I quattro giornalisti professionisti italiani del quotidiano newyorkese America Oggi, che due mesi fa erano stati costretti a interrompere le loro prestazioni lavorative per la mancata retribuzione di sette mesi di stipendi arretrati, restano ancora senza lavoro, senza stipendi e ora anche senza assicurazione sanitaria.
Mercoledì 30 settembre, infatti, la società editrice di America Oggi, il Gruppo Editoriale Oggi, ha comunicato senza preavviso ai quattro dipendenti l’immediata cessazione della copertura sanitaria, aggravando così la grave situazione in cui si trovano i giornalisti nel mezzo della crisi causata dall’emergenza Covid-19.
In questi due mesi di agitazione, i giornalisti speravano che la società potesse saldare tutti gli stipendi arretrati, ma i redattori sono riusciti a ottenere soltanto il pagamento degli stipendi risalenti a novembre e dicembre 2019. Restano infatti da saldare le spettanze di gennaio 2020, febbraio 2020, marzo 2020 e aprile 2020 oltre a tutte le ferie arretrate.
La vicenda svilisce inoltre il lavoro di giornalisti italiani professionisti residenti all’estero che, soprattutto negli ultimi anni, hanno compiuto notevoli sforzi per garantire la pubblicazione del giornale nonostante i sistematici ritardi nel pagamento degli stipendi.
Intanto, nonostante la grave inadempienza, i proprietari del Gruppo Editoriale Oggi continuano a pubblicare e vendere America Oggi, seppure con foliazione ridotta a 16 pagine.
America Oggi usufruisce dei contributi del Governo italiano diretti alle imprese editrici ai sensi del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Quest’anno al giornale è stato assegnato un contributo di 746.907 euro.
Pierpaolo Capalbo, Francesca Gentile, Vito Taormina e Antonio Volpe Pasini

LA RISPOSTA DEL DIRETTORE ANDREA MANTINEO
A causa della crisi mondiale dell’editoria, aggravata quest’anno dalla pandemia di Coronavirus, America Oggi attraversa un periodo di difficoltà finanziarie. Nonostante ciò, ha sempre pagato gli stipendi ai propri dipendenti, giornalisti e amministrativi, seppure a volte con ritardo. In base alla legge, le domande delle aziende editrici per i contributi governativi debbono pervenire alla Direzione Generale per l’Editoria della Presidenza del Consiglio entro il 31 gennaio dell’anno seguente al quale le richieste si riferiscono. La conseguente documentazione (con i bilanci certificati che comprendono tutti i dati per la tracciabilità dei costi e dei ricavi) deve essere presentata entro il 30 settembre seguente. Di conseguenza, se la documentazione viene approvata dalla Commissione, le aziende ottengono i contributi un anno dopo il periodo al quale questi contributi si riferiscono.
Per quanto riguarda i quattro giornalisti, essi a luglio hanno deciso di non prestare più la loro opera al giornale presentando domanda allo Stato del New Jersey per ottenere i sussidi dell’Unemployment (equivalente alla cassa integrazione italiana). America Oggi ha continuato per tre mesi (luglio, agosto e settembre) a pagare la loro assicurazione medica pur non avendo negli Stati Uniti, dato che è una piccola azienda con meno di 50 dipendenti, alcun obbligo di farlo. Ha quindi comunicato loro che da ottobre non sarebbero rimasti nel piano di assicurazione medica aziendale e che se lo volevano, potevano continuare ad avere la copertura sanitaria, a loro spese, con il programma federale COBRA.
***
Penso sia anche importante fare presente che, a causa delle difficoltà finanziarie di America Oggi, quei soci azionisti che svolgono ancora giornalmente la loro opera per la pubblicazione di America Oggi lo fanno senza percepire, da oltre 5 anni, uno stipendio né avere alcuna assicurazione medica fornita dal Gruppo Editoriale Oggi.
Andrea Mantineo, Direttore America Oggi, Presidente Gruppo Editoriale Oggi