Chi ricorda i nomi di Roald Amundsen e Robert Falcon Scott? Chi rammenta l’epica e tragica epopea della conquista del Polo Sud? Forse oggi quella pagina di storia è materia relegata negli esami attinenti la Geografia o argomento di conversazione tra appassionati del settore ma a togliere la polvere su queste straordinarie pagine ci ha pensato l’Istituto geografico Polare “Silvio Zavatti” di Fermo che proprio in occasione del centenario della conquista dell’Antartide ha allestito una Mostra storico-fotografica sulle gesta degli esploratori delle Terre estreme.
“Le spedizioni di Amundsen e Scott al Polo: cronologia, confronti, errori, gesti eroici”. Questo il titolo dell’iniziativa che vuole ripercorrere la “tragica gara” tra l’esploratore norvegese e quello inglese e conclusasi con la conquista del Polo Sud di Amundsen e con la morte dell’intera spedizione inglese.
Organizzata dall’Ambasciata di Norvegia in Italia, la mostra ha avuto il patrocinio del Comune e della Provincia di Fermo e ha trovato nell’Associazione Amici del Museo Polare “Silvio Zavatti”, nell’Assonorvegia, nell’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti” e nella rivista “Circolo Polare” il braccio operativo di un evento che si è aperto a Villa Vitali (Via Trento 29) a Fermo il 16 dicembre scorso per chiudersi l’8 gennaio del 2012.
L’inaugurazione si è aperta con i saluti istituzionali di Maria Pia Casarini, direttrice dell’Istituto Geografico Polare, Nella Brambati, Sindaco della città di Fermo, Giuseppe Buondonno, assessore alla cultura della Provincia di Fermo e Renato Zavatti, presidente dell’Associazione Amici del Museo Polare. Aldo Scaiano, presidente del Circolo Polare Milano illustrerà “la figura di Fridtjof Nansen” cui farà seguito una conferenza affidata a Petter Johannesen, pronipote del grande esploratore Roald Amundsen e intitolata : “Roald Amundsen, primo al Polo Sud cento anni fa”.
“La prima spedizione cui partecipò Roald Amundsen – spiega Johannesen – data 1897-1899 e fu organizzata dall’esploratore belga Adrien de Gerlache. Con lui, Amundsen arrivò per la prima volta in Antartide a bordo della nave Belgica per esplorare la Penisola Antartica. Non fu una spedizione fortunata.
La nave rimase intrappolata nei ghiacci a 71° 30’ S costringendo tutti i partecipanti a trascorrere l’inverno tra i ghiacci dell’estremo Continente meridionale della Terra”.
Roald Amundsen può essere considerato a tutti gli effetti l’uomo dei primati polari. Il norvegese, dopo la prima sfortunata esperienza, decise di tentare il completo attraversamento del Passaggio a Nordovest, dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico, attraverso l’Artico. L’esploratore realizzò di fatto un sogno cullato per secoli da centinaia di navigatori ed esploratori: il passaggio a Nordovest. Cercato per secoli, esplorato in parte, il passaggio fu conquistato da Amundsen tra il 1903 e il 1906, a bordo della piccola nave Gjoa, formata da soli 6 membri di equipaggio.
Il ritorno trionfale in Norvegia non fermò e non placò nemmeno per un attimo la sete esplorativa di Amundsen. Il conquistatore del passaggio a Nordovest iniziò la preparazione del suo prossimo traguardo: la conquista del Polo Nord. Il piano di Amundsen era quello di ripetere le gesta di Fridtjof Nansen che dal 1893 al 1896 tentò di raggiungere il Polo Nord facendosi trasportare con la nave “Fram” dai movimenti delle correnti.
Il piano di Nansen fallì a causa di una rotta troppo meridionale. Amundsen stava alle stendo una nuova spedizione a bordo della Fram quando arrivò la notizia della conquista del Polo Nord da parte dell’americano Robert Edwin Peary. Il norvegese decise quindi di iniziare in gran segreto la preparazione della spedizione in Antartide, dove giunse (nel Mare di Ross) nel gennaio del 1911. La posta in palio era prestigiosa: arrivare prima del rivale Robert Falcon Scott, intenzionato a bissare il successo esplorativo di stampo anglosassone. Partito dalla Baia delle Balene il 19 ottobre con quattro slitte, quattro compagni e 52 cani, Amundsen arrivò al Polo Sud il 14 dicembre del 1911 piantando la bandiera norvegese e anticipando Scott che vi arrivò quasi un mese dopo, il 17 gennaio 1912.
Le gesta della conquista del Polo Sud sono entrate nelle pagine epiche dell’esplorazione, soprattutto per il suo risvolto tragico.
Scott e i suoi compagni infatti morirono infatti durante il percorso a ritroso. Sconfitti nel morale e stremati dalle condizioni avverse, si lasciarono morire il 29 marzo del 1912, gettando nello sconforto i numerosi appassionati delle esplorazioni. Osannato per l’incredibile spedizione nel più inospitale dei Continenti terrestri, il norvegese ripartì il 1918 con la nave Maud alla volta del passaggio a Nordovest.
La spedizione terminò nel 1922 e tre anni dopo Amundsen tentò di atterrare con una aereo al Polo Nord, raggiungendo gli 87° e 44’ N il 21 maggio del 1925.
Le ultime gesta dell’esploratore si legarono indissolubilmente all’Italia. Tra l’11 e il 14 maggio del 1926 Amundsen passò sopra il Polo Nord con il dirigibile Norge pilotato da Umberto Nobile. Due anni dopo l’esploratore trovò la morte precipitando da un aereo francese mentre tentava di trovare i resti del dirigibile Italia e del suo equipaggio, capitanato da Nobile.
UN MUSEO POLARE SULLA COSTA ADRIATICA
Il Museo Polare Etnografico Silvio Zavatti rappresenta un unicum nel suo genere in Italia. E’ infatti l’unico museo dedicato agli ambienti e ai popoli artici, oltre che alle ricerche polari artiche italiane.
Nato nel 1969 per merito di Silvio Zavatti, esploratore delle terre estreme e fondatore a Forlì dell’Istituto Geografico Polare,il museo venne aperto inizialmente a Civitanova Marche per poi essere trasferito a Fermo nel 1985. Nel 1993 l’istituzione museale venne trasferita a Villa Vitali, attuale sede della stessa. Articolata in sei sale espositive, una biblioteca e centro di documentazione e un’aula didattica per ragazzi.
Nella sala dedicata alle esplorazioni polari di Luigi Amedeo Di Savoia (Duca degli Abruzzi) e del Generale Umberto Nobile, sono conservati reperti della spedizione di Luigi Amedeo di Savoia: tenda, slitta e sacco-letto fanno bella mostra nel diorama e si accompagnano a immagini video riguardanti le imprese di Nobile sul Norge e sul dirigibile Italia.
In altre sale è possibile ammirare oggetti e reperti appartenenti ai popoli artici e raccolti da Silvio Zavatti nelle sue esplorazioni in Groenlandia (Ammassalik), a Repulse Bay e Rankin Inlet (Artide canadese) e in Lapponia.