I social network, e in generale le nuove tecnologie, impegnano i nostri processi cognitivi e il nostro cervello, perché deve continuamente confrontarsi con gli algoritmi e le devianze della rete.
Ogni azione è guidata in maniera domotica, Alexa agisce per noi e i diversi robottini si muovono al posto nostro. Stiamo robotizzando le nostre giornate, entrando in questo sistema che gli americani chiamano “piattaformizzazione della società”, definita Platform Society. Nell’era del Metaverso ci stiamo proiettando a vivere di più all’interno della realtà virtuale. La realtà virtuale sta diventando, grazie ai padroni della rete, sempre più comoda e funzionale alle nostre esigenze.
Come sostiene il sociologo Jan A.G.M. van Dijk siamo nell’era della società della piattaforme, un ecosistema gestito dalle BIG FIVE (Apple, Microsoft, Google, Amazon, Meta). Ambienti nei quali sperimentiamo la massima visibilità di comportamenti sociali e processi comunicativi di individui, aziende e istituzioni e dall’altra ci confrontiamo con l’invisibilità delle dinamiche di funzionamento regolate dagli algoritmi che le governano e con la scarsa trasparenza delle culture aziendali di riferimento. In pratica ciò che è visibile dipende da una struttura tecnologica intrasparente che produce evidenza sul piano relazionale e socioculturale.
Nell’era del Metaverso e dell’Intelligenza artificiale tutto assume contorni diversi e ci sono aspetti ancora poco conosciuti. L’unica certezza è che rappresenta un settore di forti investimenti da parte dei grandi player.
Mark Zuckeberg, papà di Facebook, Instagram, Messenger e da poche settimane – ma non in Europa – anche di Threads, ha realizzato il suo sogno di dar vita al Metaverso.
Purtroppo, sono stati pubblicati i dati relativi ai dispositivi di realtà virtuale. Reality Labs, unità commerciale e di ricerca di Meta Platforms che produce hardware e software per realtà virtuale e realtà aumentata, ha registrato una perdita di 3,7 miliardi di dollari nel secondo trimestre. Zuckerberg continua a difendere la sua idea di Metaverso, perché ritiene sia la direzione giusta da seguire.

Cosi come il Metaverso anche l’Intelligenza Artificiale ha cambiato ogni prospettiva e riuscire a distinguere il reale dal virtuale risulta essere sempre più difficile. Secondo Luciano Floridi, filosofo, professore ordinario di filosofia ed etica dell’informazione sembra impossibile trovare un qualsiasi aspetto della nostra vita che non sia stato influenzato dalla rivoluzione digitale. Un numero crescente di persone vive sempre più diffusamente onlife, sia online sia offline, e nell’infosfera, sia digitalmente sia analogicamente.
Questo Mark Zuckerberg lo sa bene e in un recente articolo di Repubblica, scritto da Arcangelo Rociola, vengono riportate le sue ultime dichiarazioni sul Metaverso e sulla piattaforma Threads.
La holding di Facebook ha ottenuto grandi risultati con 32 miliardi di ricavi e quasi 8 di utile netto. Il titolo ha scalato Wall Street e Zuckerberg è convinto che Threads presto avrà 1 miliardo di utenti.
Si contano 27 milioni di utenti attivi giornalieri su Facebook, Instagram e sul nuovo nato Threads. Il numero di utenti attivi al mese è pari a 50 milioni.
Nuovi iscritti e tanta pubblicità con risultati eccellenti sui conti dell’azienda. Il successo è dovuto anche all’Intelligenza Artificiale, perché i nuovi strumenti utilizzati stanno offrendo migliori performance pubblicitarie alle aziende. Meta ha investito nell’IA generativa (in grado di elaborare testo e/o immagini su richiesta in linguaggio naturale) per cercare di essere competitiva con Google, OpenAI e Microsoft.
Ormai è chiaro che l’Intelligenza Artificiale ha un carattere interdisciplinare che riguarda: scienze, sociologia, psicologia, diritto ed economia. Oggi, siamo in grado di comprendere che può diventare una straordinaria opportunità se attraverso una Governance del Digitale saremo in grado di dare vita a quella che Floridi definisce IA per il Bene Sociale – AI4SG.
Le nuove tecnologie possono offrire grandi e straordinari risultati per rendere migliore la nostra società. Le piattaforme devono diventare luoghi d’incontro, di rinascita e di umanità. Non dobbiamo andare alla ricerca delle emozioni, all’estremizzazione delle emozioni e alla ricerca dell’emotivismo, tentando di scatenare rabbia e frustrazione negli altri.
Ricordiamoci le parole dello scrittore francese Paul Verlaine che ha scritto: “In virtù della sua forza, l’amore ci rende immuni alle intemperie della vita, ci rende forti e fieri, ma anche indulgenti. L’amore può tutto!” L’amore può vincere anche sulle piattaforme ed è quel sentimento che ci salva da ogni tempesta.