Chiara: Hai letto? Negli ultimi 20 anni è raddoppiato il numero dei suicidi dei giovani Afro-Americani.
Benito: Mai sentita una storia simile. Dove l'hai letta?
Chiara: Nel New York Times.
Benito: Al solito. Quel giornale è una minaccia con storie che creano disagio ed alimentano odio.
Chiara: Odio? Che vuoi dire?
Benito: La settimana scorsa hanno scritto di giovani indiani che si ammazzano perché si sentono soli ed abbandonati nelle loro riserve. Adesso la notizia che anche i neri si suicidano. È sottinteso che è tutta colpa di noi bianchi. Perciò ci odiano.
Chiara: I giornalisti hanno il dovere di dire la verità. Cercano notizie che rivelano e costringono i politici ad agire e correggere.
Benito: E nel frattempo indiani e neri che non sapevano di quelle inutili statistiche vogliono la rivincita, la vendetta.
Chiara: Tu guardi sempre al peggio. Sei allarmista e pessimista.
Benito: I giornalisti sono pericolosi. Anche al telegiornale, a volte, fanno domande provocatorie. "Perché è successo questo?", "Di chi è la colpa?". Sempre nostra.
Chiara: Negli anni '30, mio nonno in Italia la pensava come te. Il governo diceva che i giornalisti sono pericolosi. Rivelano notizie che dovrebbero essere celate, ignorate.
Benito: Mio nonno mi raccontava che nell'Italia di quegli anni non c'erano mai notizie negative nei giornali. Mai un suicidio, mai un furto di automobili.
Chiara: Ti sembra logico? Era evidentemente vietato scriverne. Era censura. Credi nella censura, tu?
Benito: Credo nell'autocensura. Il giornalista non dovrebbe mai allarmare con notizie che turbano il pubblico e possono suscitare violenza. Hai visto quel che succede quando accusano qualche poliziotto bianco?
Chiara: Chi sbaglia deve essere ammonito. Solo dicendo la verità si può migliorare il nostro mondo.