Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è riunito giovedì 26 Luglio per offrire solidarietà al governo uscente della Colombia nel loro progetto di pace. Al Consiglio ha partecipato anche il Vice Presidente Colombiano Óscar Naranjo, che ha difeso con veemente passione il progetto intrapreso dal suo governo per riportare la pace in Colombia. Tale progetto è stato appoggiato anche da due Segretari Generali dell’ONU, Ban Ki-moon e dal suo successore Antonio Guterres.

Óscar Adolfo Naranjo Trujillo, vicepresidente della Colombia, si rivolge ai giornalisti prima della riunione del Consiglio di sicurezza sulla situazione nel suo paese.
Il governo uscente di Juan Manuel Santos, aveva avviato e portato avanti delle trattative di pace per cercare di porre fine al conflitto armato che affligge il paese da oltre 50 anni. Il nuovo governo appena eletto, però, guidato da Ivan Duque, ha criticato veemente i metodi precedentemente utilizzati.
Nonostante il nuovo governo salirà ufficialmente al potere il 7 Agosto, le Nazioni Unite oggi si sono riunite nel Consiglio Generale di Sicurezza, presieduto dalla Svezia, durante il quale tutti i paesi partecipanti hanno espresso il loro supporto per la proposta di pace avanzata dal governo Santos. Paesi come il Regno Unito, gli Stati Uniti d’America, la Russia, si sono complimentati con i rappresentati colombiani per i notevoli miglioramenti degli ultimi anni, fra cui per esempio la riduzione di vittime del conflitto politico da 3,000 del 2016 a 78 del 2018.

Óscar Adolfo Naranjo Trujillo (a sinistra), Vicepresidente della Colombia, parla con Sacha Sergio Llorenty Soliz (al centro), Rappresentante permanente della Bolivia presso le Nazioni Unite, e Ma Zhaoxu, Rappresentante permanente della Cina presso l’ONU, prima dell’inizio del Consiglio di sicurezza riunito sulla situazione in Colombia.
Alcuni giornalisti, fra cui anche quelli della Voce di New York, hanno domandato al presidente del consiglio di sicurezza del mese di Luglio, lo Svedese Olof Skoog, ai rappresentati del Regno Unito e dell’Olanda, quale fosse l’utilità di incontrarsi con il governo uscente riguardo la loro proposta di pace, se quello entrante invece prevede di effettuare notevoli modifiche. Entrambi gli ambasciatori hanno vagamente reiterato che dal momento che il governo di Santos si è così impegnato in tale proposta, che essi si meritavano un ultimo Consiglio di Sicurezza all’ONU e supporto per i loro sforzi.
Durante il Consiglio di Sicurezza, Jean Arnault, capo della missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia, ha affermato: “La presenza del partito politico FARC soddisfa uno degli obiettivi principali dell’accordo finale di pace e questo Congresso è tra i più diversi, plurali e rappresentativi della storia legislativa del Paese.” Ha inoltre detto che mentre la partecipazione dei rappresentanti delle FARC al Congresso è un passo importante, il reinserimento nella vita civile degli ex membri delle FARC-EP è un affare “molto incompiuto” sottolineando che il successo della reintegrazione” richiederà senza dubbio dedizione e risorse.”

La missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia ha il compito principale di verificare il reinserimento nella società degli ex membri delle FARC-EP.
Celebrando lo svolgimento della prima sessione del nuovo Congresso in Colombia, le Nazioni Unite hanno affermato che l’inclusione degli ex ribelli nel corpo legislativo ha segnato la loro transizione “dalle armi alla politica”. Nel 2016, il governo e le FARC-EP hanno firmato un accordo di pace, ponendo fine al loro conflitto di 50 anni. A metà marzo di quest’anno, si sono tenute le prime elezioni del Congresso dopo l’accordo di pace, attirando milioni di colombiani nelle urne.
In un comunicato stampa diffuso venerdì, la missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia e altre operazioni delle Nazioni Unite hanno affermato di “celebrare l’installazione odierna del Congresso colombiano derivante dalle elezioni legislative più partecipative e pacifiche degli ultimi decenni”.
Hanno aggiunto che l’inclusione nel Senato e nella Camera dei rappresentanti del partito politico della Forza rivoluzionaria comune (FARC-EP) “segna il passaggio di questo gruppo dalle armi alla politica e dalla transizione del paese dal conflitto alla ricerca della riconciliazione”.
Al contrario, però, durante la sua campagna presidenziale, il presidente eletto della Colombia, Iván Duque, ha promesso di “modificare”, ma non di abrogare, lo storico accordo di pace con il gruppo di guerriglieri di sinistra, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Il suo partito del Centro Democratico e il suo leader, l’ex presidente Álvaro Uribe, furono veementi oppositori degli accordi di pace e mobilitarono una maggioranza esigua per sconfiggere un referendum del 2016 sull’accordo. Molti colombiani rimangono insoddisfatti riguardo la clemenza che i membri delle FARC hanno ricevuto in base agli accordi, in particolare evitando condanne detentive e disposizioni che consentono al gruppo guerrigliero di trasformarsi in un partito politico (gli ex comandanti militari delle FARC sono ora i migliori politici del partito).
Nelle migliori circostanze, l’implementazione degli accordi sarebbe stata complicata e richiederà una dedizione a lungo termine. Il rischio ora è che l’accordo di pace subirà la morte di un migliaio di tagli – attraverso misure di bilancio e altre sovversioni – dal governo del Duque. Di conseguenza, le prospettive di pace duratura, integrazione sociale e equità in Colombia sono sottilmente ma profondamente in pericolo.
Fra gli elementi più a rischio vi sono il reinserimento e reintegrazione di ex combattenti delle FARC, lo sviluppo rurale, e la giustizia transizionale e la rappresentanza politica delle FARC.