Tra i tanti italiani che hanno contribuito allo sviluppo della cultura a New York c’è un nome che non viene ricordato abbastanza. È quello di Lorenzo Da Ponte, librettista, poeta, drammaturgo e linguista veneziano che nel 1805 si stabilì negli Stati Uniti dopo aver girato l’Europa da Vienna a Praga a Londra. In occasione del 175° anniversario della morte dell’intellettuale italiano, sabato 11 novembre, alla St. Patrick’s Old Cathedral si è tenuto uno spettacolo per celebrare la creatività di questo pioniere della diffusione della cultura made in Italy. La scelta del luogo non è casuale: fu infatti nella chiesa cattolica di Mulberry Street che venne celebrato il funerale di Da Ponte e nel cimitero retrostante fu seppellito in una tomba senza nome. Nel 1848, quando le salme furono trasferite al nuovo cimitero del Queens, i suoi resti si mescolarono ad altri, cosicché oggi non è possibile rintracciare il luogo della sua sepoltura.
Organizzato dalla Divaria Productions, in collaborazione con la Basilica di St. Patrick’s e l’Istituto Italiano di Cultura, lo spettacolo di sabato scorso ha portato in scena il drammaturgo Mario Fratti che, nei panni di Da Ponte, ha ripercorso i momenti salienti della vita del veneziano e del suo impegno per portare a New York l’opera italiana.
Mario Fratti nei panni di Lorenzo Da Ponte
Introdotto da Felice Beneduce, docente alla Columbia University, Mario Fratti ha recitato, improvvisando, passaggi ispirati alle Memorie di Da Ponte intervallati da arie delle opere da lui scritte, cantante dai soprani Ashley Bell e Andrea del Giudice, dal tenore David Guzman e dal baritono Vladimir Tselebrovsky, su musiche del Quartet from Salome Chamber Orchestra e dell’organista Jared Lamenzo.
Da Ponte, tra i cui libretti si contano il Don Giovanni e Le Nozze di Figaro, è stato amico di Casanova (cui il Don Giovanni è chiaramente ispirato) e di Mozart con cui collaborò su vari lavori. Come il suo Figaro, Da Ponte era una sorta di factotum che a New York fece i più diversi lavori, passando da drogherie a pensionati, per poi aprire una libreria e dedicarsi all’insegnamento della lingua e della letteratura italiane fino a diventare, nel 1825, il primo professore di letteratura italiana della Columbia University e il secondo italiano in assoluto a insegnare in un’università americana.
Al tempo le ondate migratorie portavano da queste parti irlandesi e tedeschi, mentre di italiani ce n’erano ben pochi. Ma Lorenzo Da Ponte era sicuro che la sua cultura d’origine avrebbe suscitato interesse nel Nuovo Mondo. A lui si devono i primi tentativi di far conoscere l’opera italiana negli USA e fu lui a portare da questa parte dell’oceano le musiche di Rossini. Nel 1833 Lorenzo Da Ponte fondò il primo teatro dell’opera di New York, su Church Street, ma difficoltà finanziarie lo costrinsero a chiudere dopo appena tre anni. Tuttavia il seme era stato gettato e da quel momento la cultura italiana avrebbe continuato a farsi apprezzare, con alterne fortune, fino al definitivo riconoscimento dei giorni nostri.