Ad accompagnare la nuova Fiorentina del presidente Rocco Commisso in questa trasferta negli Stati Uniti, c’è anche il Campione del Mondo Giancarlo Antognoni. L’indimenticabile capitano viola che dalla fine degli anni Settanta e per tutti gli anni Ottanta si prese l’eredità dal milanista Gianni Rivera come il più forte numero dieci italiano, da dirigente simbolo della Fiorentina rappresenta il glorioso passato che vuole ora tornare con l’arrivo della nuova dirigenza americana. Nella caldissima atmosfera di Arthur Avenue nel Bronx, Antognoni ha concesso alla Voce di New York questa intervista:
Antognoni, dall’operazione Commisso che cosa si aspetta? Che cosa sogna? Vincere lo scudetto entro cinque anni?
“Che la Fiorentina faccia dei buoni piazzamenti in questi anni di presidenza di Commisso. Lo scudetto è molto difficile vincerlo in Italia, perché ci sono varie componenti, ci sono squadre più forti. La Juventus ha un potenziale totalmente diverso. Però che la Fiorentina nei prossimi anni possa fare dei campionati belli e importanti ci può stare”.
Lei era famoso per i lanci lunghi e precisi. Ora Commisso con questo investimento d’oltreoceano sta facendo un lancio lunghissimo, e per le sue disponibilità e anche per le capacità imprenditoriali già dimostrate, non crediamo che l’abbia rischiato solo per far vivacchiare la Fiorentina in Serie A, ma che magari punti a rompere l’egemonia della Juventus e del Napoli sulla Serie A. Magari non il primo anno, ma…
“Per quello dicevo, in prospettiva futura, la Fiorentina può diventare una squadra competitiva, ma non pensare adesso che possa competere con la Juve. Ora si può competere in una partita contro la Juve, ma nell’arco di un campionato è più difficile perché le entrate e le uscite sono totalmente diverse”.
Commisso da ragazzo entrò alla Columbia University grazie ad una borsa di studio legata alle sua qualità di calciatore. Insomma lui dovrebbe intendersene di calcio…
“Si ci ha raccontato. Sicuramente è un grande appassionato di calcio. Capire, certo tutti capiscono di calcio e ne parlano, però poi, anche io che sono 40 anni in questo ambiente, capire effettivamente come si gioca a calcio è sempre difficile. Si gioca con gli uomini, e quindi le persone alle volte le indovini e alle volte no”.
Un volta c’erano i giocatori bandiera che poi diventavano dirigenti, come Gigi Riva nel Cagliari, lei nella Fiorentina…
“Difficile ormai trovarli oggi…”
Sì però lei è qui. Emoziona vedere Antognoni, campione del mondo 1982, qui nel Bronx tra gli italiani d’America che magari avevano esultato per le sue vittorie di allora. Ecco lei che ha visto tante fiorentine sia da giocatore che da dirigente, e se forse non sufficienti per vincere lo scudetto, dal lato dei valori questa Fiorentina potrebbe avere qualcosa in più degli altri?
“Credo dal lato umano sì. Cioè nel rapporto umano tra giocatore e proprietà, Commisso ha dato questa sensazione, non quella di essere il capo assoluto di questa squadra ma una persona con la quale si possa parlare tranquillamente, sia i dirigenti che i giocatori”.
Montella è pure lui l’uomo giusto per questo tipo di dirigenza?
“Montella è l’uomo giusto perché ha fatto bene alla Fiorentina precedentemente, purtroppo ha finito male il campionato l’anno scorso, però è arrivato quasi alla fine della stagione, quindi quest’anno credo che farà molto meglio”.
Ultimo messaggio per i tifosi: mercoledì avete la partita contro i portoghesi del Benfica, nell’arena dei Red Bull in New Jersey. Vi aspettate un pubblico caloroso? Darete spettacolo per gli italoamericani?
“Siamo in un periodo di preparazione quindi è difficile valutare oggi la Fiorentina. Ci sono dei giovani interessanti, però oggi è una Fiorentina incompleta. Mancano dei giocatori per completarla”.
Ma sarà completa con o senza Chiesa?
“Questa è una domanda che va chiesta al presidente. In questo momento Chiesa è con la Fiorentina e mi auguro che ci rimanga”.