Nell’intricata vicenda legale che ha coinvolto Blake Lively e Justin Baldoni, emerge inaspettatamente un altro nome celebre tra le carte bollate: Taylor Swift. La star del pop, reduce dal trionfale tour mondiale “Eras”, si è vista recapitare un mandato di comparizione che il suo portavoce definisce senza mezzi termini “un espediente progettato per sfruttare la sua celebrità e attirare attenzione mediatica”.
Tuttavia Swift appare solo marginalmente: in una delle 179 pagine del procedimento legale, viene menzionata in un presunto messaggio di testo come “una mega amica famosa” di Lively. Il team legale di Baldoni ha confermato che si tratta proprio della cantante, chiamata in causa per un riferimento del tutto tangenziale.
In un messaggio allegato agli atti, Lively avrebbe usato una metafora ispirata alla serie televisiva fantasy Game of Thrones, paragonandosi a Khaleesi, uno dei personaggi principali e riferendosi a Swift e altri amici come i “draghi” pronti a proteggerla. Un’immagine suggestiva, che però, sottolinea il referente della musicista, non giustificherebbe in alcun modo la sua convocazione in tribunale.
Secondo quanto riportato dal sito web statunitense TMZ, l’avvocato di Baldoni, Bryan Freedman, avrebbe infatti emesso un mandato nei confronti della cantante nell’ambito della battaglia legale legata al film del 2024 It Ends With Us. Né Freedman né i rappresentanti di Lively al momento hanno fornito dichiarazioni pubbliche in merito, mantenendo il riserbo sulla questione che si fa sempre più complessa.
Il team dell’artista ha chiarito con fermezza che l’interprete di “Karma” non ha avuto alcun ruolo attivo nella realizzazione della pellicola. Non è mai stata presente sul set, non ha partecipato alle scelte di casting né alle decisioni creative. Non ha inoltre composto la colonna sonora, come non avrebbe visionato montaggi preliminari o fornito alcun tipo di feedback sul progetto.
Come precisato dal suo portavoce, la compositrice avrebbe visto il lungometraggio solo diverse settimane dopo l’uscita nelle sale, essendo stata completamente assorbita dalla sua tournee, considerata la più maestosa della storia recente. Swift avrebbe solo concesso in licenza una sua canzone per la colonna sonora, come hanno fatto altri 19 artisti.
Il procedimento legale, che ha avuto inizio nel 2023, vede Blake Lively accusare Baldoni, suo co-protagonista e regista del film, di molestie sessuali e ritorsioni sul set. La denuncia include anche la casa di produzione Wayfarer Studios e altri soggetti, ritenuti colpevoli di aver orchestrato una campagna per silenziare le voci critiche e insabbiare gli episodi denunciati.
Baldoni ha respinto con decisione gli addebiti, definendoli totalmente falsi e diffamatori. A suo dire, si tratterebbe di una manovra costruita ad arte dalla collega per danneggiare la sua reputazione. In risposta, il regista ha presentato una controquerela da 400 milioni di dollari, chiedendo un processo con giuria previsto per marzo 2026 a New York. Parallelamente, ha intentato una causa per diffamazione anche verso il quotidiano New York Times, colpevole, a suo avviso, di aver pubblicato un articolo che riportava in modo lesivo le denunce dell’attrice.