Anthony J. Izzo (nella foto) è il Capo della Sezione Anticrimine della Polizia di New York. È un uomo molto alto, un uomo grande, il cui nonno paterno emigrò da Oliveto Citra, città a sud di Salerno con meno di quattromila oneste e laboriose anime.
La sua sagoma si staglia imponente all’ottavo piano del Dipartimento della Polizia di New York, il centro della Grande Mela, quasi il centro del mondo. Da lassù controlla la sicurezza dello Stato di New York: narcotici, criminalità organizzata, circolazione, sicurezza. I suoi occhi neri sorridono quando parla di Oliveto e quando chiede notizie di suo cugino Caio, Caio Izzo.
«Di’ a Italo Lullo che la chiave della città di Oliveto Citra è in primo piano nel mio ufficio, l’ho messa al posto più importante perché sia evidente a tutti qual è il mio legame con Oliveto Citra».
È molto amico del sindaco Lullo. Ricorda con affetto il suo ultimo viaggio in Italia e il premio Joe Petrosino, ricevuto a Padula nel 2007. Poi parla del padre: «Mio padre veniva in Italia spesso e incontrava i parenti che io non ho incontrato. Dal cielo avrà saputo di questo mio desiderio e mi ha aiutato a ritrovare i miei parenti. Sono risalito ad essi partendo dalle cartoline di Natale, ho chiesto aiuto ai Carabinieri che, insieme col sindaco Italo Lullo, hanno fatto molto per farmi incontrare i miei familiari».
Quante volte è stato in Italia?
«Sono onorato di essere stato in Italia due volte, lì ho incontrato tante persone simpatiche».
Le sue origini italiane l’hanno aiutata a diventare un’autorità nella polizia americana?
«Non è stato facile, c’era discriminazione, si diceva che le strade erano d’oro ma, sono stati gli italiani a fare tutti questi palazzi, gli italiani hanno fatto grande l’America con il lavoro e con l’intelligenza».
Lei si sente vicino come ideali a Joe Petrosino?
«Sì, assolutamente. Petrosino è stato il primo americano italiano a capo della lotta alla mafia».
Qual è il ricordo più bello dei suoi viaggi in Italia?
«Sono lieto di aver ricevuto la cittadinanza onoraria di Oliveto Citra. E’ una gioia per me essere vicino all’Italia e ai miei parenti».
Qual è la criminalità organizzata più forte in questo momento storico?
«La cinese, la russa, la sudamericana e la colombiana».
Parliamo della criminalità organizzata italiana.
«E’ diminuita molto, i figli dei mafiosi italiani hanno studiato, hanno raggiunto il successo e sono diventati persone perbene».
Quando verrà in Italia?
«L’anno prossimo, è difficile per me muovermi».
Cosa ricorda del suo paese di origine, Oliveto Citra?
«Oliveto Citra è una città molto semplice ma anche molto laboriosa. So che Italo Lullo ha ricevuto un premio per la laboriosità e per la qualità del suo lavoro. Questo premio è certamente meritato».
Qual è il suo desiderio?
«Avere il tempo per fumare un sigaro in compagnia dei miei amici italiani».