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Una lettera a te che mi vuoi sempre diversa… E io? Spacciata, perdutamente innamorata

La prima volta che ti vidi la ricordo come fosse ieri: bellissimo più di quanto avrei mai potuto immaginare e la sola cosa che volevo fare era perdermi in te

Sara GrecobySara Greco
Una lettera a te che mi vuoi sempre diversa… E io? Spacciata, perdutamente innamorata

Sognando il Magnifico Oz - Illustrazione a cura dell'artista Daniela Esposito - tempera su carta, realizzato a mano

Time: 4 mins read

A volte provo ancora la stessa sensazione di irrealtà di quella che provai percorrendo la strada di mattoni gialli che portava a te, al tuo regno di promesse meravigliose.

Lo dicevano tutti che non eri fatto per me, sicuri che non saremmo mai durati, noi troppo diversi. Molti dicevano che ad andare verso te non stessi abbandonandomi altro che a un sogno, bello sì, ma destinato a finire, come quello che aveva portato Dorothy ad OZ, e in fondo era quello che mi ripetevo anch’io. Eppure eccomi ancora qua. Eccoti ancora qua.

La prima volta che ti vidi la ricordo come fosse ieri: bellissimo più di quanto mai avrei potuto immaginare, perché eri vero, lì davanti ai miei occhi e la sola cosa che volevo fare era perdermi in te.

Ricordo stupore e smarrimento quando realizzai che non ero più in Kansas!E io? Spacciata, perdutamente innamorata.

Come un tornado mi hai travolta, afferrata, confusa. Precipitare era l’unico modo di atterrare, la paura come una strega malvagia schiacciata all’arrivo e in fronte un bacio di protezione a non farmi atterrire dal timore.

Il timore di te, così duro e severo, egoista e ingannevole per molti versi. Tu che sembri non somigliarmi affatto.

Non credevo fossi un tipo facile, ma non avrei mai pensato così difficile. Sarà per questo che sto ancora dietro a te?

Spronandomi, sfidandomi, pretendi sempre tanto da me e non mi lasci mai in pace anche quando vorrei tanto fermarmi, riposarmi anche solo per un momento, rinunciare; però mi fai sentire anche viva come mai mi ero sentita con nessun altro, circondata da colori, da personaggi buffi, da situazioni bizzarre, e un attimo dopo mi stringi forte come se tutte quelle persone intorno a noi non esistessero, lasciandoci soli, incapaci a prender sonno tanto è il desiderio di sognare, come se nemmeno salire sulle stelle fosse una cosa così assurda, da qualche parte sopra l’arcobaleno, dove i sogni che ho fatto possono davvero diventare realtà. 

Il tempo sembra volare quando siamo insieme, non ho mai incontrato nessuno come te: brillante e passionale, stravagante ed eccentrico, calore avvolgente ma anche fredda solitudine.

Ogni giorno è una nuova avventura con te, matto come sai essere solo tu. Ed è incredibile come, dopo tutto questo tempo, ancora tu mi dia i brividi, quella stretta allo stomaco che sempre mi viene quando mi allontano o torno da te, come dopo tutto questo tempo sia ancora così viva la voglia di scoprirti, di capirti, come non mi stanchi mai di te. 

Esistono luoghi di me stessa che mai avrei visitato se non fosse stato per te che mi ci hai portata, sentimenti che non avrei mai provato se non me li avessi fatti provare tu, cose che non avrei mai capito, ragionato se non avessi dovuto trovare soluzioni a quelle situazioni assurde in cui mi sono imbattuta per te, occasioni che non avrei mai colto se non grazie a te, streghe e scimmie volanti che non avrei mai avuto il coraggio di fronteggiare se non fosse stato per arrivare a te, e per farlo ho dovuto fare amicizia con l’intelligenza, col coraggio e col cuore, per poi scoprire che le conoscevo già.

Mi hai insegnato a sognare in grande, ad amare forte, a soffrire profondamente, ad essere felice sconsideratamente, a vivere intensamente o non farlo affatto. Tu che mi vuoi sempre diversa, come sempre diverso sei tu, grande e terribile o, diradati i giochi di specchi e di fumo, intimo e familiare. E quando penso di aver capito tutto di te, ecco che mi sorprendi con qualcosa di completamente inaspettato, imprevedibile, lasciandomi senza parole, e così si ricomincia da capo, e mi rendo conto che di te non c’ho capito proprio niente. 

Quante strade ho percorso, quante persone ho incontrato, quante ne ho perse, qui dove la gente appare e scompare in fretta e alla fine rimaniamo io e te, ad amarci, ad odiarci.

Mi fai arrabbiare così tanto da arrivare a detestarti, ma mi basta uno sguardo e sono di nuovo tua, e lo sai bene quando sto per andar via, pronta con le valigie sulla porta,  sai subito fare la cosa giusta per farmi rimanere e provarci ancora una volta.

Tu sei tutte le mie ferite, tutte le mie risate, tutte le passioni, tutte le possibilità, tutte le mie ansie, tutte le insicurezze, tutte le paure di guardarmi dentro, di non farcela, e mentre attendo un cambiamento da te, mi rendo conto di essere io stessa ad essere cambiata tanto, di essere io il cambiamento che stavo cercando, non rendendomi conto che man mano che cercavo di conoscere, di arrivare a te, in realtà quello che stavo facendo era conoscere me stessa.

Ti sarò sempre grata per tutto quello che mi hai dato ma ancora di più per tutto quello che mi hai portato via e che altrimenti sarebbe rimasto inapprezzato, incompreso, per tutto quello che significhi per me oggi e che sempre significherai anche quando saremo distanti, quando continuerò ad esistere ancora senza di te e tu senza me. Continuerai a brillare, a correre, a far innamorare, a far sognare qualcun’altro che, imboccando quella strada che porta a te, si sentirà vivo e speciale proprio come mi sento io ora.

So che non invecchieremo insieme, che un giorno le nostre strade si divideranno, quando io battendo per tre volte le mie scarpette rosse mi allontanerò per sempre dalla strada di mattoni gialli che porta a te, il Fantastico Regno di New York dove non tutto è bello, ma tutto è straordinariamente possibile.

Nessuno potrà mai prendere il tuo posto, non ti potrò mai dimenticare per tutto quello che mi hai insegnato, per tutte le prime volte che non avrei mai avuto se non fossi mai venuta qui e troverò pezzi di te ovunque, in tutto quello che mi circonderà anche se sarò distante chilometri da te.

E ora, finalmente consapevole, trovo il coraggio e mi volto indietro ritrovandomi a guardare a quella che ero come si guarda ad un’estranea, l’estranea me prima di te.

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Sara Greco

Sara Greco

Orafa e designer salentina. La mia gioventù tra mare, arte e gli ulivi della mia terra. A 12 anni ho chiesto il primo saldatore ai miei genitori invece di una normale bambola, dopo 20 anni mi ritrovo a New York. Specializzata in Italia in design del gioiello e oreficeria: metalli preziosi abbracciati a meravigliose gemme riescono a dare forma alla mia immaginazione. Nel 2012 e’ nato il mio marchio: "SARA GRECO GIOIELLI", dal motto “Arte Sensibile. Perfezione Irregolare.” Vedo per la prima volta New York 3 anni fa e tuttora lavoro come orafa e manager per un’azienda di gioielli in oro, platino e diamanti nel Diamond District. Per me il bello non come qualcosa da inventare, ma da scoprire. In “Beauty and the city”, racconto il bello di New York visto attraverso i miei occhi. www.saragrecogioielli.com

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