“Mi riconosci? Sono Tom”, mi dice un amico che non vedevo da tempo con mezzo volto coperto da una maschera nera e un berretto calato sulla testa per il grande freddo che attanaglia New York. Siamo da Fairway, un supermercato di New York che puntualmente appena prima dell’arrivo di una tempesta di neve viene preso d’assalto dai residenti della zona che riempiono i carrelli come se fosse in arrivo la Terza Guerra Mondiale.
“Certo che ti riconosco”, dico fissando quegli inconfondibili occhi verdi, sempre vivacissimi. “Quanto tempo! Come stai? Ma soprattutto…come sta Jack?”
Jack è al primo anno di università e dunque per la prima volta in diciott’anni non abita più in famiglia. Quella condizione che gli americani hanno affettuosamente ribattezzato “empty nest”, il nido vuoto.
L’incontro fortuito con Tom avviene tre giorni prima che da Syracuse, una città nella parte nord dello stato di New York, venga la notizia di Elmer e Lima e del piccolo che hanno adottato. Sì, perché Elmer e Lima sono due pinguini dello stesso sesso. Sono due maschi della specie Humboldt. Anche Tom e Mike sono una coppia dello stesso sesso che diciott’anni fa adottarono un neonato e lo hanno portato a essere un ragazzo equilibrato e posato, oltre ad essere uno studente dalle credenziali accademiche così solide da essere accettato in un’ottima università americana.

“Come sta Jack?” chiedo a Tom mentre ci fermiamo a chiacchierare vicino al bancone dei cibi pronti per l’asporto. “Un rompiballe come tutti i ragazzi della sua età”, risponde il mio amico lasciando intendere dal tono della voce che non ci sono problemi particolari altro che la normale fase di crescita di un ragazzo pronto a lasciare il nido della famiglia e spiegare le ali. Si fa per dire perché Jack non ha ali a differenza dei pinguini che, essendo uccelli, hanno le ali anche se non hanno la funzione di favorire il volo. Eppure, metaforicamente verrà il giorno in cui anche il pinguino adottivo di Elmer e Lima spiccherà il volo e sarà pronto per la sua indipendenza.
Di lui si sa ancora poco. È nato al Rosamond Gifford Zoo, un giardino zoologico di Syracuse che da anni è impegnato a far crescere la popolazione di pinguini Humboldt che vivono nel mondo. È una specie che può essere trovata in particolare lungo la costa del Perù e del Cile e che da tempo è nell’elenco delle specie animali in via di estinzione, compilata dal International Union for Conservation of Nature.
“Siamo molto emozionati per la bella notizia”, ha scritto su Twitter un responsabile dello zoo precisando che il pinguinello è nato il 1° gennaio, è coperto di peluria color marrone e pesa 226 grammi. I suoi genitori dello stesso sesso — nati rispettivamente nel 2016 e nel 2019 — sono parte di una colonia di ventotto pinguini al Rosamond Gifford Zoo e nell’autunno del 2021 erano diventati una coppia. A loro era stato affidato un uovo da covare. Ironicamente i due pinguini gay si sono comportati in modo più responsabile che non i pinguini etero. Questi ultimi durante il periodo quando stanno accovacciati sull’uovo per favorire lo sviluppo dell’embrione spesso rompono l’uovo mandando a monte la fertilizzazione. Secondo lo zoo questi incidenti si verificano con minor frequenza quando a covare l’uovo sono genitori adottivi.
“Elmer e Lima si sono comportati in modo perfetto per quanto riguarda la cura con cui hanno fertilizzato l’uovo”, ha scritto su Twitter il direttore dello zoo, Ted Fox, precisando che non tutti i pinguini sono adatti a covare. “Ci vuole pratica per farlo nel modo giusto”.
Non ho chiesto a Tom chi abbia “covato” Jack, ma è rincuorante sapere che è un ragazzo normalissimo che è stato cresciuto in una famiglia premurosa e piena di affetto. Che l’affetto sia venuto da una mamma e un papà oppure da due papà non credo stia a noi giudicare. Noi, dall’esterno, possiamo solamente prendere atto che l’affetto è affetto indipendentemente da dove venga. La stabilità è stabilità dovunque abbia origine. Meglio un padre e una madre che divorziano oppure Tom e Mike che sono una coppia stabile da oltre venticinque anni? Io so qual è la risposta che sceglierei io.