Senza scomodare lo spirito natalizio – sono convinta che il popolo italiano si sia sempre elevato per la sua bontà.
Gli italiani sono degli inguaribili sentimentali – impastati con “sole, cuore, amore”?
Forse.
Nell’accezione più corretta del termine – ciò significa che spesso si sono distinti per atti di generosità struggente verso il prossimo: sono sempre stati in prima fila (ed in qualunque periodo dell’anno) ovunque ci fosse bisogno di un aiuto o di soccorso; i volontari italici sono una risorsa internazionale (basti pensare all’esercito del Bene che si muove ogni qualvolta accada qualche calamità) e non si può che affermarlo se non con una certa punta d’orgoglio e di consapevolezza.
Se pescassimo nel carnet dei luoghi comuni potremmo affermare – senza essere smentiti – che se i francesi sono snob, gli inglesi sono eleganti, gli americani sono informali ed i tedeschi sono precisi, gli italiani sono quelli dal cuore grande e traboccante – fortunatamente.
Ricordo che rimasi affascinata dall’antica usanza del “caffè sospeso” anni fa – quando per la prima volta – da ragazzina – scesi a Napoli.
Una usanza nata (così mi spiegarono) nel secondo dopo guerra – quando anche alle persone più indigenti e sventurate – veniva offerta la possibilità di avere un caffè pagato in anticipo da qualche benefattore.
Un piccolo e significativo gesto di solidarietà verso persone sconosciute ma ricco di reconditi significati.
Sappiamo tutti che il caffè é un vero e proprio rituale quotidiano per i napoletani: consentire a qualche bisognoso – ancor oggi (ed è una usanza diffusa) di gustarsi Na tazzulella ‘e cafè è un po’ come offrire a qualcuno una pacca di incoraggiamento sulle spalle; un modo per far sentire la propria solidarietà silenziosa.
Ed è bellissimo che questa iniziativa si sia diramata in tutta Italia; prendendo (spesso) anche impensabili ed inaspettate diramazioni ulteriori.
Molti di voi infatti non sapranno che sono nate moltissime iniziative benefiche sull’onda del “caffè sospeso”.
Non solo caffè ma – a seguito della generosità di taluni – in tutta Italia sono moltissime le opere di buon cuore a vantaggio dei bisognosi.
Dai panifici che regalano il pane avanzato (non venduto) quotidiano a chi non ha la possibilità di acquistarlo agli empori solidali in cui è possibile trovare generi alimentari vari; fino ad arrivare ad esercizi commerciali (botteghine, bar, paninoteche) in cui è possibile pagare un pasto veloce – a mò di caffè sospeso – a chi abbia fame e non sappia come sfamarsi.
La tradizione del panino sospeso nacque a Bologna grazie proprio all’ iniziativa del grande e compianto Lucio Dalla che rimase colpito dalla tradizione partenopea del caffè sospeso e volle estenderla a suo modo anche nella sua terra.
Oggigiorno queste meravigliose idee solidali sono state accolte da moltissimi esercizi ed attività locali ed ognuno di loro ha trovato un modo personalissimo e gentile – discreto (come dovrebbe essere ogni atto solidale) per far sì che i bisognosi possano approfittarne.
Nella città di Parma – ad esempio – molti bar hanno una bacheca con variopinti post -it con cui si offre qualcosa da mangiare: si va dal panino con il salume, al panino “fantasia” che l’utente può riempire con ciò che desidera, fino ad arrivare al panino vegetariano.
Naturalmente si tratta di cose pre-pagate in precedenza con tanto di scontrino fiscale.
E siccome gli italiani sanno essere dei veri creativi – anche quando si tratta di far del bene – ecco che grazie all’iniziativa di un ristoratore sardo – tal Giuseppe Marras – si è passati al pranzo sospeso o cena sospesa: un pasto pagato a chi non può permetterselo.
L’idea di Marras nata dieci anni fa si è estesa a tutta la sua Sardegna – in primis – attraverso la nascita di una onlus e di un consorzio di ristoranti – pizzerie ed altri esercizi che hanno aderito e sottoscritto uno statuto ad hoc; idea poi che – nel corso degli anni – è stata accolta anche nel resto della penisola italica e trasversalmente – in tutte le sue regioni. Basterà googolare “pasto sospeso” e cercare nella vostra regione – quasi sono le attività commerciali che fanno parte di questa rete benefica e recarvici per contribuire con la vostra offerta.
Perché farlo? Perché naturalmente – a prescindere dallo spirito natalizio – far qualcosa di buono e positivo per gli altri non ha prezzo.
Italiani “sole, cuore, amore”?
Sì. Orgogliosamente sì.