui prezzi dovrebbe dunque entrare in vigore in linea con gli embarghi della Ue sulle importazioni di petrolio russo: il 5 dicembre per il greggio e il 5 febbraio per i prodotti raffinati.
“La Russia sta beneficiando economicamente delle incertezze legate alla guerra sui mercati energetici”, ha dichiarato il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner ai giornalisti dopo l’incontro. “La Russia sta attualmente realizzando alti profitti dall’esportazione di materie prime come il petrolio e vogliamo opporci con decisione”, ha aggiunto.
“Il price cap è specificamente progettato per ridurre le entrate della Russia e la sua capacita’ di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando l’impatto della guerra russa sul mondo, in particolare sui paesi a basso reddito”, spiegano i ministri del G7 nella dichiarazione finale. La sfida e’ quella di radunare quanti piu’ paesi possibile perche’ il price cap funzionera’ solo se parteciperanno tutti i principali paesi acquirenti. A tal fine, il G7 “invita tutti i Paesi a esprimere il proprio parere sulla progettazione del price cap e ad attuare questa importante misura”, al fine di stabilire “un’ampia coalizione” per massimizzare l’effetto della misura.
Da Mosca, la replica è arrivata per bocca del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha ricordato come “se i Paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe, Mosca fornirà petrolio solo ai Paesi che si adeguano alle condizioni del mercato”.