Una recente scoperta dei laboratori di Zach Lippman e Jesse McCandlish al Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) apre nuove prospettive nella genetica vegetale. Studiando le piante di pomodoro, i ricercatori hanno identificato un meccanismo genetico poco noto che potrebbe rivoluzionare le tecniche di miglioramento colturale e fornire spunti anche per la ricerca medica. Al centro della scoperta ci sono le cosiddette mutazioni criptiche: alterazioni del DNA che, prese singolarmente, non producono effetti evidenti sulla pianta. Queste varianti genetiche sembrano “dormienti”, ma quando si combinano tra loro possono generare cambiamenti significativi. In particolare, gli scienziati hanno osservato che certe combinazioni possono modificare drasticamente il numero di rami riproduttivi — ovvero i grappoli che portano fiori e frutti. Il numero di rami riproduttivi è un fattore chiave per la resa delle colture. Aumentarli può significare più frutti, ma se troppi, rischiano di sottrarre risorse alla maturazione. Bilanciare questa caratteristica è fondamentale per massimizzare la produttività senza compromettere la qualità. Utilizzando strumenti avanzati di genetica e biologia molecolare, i team del CSHL hanno scoperto che l’effetto delle mutazioni criptiche non si somma in modo lineare. Al contrario, le loro interazioni — un fenomeno chiamato epistasi — generano risultati complessi e spesso imprevedibili. Questo tipo di interazione aiuta a spiegare perché certi tratti ereditari siano così difficili da decifrare.
Queste scoperte offrono una nuova via per migliorare le piante in modo più preciso. Invece di concentrarsi solo su mutazioni evidenti, i genetisti possono ora esplorare combinazioni “silenziose” che, insieme, sbloccano tratti vantaggiosi come una resa superiore, una maggiore resistenza alle malattie o una migliore adattabilità a climi difficili. Un approccio che rende possibile progettare piante su misura in modo più efficiente e prevedibile. Ma le potenzialità non finiscono qui. La dinamica osservata nelle piante potrebbe fornire un modello utile anche per la medicina. Molte malattie complesse nell’uomo, come il diabete o alcune forme di cancro, derivano dall’interazione di più geni e fattori ambientali. Comprendere come varianti genetiche apparentemente innocue possano, insieme, produrre effetti rilevanti, potrebbe offrire nuove chiavi per affrontare queste patologie.
Il lavoro dei laboratori Lippman e McCandlish getta luce su un aspetto finora poco esplorato della genetica e mostra come anche le informazioni più “silenziose” nel DNA possano avere un impatto decisivo. Una ricerca che non solo apre nuove possibilità per l’agricoltura del futuro, ma suggerisce connessioni sorprendenti con la salute umana.