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October 18, 2015
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Arrivederci Baronessa! Se ne va la magnifica della cultura italiana a New York

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
La baronessa Zerilli Marimò con Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana NYU

La baronessa Zerilli Marimò con Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana NYU

Time: 4 mins read

Nel dolore e tristezza per la scomparsa della baronessa Mariuccia Zerilli Marimò, ci conforta la certezza che non lascerà un vuoto tra coloro che amano l'Italia e la sua cultura in America. Perché la baronessa Zerilli Marimò ha saputo lasciare una ricchissima eredità di attività culturali in cui spicca il gioiello della Casa Italiana nel West Village, l'istituzione accademica e culturale della New York University. 

Una magnifica donna, che in poco meno di trent'anni, è riuscita a soddisfare con il suo lavoro di mecenate e di esperta storica dell'arte e musicologa, il desiderio d'Italia di molti che vivono in America. Una attività che nel 2009 venne celebrata dalla città di New York conferendole il Living Landmarks award, il prestigioso premio organizzato dalla New York Landmarks Conservancy. Premi prestigiosi ne sono poi stati assegnati tanti altri ancora alla baronessa, ma non sono le medaglie ricevute ad aver reso la sua vita così importante, ma i fatti e la concretezza di certe sue azioni intraprese in favore dell'Italia in America. 

L'impegno della baronessa per la cultura italiana a New York nasce dall'esperienza di vita accanto al marito Guido Zerilli Marimò, barone genovese di antiche e nobili origini siciliane, che fu anche giornalista e diplomatico, ma soprattutto che divenne un grande imprenditore dell'industria farmaceutica. 

mariucciaAlla sua scomparsa, la moglie Mariuccia si ripromise di far avverare il sogno del marito – che da giovane era stato studente proprio a New York –  creando un centro culturale italiano nella metropoli americana e dentro la più grande università privata degli Stati Uniti. 

Nel 1988, La baronessa  Zerilli-Marimò comprò e ristrutturò, donandola alla New York University, la storica  Winfield Scott House, creando così quel magnifico tempio della cultura italiana a New York da anni brillantemente diretto da Stefano Albertini. Negli anni, la baronessa ha anche finanziato numerose attività filantropiche e culturali, soprattutto nel campo musicale (ricordiamo il Premio Ibla) e dell'arte, promosse anche in altre importanti istituzioni nella città di New York. 

Chi scrive, ricorda con immensa gratitudine come la baronessa Zerilli incoraggiò e aiutò il magazine US Italia in quel primo nostro tentativo di fare un giornalismo italiano seguendo certi valori del giornalismo americano. Una bellissima e gratificante esperienza che ci diede la visione per la nascita, anni dopo, de La VOCE di New York.

Mariuccia Zerilli Marimò non è stata solo una energica signora tanto ricca quanto colta, che con grandi capacità ha convogliato le sue risorse nella promozione del bello dell'Italia a New York. Come abbiamo già scritto in passato, è soprattutto nel suo carattere e nei suoi valori che la baronessa ha saputo emulare la missione del suo amato marito Guido, assecondando una straordinaria curiosità e fiducia nella cultura senza preconcetti, rendendo la Casa Italiana della NYU, fin dalla scelta dei suoi direttori, l'esempio raro di come vada supportata l'Italia all'estero. Senza preconcetti, senza condizionamenti ideologici, perché è nella diversità delle espressioni, nella sua totale libertà dai condizionamenti che, come l'arte, anche la vera cultura può esprimersi e quindi essere riconosciuta.

La baronessa Zerilli Marimò quindi rappresenta l'esempio pratico e concreto per tutti coloro che con una grande disponibilità economica, potrebbero dedicarsi a lasciare un segno altrettanto indelebile per la cultura del loro paese nel mondo.  

Finora, nella comunità' degli italiani d'America, non abbiamo visto altrettanto ispirati percorritori della strada indicata dalla baronessa Zerilli. Eppure, per esempio alla grande conferenza per i quaranta anni della NIAF, sono tanti coloro che potrebbero farsi ispirare e imitare l'esempio di Mariuccia Zerilli Marimò. 

Grazie ancora baronessa, per aver così amato l'Italia e la sua cultura all'estero e quindi per aver voluto così bene a tutti gli italiani all'estero e agli amanti americani dell'Italia. Noi, che ti abbiamo voluto altrettanto bene, non ti dimenticheremo mai.

 


La Baronessa Zerilli-Marimò è stata colpita da un attacco di cuore mentre si trovava nella sua casa di Montecarlo. A darne notizia è stata la figlia Maria Chiara. I funerali sono previsti per venerdì 23 a Monaco. 

 

Qui riproponiamo una intervista di Stefano Vaccara con la Baronessa Zerilli Marimò e Stefano Albertini in occasione dei venti anni della Casa Italiana della NYU

 

Guarda il documentario dedicato a Mariuccia Zerilli Marimò e alla sua Casa Italiana>>

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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