Nato e cresciuto a Roma, faccio parte di quella che viene definita “generazione di fuga di cervelli”. All’età di 16 anni mi sono trasferito a New York e lì non si faceva altro che parlare dell’Italia. Con mia grande sorpresa, trovai una giornata nazionale dedicata a un italiano, il “Columbus Day”, per celebrare gli italiani e la nostra storia. Devo ammettere che è solo a causa del mio distacco dall’Italia che ho “scoperto” un amor proprio per il mio Paese e le mie radici. Anche grazie alla comunità italo-americana che mi faceva sentire speciale per essere italiano, o, forse, anche per la parata annuale del Columbus Day in cui potevo urlare per le strade di New York City “sono un romano de Roma!”. Ho iniziato ad appassionarmi al patrimonio culturale del nostro Paese e mi sono dedicato a studiare i contributi degli italiani all’estero e in Italia. Imparai che la famosa frase nella costituzione americana “tutti gli uomini sono creati uguali”, in realtà, l’aveva detta Filippo Mazzei, ma anche che la famosa statua di Abramo Lincoln a Washington e molte altre furono realizzate dai fratelli Piccirilli, e che fu un italiano a fondare la Bank of America. Questo mio amore per la patria mi ha portato a fondare un’organizzazione per promuovere la cultura e la lingua italiana nella mia università, la Drexel University a Philadelphia, con il chiodo fisso di portare tutti i membri del club a marciare al Columbus Day Parade a New York City.
Sapevo che c’erano delle proteste contro la figura di Cristoforo Colombo, ma erano distanti. Soltanto quando iniziarono le proteste dopo l’uccisione di George Floyd, si sviluppò in parallelo un revisionismo contro tutti i simboli americani storici. Il nostro Cristoforo Colombo venne immediatamente accusato (senza udienza) di essere un razzista, maniaco, genocida e schiavista colpevole di aver distrutto tutti i villaggi in cui era passato in America e di aver schiavizzato la popolazione indigena e quella africana. Ma sono davvero fondate queste accuse? Ho iniziato a documentarmi e, in letteratura, non ho trovato nulla che attesti tutto ciò. Cristoforo Colombo ha schiavizzato i nativi americani? In realtà, promulgò alcune leggi per garantire ai nativi americani gli stessi diritti degli Spagnoli, e lavorò per convertirli al cristianesimo per devozione: a quel tempo non si poteva schiavizzare un cristiano. Tagliò le mani ai nativi americani? Non esiste nessun documento che lo attesti.

Il navigatore era un pedofilo? I revisionisti hanno estrapolato dal contesto una lettera che Colombo scrisse a Juana de Torres. Nella lettera, Colombo non si vantò o disse di far parte di un traffico di minorenni ma, al contrario, denunciò il traffico illegale di nativi americani. Il termine “agora” è stato male interpretato come “età” quando in realtà Colombo intendeva “quantità” e lui stesso non conosceva l’età delle persone trafficate.
L’esploratore ha sterminato le popolazioni indigene? Ancora oggi è un mistero quanti abitanti ci fossero realmente nei Caraibi all’arrivo di Colombo. Molti storici attribuiscono la maggior parte delle morti all’arrivo di nuovi animali in America che portarono malattie come il vaiolo, di cui i nativi non avevano sviluppato un sistema immunitario per combatterlo.
Il Columbus Day è una giornata di supremazia bianca? La figura del navigatore era già altamente apprezzata prima che gli italiani arrivassero grazie a Phillis Wheatley, la prima poetessa afroamericana che scrisse un poema nel 1775 per ringraziare l’italiano e coniò il termine femminile “Colombia”. Il Ku Klux Klan, il simbolo della supremazia bianca negli US, era contro la figura di Colombo, in quanto rappresentava una figura non-razzista e cristiana. Basta ricordare gli episodi di protesta negli anni 20-30, quando il KKK bruciò una croce durante una parata in Filadelfia per il Columbus Day a Filadelfia e, quasi riuscirono a rimuovere una statua di Colombo in Virginia attraverso procedure legali. Il Columbus Day viene commemorato anche in Italia, in Spagna e in America latina per ricordare l’arrivo e la scoperta di Cristoforo Colombo e per tenere sempre vivo il rapporto tra il Vecchio e il Nuovo Mondo.

La maggior parte di queste che definiamo disinformazione intorno a Colombo sono attribuite ad Howard Zinn, uno storico del XX secolo, considerato uno dei peggior storici della storia.
Come sono questi “revisionisti”? La mia Università ha deciso di cambiare Columbus Day con Indigeneous People’s Day, senza interpellare la comunità italiana. Allora, ho deciso di organizzare un webinar per discutere la figura di Colombo con esperti, storici e con l’Università stessa. La risposta dell’Università è stata l’organizzazione di un loro evento con i loro “esperti” per discutere la loro narrativa. Si sono rifiutati di partecipare al mio webinar e di farmi intervenire al loro. Gli storici da me invitati sono stati per la maggior parte studiosi che si sono dedicati all’approfondimento per anni del navigatore e hanno pubblicato importanti saggi, come Carol Delaney e Rafael Ortiz, e personalità che stanno conducendo una battaglia senza sosta contro questo revisionismo, come Robert Petrone e Andre DiMino. I loro “esperti” erano due ex studenti dell’Università, appena laureati in arte e fashion design e il Vicepresidente dell’università che ha iniziato questa crociata. I revisionisti si spacciano per paladini a favore del “political correct” e delle giustizie sociali, ma non accettano nella maniera più assoluta opinioni contrastanti.
Quando ho avuto una discussione per dire che la rimozione delle statue di Colombo fosse un attacco contro le comunità italo-americane e la loro storia, mi è stato risposto di andarmene e che non avevamo la stessa “morale.” Il sindaco di Filadelfia, un democratico, ha affermato che era sua intenzione di cambiare Columbus Day con Indigeneous People’s Day e che avrebbe sottoposto al sindacato la proposta. Dopo l’elezione di Biden, ha cambiato rotta e ha deciso di cancellarlo senza interpellare nessun organo. La città di Chicago ha rimosso ben tre statue di Colombo senza informare nessuno, durante la notte. C’erano degli accordi scritti con la città che le statue non potevano essere toccate senza il consenso della comunità italo-americana. Anche la città di New York si è svegliata e il dipartimento della pubblica istruzione ha cambiato il calendario delle scuole pubbliche, rimuovendo il Columbus Day senza coinvolgere nella decisione alcun organo. Neanche il sindaco o il Cancelliere delle Scuole di New York sono stati consultati su questa ennesima rimozione.

Come stanno reagendo gli italo-americani? Tutti le comunità in tutti gli Stati Uniti stanno combattendo contro la “cancel culture” per garantire la protezione della loro cultura e storia e di essere rappresentati come tutti gli altri gruppi etnici. In questi anni, sono state create molte organizzazioni, come l’Italian American One Voice Coalition, The National Columbus Education Foundation, e la Conference of Presidents of Major Italian American Organization, per dare voce alla comunità italo americana e, anche, per la diffusione di un racconto equilibrato e corretto. La Conference of Presidents of Major Italian American Organization e molte altre organizzazioni hanno denunciato il sindaco di Filadelfia per discriminazione razziale per aver rimosso Columbus Day e una statua del sindaco italo-americano, per aver tentato di rimuovere le statue di Cristoforo Colombo, per aver espresso più volte toni decisamente razziali contro la comunità e, in fine, per aver impedito la vaccinazione agli italo-americani.
Il commissario di contea Stanley Moore, un afro-americano discendente dai Choctaw Freedman, afferma che le Cinque Tribù Civilizzate usavano schiavi di colore anche dopo la Guerra Civile e, sono quasi duecento anni che non riconoscono i diritti civili dei Freedman. Il Senatore dello stato di New York sta portando avanti una proposta di legge per includere di nuovo il Columbus Day all’interno del calendario scolastico. Anche in Italia si è verificata una risposta a favore di Cristoforo Colombo. La deputata italiana Fucsia Nissoli ha fatto passare una mozione in Parlamento in cui l’Italia si propone di difendere con i mezzi a disposizione l’eredità di Cristoforo Colombo, promuovendo una giusta rappresentazione dell’uomo, in quanto “Colombo è un simbolo del rapporto tra Italia e Stati Uniti e la rimozione di questa figura dalla memoria storica del popolo americano non soddisfa certo gli obiettivi di buona cooperazione e i sentimenti di forte amicizia che i due Paesi hanno l’uno per l’altro.” Anche io ho lanciato una petizione per salvare il Columbus Day a Drexel University.
Questo revisionismo è sensato? Si parla di “cancel culture”, una sorta di caccia alle streghe, andando a cercare figure legate al razzismo e supremazia bianca in tutti i personaggi storici. Anche figure come Thomas Jefferson, che scrisse nella Costituzione americana che tutti gli uomini sono creati uguali, e Abraham Lincoln, che combatté la Guerra Civile per abolire la schiavitù, sono soggetti a revisionismo, simboli di oppressione e supremazia bianca. Non si salvano nemmeno Napoleone Bonaparte, Winston Churchill e Mahatma Gandhi. Questi attacchi contro figure storiche non sono pensati e non c’è alcun dibattito intorno a loro. Le si mette subito alla gogna. C’è, in realtà, troppa semplificazione.

Che cosa bisognerebbe fare adesso? Quando si dice che tutte le comunità devono essere rappresentate ugualmente, bisogna fare in modo che lo si applichi a tutti. Gli italo-americani sono a favore dell’Indigeneous People’s Day, ma ritengono che loro debbano avere una giornata deidicata. Attualmente, ci sono ben due Indigeneous People’s Day (uno il 9 Agosto e un altro il giorno dopo il Ringraziamento) e c’è anche un intero mese per onorare la loro cultura in novembre (Native American Heritage Month). In California, celebrano un terzo Indigenous People’s Day il quarto venerdì di settembre. In tutta l’America, si celebra solo un giorno la cultura italiana durante il Columbus Day. Peraltro, il Columbus Day viene celebrato da tante nazioni. A Puerto Rico, dove c’è la più alta densità di Tainos (gli indigeni che Colombo protesse dai cannibali) esistono due giornate dedicate all’esploratore.
È evidente come il Columbus Day sia una festa multiculturale. Anche noi italiani dovremmo essere più coinvolti a proteggere l’eredità di Colombo, altrimenti lasceremmo che gli americani scrivano la nostra storia. C’è un’opinione oramai troppo diffusa che Cristoforo Colombo non fosse italiano perché l’Italia non esisteva prima del 1861. Secondo questa teoria, figure come Alessandro Manzoni, Leonardo Da Vinci e Dante Alighieri non sarebbero italiani e degni di essere celebrati.
Per gli americani, Giuseppe Garibaldi era un pirata e la sua statua a New York è stata vandalizzata. Questi eventi accadono a diverse migliaia di chilometri di distanza dal nostro Paese, ma sono pur sempre attacchi contro la nostra storia e cultura. È arrivato il tempo di alzare la nostra voce e che gli americani capiscano che il Columbus Day è molto più grande di quello che ritengono. Secondo alcuni sondaggi, la maggior parte degli americani sono a favore del mantenimento del Columbus Day.
Come già successo in passato in tante parti del mondo, si sta cercando di elevare un gruppo etnico a discapito di un altro. Tutte le comunità sono libere di onorare la propria cultura senza nessuna censura. Non esistono giornate razziste, ma solo persone razziste. Non si può togliere una giornata di “orgoglio italiano” per darla a una comunità che ne ha già diversi. Come diceva Primo Levi: “Il futuro ha un cuore antico”.