
Basterebbe leggere i libri dello psicoterapeuta Raffaele Morelli per aggiustarsi la vita e continuare su un percorso radioso. Diventeremmo tutti perfetti e felici. Lui ha la soluzione per tutto: come amare ed essere amati, come dimagrire, come piacersi, come star bene con se stessi, cosa mangiare… E’ onnisciente: ti dice, nelle sue riviste Riza Psicosomatica, che se prenderai la curcuma, non ti verrà il cancro, per esempio. Semplifico il pensiero di un semplificatore, che ha capito che bisogna essere semplici per essere compresi dagli ignoranti, ai quali puoi propinare proprio per questo di tutto. Un milione e mezzo di riviste vendute al mese; e come non sentirsi un’autorità inconfutabile?
Pochi giorni fa però è scivolato su una buccia di banana affermando:
“Se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso, deve preoccuparsi perché vuol dire che il suo femminile non è in primo piano. Puoi fare l’avvocato o il magistrato e ottenere tutto il successo che vuoi, ma il femminile in una donna è la base su cui avviene il processo. Il femminile è il luogo che suscita il desiderio. Le donne lo sanno bene, perché se la donna non si sente a suo agio con un vestito, torna in casa a cambiarselo. La donna è la regina della forma. La donna suscita il desiderio, guai se non fosse così”.
Apriti cielo! Più di qualcuna si è offesa, portando agli onori della cronaca un pensiero semplicione. La scrittrice Michela Murgia ha intervistato Morelli a Radio Capital e lui ha perso il controllo dicendole che faceva domande cretine e che stesse zitta. Lei gli ha detto di andarsene.
Purtroppo nell’inconscio collettivo maschile le donne sono o belle o brave. Quando le brave si accostano al mondo del lavoro, se non sono belle vengono prese sul serio, se sono belle vengono guardate. E magari approcciate. Direi che le brutte sono sempre state avvantaggiate, ma non se ne sono rese conto perché non sono mai state guardate. Una bella, se vuole lavorare è meglio che si presenti dimessa, ma io, che ero belloccia, non ho mai seguito questo consiglio e mi sono sempre vestita all’ultima moda perché adoravo i vestiti. E ne ho passate di cotte e di crude. Essere prese sul serio sul lavoro è stato difficilissimo. Tuttavia era più forte di me presentarmi sciatta, capello sporco. Se vuoi presentarti in pubblico, mi ha insegnato mia madre, devi essere pettinata e ben vestita, e a una certa età meglio pure truccata. E’ una questione di rispetto verso gli altri e di amor proprio verso te stessa.
Oggi tutte le donne possono essere belle, basta si curino un po’, i tempi sono cambiati grazie ad estetiste, parrucchiere e chirurghi estetici. Ma alcune, che fanno il mio mestiere in tv, pensano di essere così brave che possono presentarsi sullo schermo come se si fossero appena alzate dal letto. E si offendono a morte se qualcuno si permette di osservare che sono impresentabili.
Poi ci sono quelle che non sono brave ma solo belle, le troie ci sono sempre state e di solito fanno un carrierone perché appunto si prostituiscono per ottenere un lavoro e ci sanno fare. Ce ne sono molte e contribuiscono a far mantenere la direzione del lavoro nelle mani degli uomini. Le brave che non danno importanza al loro aspetto e si presentano sciattone considerano tutte le belle puttane e pure loro fanno il gioco dei maschi. Nemmeno per loro esistono le belle brave.

Quindi, pur non avendo alcuna stima per il pensiero debole del maschilista Morelli, è colpa di noi donne che non siamo coese, che ci invidiamo l’un l’altra, che combattiamo infine sempre per riuscire a fare l’ancella del capo, brutte o belle che si sia.
Misero il terapeuta Morelli che considera donne solo le donne giovani, in età riproduttiva diciamo, anche se non lo dice, visto che a una certa età non sei più bella e quindi non ti guardano più. Il che può essere anche un sollievo. Perché sono più gli uomini cafoni che si incontrano che i principi azzurri e spesso si finisce a subire approcci volgari. Senza parlare della faccenda stupri. “L’ho stuprata perché era provocante”.
Parliamoci chiaro. Il desiderio nasce dallo sguardo – non c’è dubbio – ma deve essere reciproco, altrimenti una donna è solo un oggetto e fa del suo corpo merce di scambio. Ma cosa sarebbe l’amore senza pure l’udito, il gusto, il tatto?
Non vedo cosa ci sia di male se una donna si veste per essere guardata da un uomo. E’ speranza d’incontrare l’amore. Peggio è se si veste per fare invidia alle amiche; succede spesso. Una donna dovrebbe imparare a farsi bella per se stessa. E soprattutto ad essere sicura di se stessa: non stare tre ore a provare vestiti e non tornare a casa a cambiarsi. Sei tu che porti il vestito, diceva mia nonna, non il vestito che porta te. Una volta indossato, dimenticarselo. Sta qui la differenza tra le donne.