L’incipit di un’opera letteraria, di uno spettacolo, introduce immediatamente il lettore, lo spettatore, all’interno del mondo creato per lui. Ed è fondamentale e determinante per catturare subito la sua attenzione, la sua curiosità, il suo coinvolgimento. E il più accattivante e’ quell’inizio che ti trasforma e ti spinge a cercare qualcosa in te che cercavi e ti spinge a continuare la ricerca.
Con un significato più ampio, il mio incipit alla scoperta di Roma fu un luogo e un momento. Fu l’emozionante veduta del Cupolone di San Pietro dalla serratura del portone d’ingresso della Villa del Priorato dei Cavalieri di Malta all’Aventino.
Nel silenzio di un pomeriggio di fine estate, in una spettacolare piazzetta , mi avvicinai al portone incuriosito, ma all’oscuro dello spettacolo che mi sarebbe apparso.
Inserito in un ricco scenario architettonico, come in un palcoscenico teatrale, il verde portone risalta per la sua semplicità. Non c ‘è nulla che ti anticipa la vista a cui assisterai.
Le istruzioni della guida turistica dicono: avvicinati alla serratura e guarda attraverso il buco. Ed è in quel momento che tu scopri un verde giardino incantato e alla fine di un lungo pergolato a nicchia appare, come sospesa nel cielo e dominante la città, l’immensa maestosa perfetta cupola di San Pietro.
Molte sono le emozioni che si provano difronte a capolavori, emozioni indescrivibili che ci influenzano ad approfondire la nostra conoscenza e la nostra ricerca personale di bene interiore.
A Roma nessuno può sfuggire all’incanto ammaliante dei suoi numerosi tesori. Chi si reca a Roma , per turismo, per lavoro, per qualsiasi ragione, riparte con il desiderio di ritornare. Un antico detto popolare dice: tutte le strade portano a Roma. Così, per una incredibile coincidenza del destino, la mia strada mi ha portato a Roma.
Visitare e scoprire la città è diventato un interessante e stimolante emozione artistica e storica del fine settimana.
La città è generosa nell’offrire reperti che ti immergono in un passato lontano, ma sempre affascinante e avvincente, qualsiasi sia il periodo storico.
Dai ruderi emerge sempre l’imponenza e la grandiosità di Roma “caput mundi”. E quest’anno, 2025, Roma ha ritrovato con forza e fierezza il suo antico stato di faro in un mondo senza pace.
Quest’anno si celebra il Giubileo, un grande evento mediatico e la città sarà meta per milioni di visitatori e pellegrini di fede cattolica provenienti da tutto il mondo.Ogni Giubileo è stato occasione per abbellire Roma con chiese e monumenti che hanno reso la città il centro artistico cristiano e luogo di preghiera per eccellenza.
Il Giubileo 2025 è stato denominato Giubileo della Speranza. Nella tragedia che sta sconvolgendo molti paesi, la Roma vaticana oggi si presenta come un baluardo contro gli abusi, contro la povertà, le miserie umane. Le chiese, centri di bellezza artistica per i capolavori esposti, sono centri di preghiera e di riflessione per i pellegrini.
L’arte stimola la nostra immaginazione, la nostra creatività, ci insegna a vedere, a comprendere le nostre emozioni, ad esplorare zone sconosciute del nostro sapere, ad aggiungere esperienze alla nostra quotidianità aprendo porte che possono migliorare le nostre attitudini ad essere aperti e disponibili.
Non possiamo rimanere insensibili a quello che succede nel mondo. Per noi, cristiani credenti, questo anno giubilare acquista una valenza religiosa, politica e strategica, perché tutti i partecipanti, ma soprattutto i governanti, riflettano sul grande significato e messaggio che viene divulgato dalla impostazione dell’attributo dato al Giubileo : speranza.
Fedor Dostoevskij nell’ “ Idiota “ pone una domanda in bocca al protagonista del romanzo: quale bellezza salverà il mondo? Se per bellezza intendiamo il manifestarsi del bene, si spera che un insieme di qualità salvifiche, come la giustizia, la bontà, la pace, possano salvare il mondo.E ognuno di noi deve cercare la bellezza, ma questo viaggio alla ricerca non deve fermarsi mai, perché non c’è niente come la bellezza in grado di attraversare i secoli, smuovere le coscienze, parlare a tutti.
Oggi, nel contesto del Giubileo, attorniati da capolavori, nessuno rimane insensibile alla potenza suggestiva e attrattiva del messaggio dell’arte, la stessa arte che veniva messa a disposizione dei pellegrini durante i numerosi Giubilei indetti nella storia dei tempi, per convogliare sempre e semplicemente lo stesso messaggio, pace e giustizia.
E all’interno celata come filo conduttore c’era sicuramente la speranza a cui oggi viene affidato il compito più importante, il compito di aprire la strada della pace.