È un pubblico delle grandi occasioni quello che all’Hotel St. Regis di New York ha preso parte alla serata organizzata dalla Foreign Policy Association per premiare il CEO di Assicurazioni Generali Philippe Donnet e il Chairman of the Board of Director di Société Générale Lorenzo Bini Smaghi.
In sala uomini d’affari, istituzioni e diplomatici, con l’Italia rappresentata dall’ambasciatore alle Nazioni Unite Maurizio Massari, dal Console Generale Fabrizio Di Michele e dal direttore dell’ICE Antonino Laspina.
“Un grande onore ricevere questo riconoscimento”, esordisce Bini Smaghi dopo essere stato insignito dal Chairman della FPA Henry A. Fernandez. Il Chairman di SG parla molto di climate change, “che è diventato uno dei problemi principali a livello globale”.
“La difficoltà che ci troviamo di fronte per riuscire ad arrestare questo cambiamento sono tante, sopratutto in un mondo polarizzato come quello in cui viviamo. La nostra società sta cambiando molto velocemente, ma dal punto di vista delle reazioni alla crisi ambientale siamo ancora troppo lenti: i giovani ce lo dicono in continuazione. Molto spesso sentiamo dire che non siamo preparati per il 2030, il 2035, il 2050. È una grande sfida per noi che abbiamo responsabilità. L’unica soluzione è investire di più: sarà un processo costoso, ma se manchiamo gli obiettivi le conseguenze saranno ancora più care”.

Bini Smaghi riflette poi sulla grande differenza di vedute tra i paesi occidentali e quelli in via di sviluppo. “Le nazioni in crescita dicono a noi che abbiamo inquinato per tanto tempo e che ora è il loro turno. Noi che facciamo parte dal mondo avanzato dobbiamo renderci conto di come questa sia una grande opportunità per essere leader”.
“Qual è il ruolo delle istituzioni finanziarie in tutto questo? – si domanda Bini Smaghi – Anche qui il discorso è polarizzato. Qualcuno dice che dovrebbero indicare la direzione, mentre altri pensano che non debbano entrare nel discorso ed essere neutrali. La verità sta nel mezzo. Le istituzioni finanziare non solo investono, ma aiutano i clienti ad attraversare la transizione”.
Parole simili anche da parte di Donnet, che di sostenibilità e prevenzione per l’ambiente dice di essere ormai un esperto. “Generali sta lavorando molto per mettere ciò che chiamiamo ‘responsabilità sociale’ in tutto ciò che fa. Ma non è abbastanza: dobbiamo lavorare come leader per rendere il mondo un posto migliore. La sostenibilità è il nostro spirito guida e le nostre aziende devono essere in grado di cambiare se stesse per andare verso la stessa direzione, accelerando il processo di cambiamento. Ce lo chiedono anche i nostri clienti”.

Dalle parole ai fatti, insiste Donnet, citando alcuni esempi dell’azienda che guida, presente in oltre cinquanta paesi e con oltre 75.000 dipendenti. In Italia, ad esempio, da novembre è stata lanciata GeneraSviluppo Sostenibile, la prima soluzione assicurativa di investimento sugli Obiettivi ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
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