Indigenous Peoples’ Day e Columbus Day saranno lo stesso giorno: 11 ottobre. Lo ha stabilito Joe Biden, che ha ricordato come “per generazioni, le politiche federali hanno cercato di assimilare e rimuovere il popolo nativo e sradicare la sua cultura: oggi riconosciamo la resilienza e la forza dei popoli indigeni, come l’incommensurabile impatto positivo che hanno avuto su ogni aspetto della società”.
L’iniziativa arriva per stabilire un compromesso circa le intricate discussioni che da tempo si accavallano attorno al Columbus Day, rivisitato dalla cancel culture e oggi visto da molti come il simbolo di un colonialismo razzista che sarebbe bene dimenticare.
In alcune città e in alcuni Stati americani la ricorrenza è già stata affiancata o addirittura sostituita da un Indigenous Peoples’ day. Ma ora arriva un riconoscimento anche dalla Casa Bianca. Biden, la cui moglie Jill è per metà di origini italiane, ha tenuto però a ricordare anche l’importanza dell’esploratore genovese, ricordando i “molti italiani che hanno seguito la sua via nei secoli rischiando povertà, fame e morte per inseguire negli Usa una vita migliore, nonché i milioni di italo-americani che continuano ad arricchire le tradizioni e la cultura del nostro Paese”.

Biden ha poi incoraggiato gli americani a riflettere sullo spirito di esplorazione dell’America, il coraggio e i contributi degli italo-americani nel corso di generazioni” ma anche, per non scontentare nessuno, “sulla dignità e resilienza delle nazioni tribali e delle comunità indigene”.
Nello stesso giorno, il presidente ha fatto anche un gesto concreto verso le comunità native, ripristinando la piena protezione di tre parchi “monumenti nazionali” (Bears Ears, Grand Staircase-Escalante e Northeast Canyons and Seamounts) che Donald Trump aveva ridimensionato ignorando le proteste dei popoli indigeni.