Richard Gere e Tilda Swinton voci narranti in prima persona di Luchino Visconti a New York. Metti da una parte il genio indiscusso del grande regista italiano, dall’altro il talento di due star del cinema come Gere e la Swinton, il risultato non può essere che un successo assicurato. E tale è stata l’anteprima newyorkese della piece teatrale "Caro Luchino", scritta e diretta da Guido Torlonia. Lo spettacolo a New York è stato rappresentato al ‘Pershing Signature Square Center’, nell’ambito di una serata di beneficienza organizzata da Venetian Heritage Inc., non-profit per la tutela di Venezia. "Caro Luchino" è stato concepito nel 2006 ed ha debuttato a Parigi, in francese con Jean Sorel.
"Mi avevano chiesto di fare omaggio a Visconti – ha detto Torlonia -. Cercando un po’ di materiale ho trovato delle lettere bellissime, tipo quella a Charlie Chaplin che lui scrisse su l’Unità e allora mi è venuto in mente di raccontare il suo lavoro, la sua vita. Ho raccolto tutto il materiale e ho fatto lavoro di sartoria, un taglia e cuci sui testi e ho messo tutto in prima persona, per cui è Visconti che si racconta".
Dopo Parigi lo spettacolo è sbarcato in alcuni teatri italiani, infine a New York con la versione in inglese. In "Caro Luchino", Visconti, alias Gere/Swinton, ripercorre la sua vita attraverso ricordi, persone, film, luoghi. In principio è la sua infanzia, con i genitori, il conte Giuseppe Visconti di Modrone e la madre Carla Erba, proprietaria della più grande casa farmaceutica italiana, ed altri sei fratelli, nonché il suo amore per Milano.
"Mi ricordo quegli odori di Milano che nessuno mi potrà restituire – racconta – i giardini sul naviglio, le vetture con i cavalli, i profumi che uscivano dalle botteghe, la nostalgia delle rondini che volavano intorno alla nostra casa, le campane di San Carlo, le signore che uscivano dal Caffé Conella". Milano era anche il teatro alla "Scala" e Visconti per tutta la vita ebbe una passione sviscerata per l’opera e per alcuni sui interpreti come Maria Callas. "Come non innamorarsi della nostra Scala? – continua -. Mi ricordo la sala piena, luccicante e gli applausi scroscianti alla fine di ogni atto. Amo l’opera perché è la frontiera che separa la vita dal teatro". E a proposito della Callas: "Quando la incontrai era certamente una grande cantante, ma non era ancora una grande attrice… quando la incontrai era piuttosto in carne ma molto bella sulla scena. Amavo quelle rotondità che la rendevano così imponente, la sua presenza scenica era elettrizzante. Maria era inimitabile". Da amante del cinema italiano e di Visconti, Richard Gere si è mostrato subito disponibile ad interpretare il ruolo. "Quando mi è stato chiesto – ha detto – ho esclamato: Oh! E’ stata una cosa messa su molto velocemente quindi è venuta fuori con un grande senso di spontaneità. Visconti è stato sempre uno dei miei registi preferiti e mi dispiace non averlo mai incontrato. Michelangelo Antonioni era un mio amico, Bernardo Bertulocci è un mio amico ed ero amico di Nando Scarfiotti, lo scenografo di Visconti. Mi sento molto vicino al cinema italiano". Tra tutti i film di Visconti, la star di "American Gigolo" e "Pretty Woman" ha detto di preferire "Rocco e i suoi fratelli", del 1960 con Alain Delon e Claudia Cardinale.
*pubblicato su www.americaoggi.info